REGNO UNITO

REGNO UNITO

Il Regno Unito si trova al largo delle coste nord-occidentali dell’Europa. La sua isola maggiore, la Gran Bretagna, è bagnata dal Mare del Nord a est, dal Canale della Manica a sud e dall’Oceano Atlantico a nord e a ovest (insieme al Mare d’Irlanda).

Il territorio e il clima

Monti, valli e pianure

Le catene montuose presenti sul territorio del Regno Unito sono molto antiche e quindi poco elevate, perché sono state esposte per milioni di anni all’azione erosiva degli agenti atmosferici.

I rilievi più importanti sono i Monti Grampiani e l’altopiano delle Highlands in Scozia, i Monti Pennini in Inghilterra e i Monti Cambrici in Galles.

Il resto del territorio è costituito da pianure e zone collinari, soprattutto in Inghilterra e nell’Irlanda del Nord.

Fiumi e laghi

La morfologia del territorio britannico, stretto e allungato, con rilievi a ridosso delle coste (a nord), non permette la formazione di fiumi molto lunghi. I più importanti sono il Tamigi (348 chilometri), che attraversa la capitale Londra, e il Severn: entrambi scorrono nell’Inghilterra Meridionale, in corrispondenza delle pianure più ampie.

I laghi sono invece molto numerosi, soprattutto in Scozia, dove vengono chiamati con il termine loch (“lago” in gaelico) seguito dal nome della località. Il lago scozzese più vasto è il Loch Lomond, mentre il maggiore per quantità d’acqua è il più conosciuto Loch Ness. Il lago più esteso del Regno Unito è tuttavia il Neagh, in Irlanda del Nord.

Mari, coste e isole

Le coste del Regno Unito sono bagnate dal Mare del Nord, dal Canale della Manica e dall’Oceano Atlantico, che nel tratto tra la Gran Bretagna e l’Irlanda prende il nome di Canale di San Giorgio a sud e di Mare d’Irlanda a nord.

La Gran Bretagna, essendo un’isola, ha un notevole sviluppo costiero (oltre 7000 chilometri). Le coste sono basse e sabbiose nella parte occidentale; alte e rocciose a sud in corrispondenza della Manica (celebri le “bianche scogliere” vicine alla città di Dover); incise da insenature con pareti a strapiombo, simili ai fiordi e chiamate firths in gaelico, in Scozia e in Irlanda del Nord.

Vi è una gran quantità di isole minori sia nella Manica (tra cui l’Isola di Wight) sia nel Mare d’Irlanda (la più grande è l’Isola di Man) e, soprattutto, al largo delle coste scozzesi, dove si trovano tre importanti arcipelaghi: a ovest le numerosissime Isole Ebridi, vicino alla costa settentrionale le Isole Orcadi, mentre molto più a nord l’arcipelago delle Isole Shetland.

Clima e paesaggi

Il clima del Regno Unito risente della vicinanza dell’oceano: a causa della forte esposizione alle perturbazioni atlantiche, le piogge sono infatti molto frequenti durante tutto l’anno. La parte occidentale del Paese è lambita dalle acque tiepide della Corrente del Golfo proveniente dal Messico, che dona alla zona un clima più caldo rispetto a quello di altre regioni situate alla stessa latitudine.

Il paesaggio era un tempo dominato da estese foreste, oggi assai ridotte a causa dell’attività umana; il territorio è per la maggior parte pianeggiante e collinare, caratterizzato da praterie e brughiere.

geoPATRIMONIO

IL GIANT’S CAUSEWAY

  Il Giant’s Causeway, il “Selciato del Gigante”, è un tratto di scogliera situato nell’Irlanda del Nord, la cui singolare conformazione crea un paesaggio surreale. La scogliera infatti è costellata da migliaia di colonne di basalto (circa 40.000) alte fino a 12 metri, di base esagonale e forma squadrata, disposte ordinatamente l’una accanto all’altra. L’origine di questo spettacolare ambiente è legata a un’eruzione vulcanica avvenuta 60 milioni di anni fa. La lava, risalendo attraverso spaccature del sottostante basamento calcareo e raffreddandosi velocemente a contatto con l’acqua, originò questa suggestiva e inusuale formazione rocciosa. La scogliera è il regno di cormorani, fulmari, gazze marine, urie,

oltre che di molte specie vegetali come la festuca marina, l’asplenio e la scilla marina. Nel 1986 l’UNESCO ha inserito il Giant’s Causeway tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, riconoscendone il valore geologico e l’interesse per lo studio delle scienze della Terra.

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LA STORIA

Le Isole Britanniche, nell’antichità e nell’Alto Medioevo, subirono una serie di invasioni da popoli provenienti dall’Europa continentale: i Romani invasero il suolo britannico nel I secolo d.C., sconfiggendo i Celti; seguirono l’occupazione e la migrazione di intere comunità di Angli e di Sassoni, popolazioni germaniche. L’ultima grande invasione risale al 1066 ed ebbe come protagonisti i Normanni di Guglielmo il Conquistatore.

A partire da questa data il Regno d’Inghilterra si impose come uno dei principali Stati feudali europei e consolidò la propria potenza e identità durante la Guerra dei Cent’anni contro la Francia (1337-1453).

Il Regno d’Inghilterra divenne un potente Stato nazionale e aderì in parte alla Riforma protestante con Enrico VIII Tudor che, nel 1534, proclamò lo scisma dalla Chiesa cattolica e l’instaurazione della Chiesa anglicana. Si aprì allora un periodo di intensa espansione economica e politica, che si manifestò soprattutto nel dominio dei mari. Anche sul piano artistico e culturale vi fu un’importante fioritura: la fine del XVI secolo è nota come Rinascimento Inglese. Protagonista assoluta di questo periodo fu la regina Elisabetta I Tudor, tanto che si parla di “Età elisabettiana”.

Nel 1707 i regni di Inghilterra, Galles e Scozia si riunirono a formare il Regno di Gran Bretagna, che nel 1801, con l’aggiunta dell’intera Irlanda, prese il nome di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo il Regno Unito fu protagonista della Rivoluzione Industriale. Il grande sviluppo economico del Paese, unito all’espansione coloniale e alla formazione dell’impero coloniale britannico, che possedeva vasti territori in tutti i continenti, rese il Regno Unito la più grande potenza mondiale dell’epoca. Questo periodo raggiunse il suo culmine nella seconda metà del XIX secolo, durante l’“Età vittoriana”, dal nome della regina Vittoria.

Il XX secolo fu invece un periodo di crisi: il Regno Unito fu coinvolto nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale. Uscito vincitore da entrambe le guerre, il Regno Unito dovette però assistere alla progressiva disgregazione dell’impero coloniale, con la perdita del territorio più importante, l’India, che ottenne pacificamente l’indipendenza nel 1947, mentre negli anni ’20 si era già resa indipendente la Repubblica d’Irlanda.

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L’ordinamento politico

Il nome completo del Regno Unito è Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Comprende quattro grandi regioni, un tempo nazioni distinte che si sono riunite sotto la stessa bandiera nel corso dei secoli e che ancora oggi sono chiamate anche nazioni costitutive: Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Le prime tre si estendono sulla vasta isola della Gran Bretagna, anticamente chiamata Britannia; la quarta si trova sull’Isola d’Irlanda. Per abbreviare il lungo nome ufficiale, spesso gli abitanti chiamano la loro patria “UK”, da United Kingdom (“Regno Unito” in inglese).

In seguito a recenti riforme, Galles, Scozia e Irlanda del Nord godono di un’ampia autonomia politica e amministrativa. Ogni regione possiede le cosiddette “Amministrazioni Nazionali Devolute”, cioè un Parlamento e un Governo autonomi, competenti per le questioni locali. Nonostante tali riforme, esistono movimenti politici che richiedono una maggiore autonomia delle regioni o addirittura la loro secessione dal Regno Unito. Oltre allo storico movimento per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord, simili spinte sono molto forti anche in Scozia.

L’Inghilterra invece non possiede organi autonomi, ma si appoggia direttamente alle istituzioni del Regno Unito. Queste comprendono una Camera dei Comuni, i cui membri sono eletti dalla popolazione, e una Camera dei Lord, i cui componenti detengono il seggio per antichi privilegi oppure vengono nominati direttamente dal sovrano.

Il Regno Unito è una monarchia costituzionale: il sovrano (che può essere indifferentemente uomo o donna, perché la legge dinastica non obbliga alla successione maschile) è il capo dello Stato, ha compiti rappresentativi e di garante delle istituzioni, e nomina su indicazione delle Camere il Primo Ministro, che ricopre il ruolo di capo del Governo. Nonostante l’aggettivo “costituzionale” attribuito alla monarchia britannica, il Regno Unito non possiede una Costituzione scritta vera e propria, ma le istituzioni sono regolate da un insieme vario di fonti scritte (trattati internazionali, sentenze emesse dai tribunali competenti, statuti di singole istituzioni) e persino da consuetudini non scritte e applicate oralmente da secoli.

geoOGGI

VENTI DI SECESSIONE IN SCOZIA

Gli scozzesi ribadiscono da sempre le peculiarità storiche e culturali che li differenziano dagli altri abitanti del Regno Unito.

Dopo l’annessione al Regno Unito, sancita dal Treaty of Union (1707), la Scozia è stata governata con il pugno di ferro dalla Corona inglese. Alla fine del XX secolo è iniziato un processo di autonomia, accelerato dal 2007, quando le elezioni per il Parlamento scozzese furono vinte dallo SNP (Scottish National Party, Partito Nazionale Scozzese).

Nel 2014 si è tenuto un referendum per l’indipendenza: il 55% degli scozzesi si è espresso per rimanere nel Regno Unito.

La questione è però tornata di attualità dopo il referendum sulla Brexit del 2016: a differenza dei britannici, la maggioranza degli scozzesi ha votato per rimanere nell’UE. Dopo le elezioni generali del dicembre 2019, che hanno portato all’uscita del Regno Unito dall’UE, è stata avanzata una proposta di legge per indire un nuovo referendum sull’indipendenza.

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I Territori d’Oltremare Britannici

Sebbene nel corso del XX secolo gran parte dei territori dell’Impero Britannico si sia resa indipendente, il Regno Unito possiede ancora territori e dipendenze sparsi in tutto il globo: si tratta dei Territori d’Oltremare Britannici che, anche se dotati di una certa autonomia, sono parte del Regno Unito. Sono 14 in tutto e comprendono, tra gli altri, Gibilterra, i Territori Britannici dell’Antartide e numerose isole in tutti gli oceani, come gli arcipelaghi delle Cayman e delle Bermuda nell’Atlantico e lo sperduto arcipelago di Pitcairn nel Pacifico. Esistono anche tre territori (le isole di Jersey e Guernsey nella Manica e l’Isola di Man nel Mare d’Irlanda) che non fanno formalmente parte del Regno Unito ma sono possesso personale della Corona.

Inoltre il Regno Unito è membro del Commonwealth of Nations (Comunità delle Nazioni), una confederazione di ex territori dell’Impero Britannico di cui fanno parte attualmente 53 Stati indipendenti. Tra questi vi sono Stati importanti come l’India e il Sudafrica, oltre a numerosi Paesi asiatici e africani. Dei 53 membri, 16 riconoscono ancora l’autorità del sovrano del Regno Unito, che è quindi formalmente il capo dello Stato: tra questi, i più importanti sono il Canada e l’Australia.

La popolazione

Pur avendo una superficie non particolarmente estesa, il Regno Unito conta oltre 65,6 milioni di abitanti e vanta una delle maggiori densità di popolazione tra i Paesi europei: 270 abitanti per chilometro quadrato.

Gli abitanti si concentrano in particolare nella regione dell’Inghilterra, mentre Galles, Irlanda del Nord e, soprattutto, Scozia risultano meno abitate. Anche il tasso di urbanizzazione è particolarmente elevato: oltre 8 cittadini su 10 vivono infatti in contesti urbani. Questo dato è anche una conseguenza delle vicende storiche ed economiche che, dopo la Rivoluzione Industriale, hanno portato alla nascita di numerosissime città: attorno a esse sono poi cresciuti altrettanti centri medio-piccoli sino a che, come si osserva oggi, si sono formati vasti sistemi urbani densamente popolati, chiamati conurbazioni.

Per quanto riguarda l’andamento demografico, nel Regno Unito il calo della natalità che caratterizza quasi tutte le nazioni dell’Europa Occidentale si è leggermente ridotto negli ultimi anni.

La popolazione è in costante aumento grazie alla presenza di numerose comunità di immigrati (oltre 9 milioni di persone, pari a circa il 15% della popolazione), provenienti soprattutto da India, Pakistan e Bangladesh, ma anche da Paesi europei come l’Irlanda, la Polonia e, non ultima, l’Italia, nazioni da cui partono numerosi giovani in cerca di un’esperienza lavorativa all’estero.

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Lingua e religione

La lingua parlata nel Regno Unito è l’inglese, madrelingua della popolazione dell’Inghilterra e dell’Irlanda del Nord.

In Galles e in Scozia esistono ancora piccole minoranze, molto tutelate, che parlano rispettivamente gallese e gaelico, lingue di origine celtica.

La religione maggioritaria è l’Anglicanesimo, una confessione che combina credenze e liturgie della Chiesa cattolica e di quella protestante e che ha come capo supremo il re (ma di fatto la guida degli anglicani è il vescovo di Canterbury). In Irlanda del Nord e in Scozia esistono consistenti minoranze cattoliche.

Molti immigrati residenti nel Regno Unito, soprattutto quelli provenienti dal Pakistan, dal Medio Oriente e dall’Africa Settentrionale, sono di religione musulmana. I più osservanti tra loro hanno fondato una rete di moschee e centri islamici dove praticano liberamente il loro culto.

Le città

Il Regno Unito è uno degli Stati più urbanizzati del mondo: come abbiamo visto, oltre l’80% della popolazione risiede nelle città. Le aree urbane più vaste e popolose si trovano quasi tutte in Inghilterra.

La più grande e importante area metropolitana è quella della capitale Londra (8.825.000 abitanti): si estende in un raggio di decine di chilometri dalla città e la sua popolazione conta in tutto 14 milioni di persone circa. Londra è sempre stata il centro economico, politico e culturale di tutto il Regno Unito, e ancora oggi è il cuore delle istituzioni britanniche: qui risiede il sovrano (nello splendido Buckingham Palace) e ha sede il Parlamento (nel palazzo neogotico di Westminster, la cui torre dell’orologio, il celebre Big Ben, è uno dei simboli della città). È anche una delle città più vivaci dal punto di vista culturale, visitata ogni anno da milioni di turisti.

Le altre città inglesi di una certa importanza sono soprattutto grandi poli industriali: i luoghi in cui ebbe origine la Rivoluzione Industriale all’inizio del XIX secolo.

Birmingham (1.137.000 abitanti, 4 milioni nell’area metropolitana) è la seconda città del Regno Unito; Liverpool (491.000 abitanti) è un porto strategico, mentre Manchester (545.000 abitanti), con la sua area metropolitana che conta quasi 3 milioni di abitanti, è il secondo polo industriale dopo Londra.

Edimburgo (513.000 abitanti) è la capitale della Scozia e un importante centro economico, sede di industrie avanzate. Vanta inoltre una prestigiosa università ed è una delle città britanniche più ricche di proposte culturali. Anche per questo motivo è visitata da molti turisti. L’altra grande città scozzese è Glasgow (621.000 abitanti), il maggiore centro industriale e commerciale della Scozia.

La capitale del Galles è Cardiff (361.000 abitanti). Polo industriale ed estrattivo di primaria importanza durante la Rivoluzione Industriale (grazie alle numerose miniere di carbone dei dintorni), fu colpita da una grave crisi nei primi decenni del XX secolo. Ora sta tornando a essere un attivo centro economico grazie a importanti investimenti nel settore dei servizi e al suo porto commerciale.

Infine, la capitale dell’Irlanda del Nord, Belfast (340.000 abitanti), è un importante centro industriale e portuale.

LONDRA

CAPITALE del REGNO UNITO
LA CITTÀ più visitata d’EUROPA
AREA METROPOLITANA: 14 MILIONI di abitanti
La città con la METROPOLITANA PIÙ ANTICA del MONDO

EDIMBURGO

CAPITALE della SCOZIA dal 1482
SORGE SU 7 COLLI
CENTRO STORICO PATRIMONIO UNESCO
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L’economia

Il Regno Unito è la quinta potenza economica mondiale, e la seconda d’Europa dopo la Germania. Il ruolo di pioniere dell’industrializzazione, svolto dal Regno Unito ormai oltre 150 anni fa, ha permesso al Paese di rimanere in testa alle classifiche di produttività fino a oggi. In anni recenti, però, si era fatta molto forte la concorrenza dell’economie cinese, indiana e brasiliana. La crisi economica mondiale iniziata nel 2008 ha colpito anche il Regno Unito, in particolare provocando un peggioramento dei conti pubblici e del bilancio dello Stato, e il Governo è stato costretto ad aumentare le tasse per garantire servizi essenziali come la sanità e l’istruzione, causando non poche proteste da parte della popolazione.

L’agricoltura e le materie prime

L’agricoltura è estremamente automatizzata e meccanizzata, e impiega la minor percentuale di popolazione (poco più dell’1%) rispetto a tutti gli altri Paesi europei. Solo le regioni meridionali dell’Inghilterra si prestano alle colture intensive e il Regno Unito non è autonomo sul piano alimentare ma deve importare cibo dall’estero per sostentare la sua numerosa popolazione. Le colture intensive più diffuse sono cereali, patate, barbabietole e luppolo (ingrediente fondamentale per produrre la birra).

Nel Galles e in Scozia prevalgono invece le zone incolte destinate all’allevamento, soprattutto ovino, da cui si ricava la lana che alimenta l’industria tessile. La pesca è molto praticata nel Mare del Nord.

Il Regno Unito (soprattutto il Galles) è sempre stato ricco di giacimenti di carbone, che dall’inizio della Rivoluzione Industriale fino a pochi decenni fa ha rappresentato la principale risorsa energetica e a tutt’oggi assicura circa un quinto dell’energia necessaria. Ma i problemi derivati dall’utilizzo così massiccio del carbone, in particolare l’inquinamento, hanno portato a un progressivo abbandono di questa fonte energetica in favore di fonti rinnovabili e, soprattutto, di altri generi di combustibili fossili (petrolio e gas naturale), estratti dalle piattaforme situate soprattutto nel Mare del Nord.

L’industria

Nell’industria sono sviluppati in particolare i comparti siderurgico, meccanico, tessile e metallurgico; negli ultimi anni tuttavia in netta crescita sono settori più avanzati come quello chimico, aeronautico, farmaceutico ed elettronico.

I servizi

Nel terziario è impiegato l’80% della popolazione. Il Regno Unito è uno dei maggiori centri finanziari e bancari del mondo: multinazionali, banche e società finanziarie hanno la propria sede in uno dei quartieri centrali di Londra, la City, dove si trova anche una delle più influenti Borse valori . Queste attività sono esposte a qualche incognita negli scenari relativi alla Brexit (vedi pp. 18-19), perché le esportazioni e le attività finanziarie rivolte al mercato comune europeo potrebbero risentire della minore integrazione, per esempio a causa di dazi doganali e delle incertezze relative al cambio tra le due monete.

Nell’economia britannica rivestono un ruolo di primo piano il commercio e il settore dei trasporti (Londra, con l’aeroporto di Heathrow, è uno dei principali snodi aeroportuali mondiali). Hanno inoltre acquisito sempre maggiore importanza il settore delle comunicazioni e quello del turismo.

Geo2030 - volume 2
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L’Europa