Geo2030 - volume 2

LA STORIA

Zona di confine ai tempi dell’Impero Romano, la Germania era abitata da popolazioni che sconfissero a più riprese l’esercito di Roma, bloccandone l’espansione oltre il Reno. Unificato per breve tempo sotto il Sacro Romano Impero di Carlo Magno, il territorio tedesco tornò presto a essere diviso politicamente in una serie di Stati e città-Stato feudali, anche se nominalmente ancora sotto la sovranità di un imperatore. Le dinastie imperiali si succedettero per tutto il Medioevo e l’età moderna, senza però riuscire a unificare la nazione.

A complicare la situazione politica e sociale del territorio tedesco (e di tutta Europa) fu nel XVI secolo Martin Lutero, portavoce della Riforma protestante che portò alla divisione dell’Europa cristiana in cattolici e protestanti.

La violenza tra le due confessioni esplose nel XVII secolo nella Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che coinvolse molti Stati europei, in particolare quelli tedeschi.

All’inizio del XIX secolo i territori occidentali e meridionali della Germania furono conquistati da Napoleone Bonaparte; all’occupazione francese si oppose la Prussia, che da circa un secolo era lo Stato tedesco più importante e militarmente potente e che nel 1871 riuscì a unificare la Germania.

Berlino distrutta dai bombardamenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Le due guerre mondiali

Lo Stato prussiano impegnò il Paese in un’aggressiva politica militaristica, che culminò nella sconfitta della Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Il governo monarchico cadde e fu sostituito dalla cosiddetta Repubblica di Weimar (1919-1933).

Tuttavia le gravi conseguenze del conflitto crearono un clima di instabilità sociale che portò all’instaurazione di un regime dittatoriale sotto Adolf Hitler. Dopo aver vinto le elezioni democratiche nel 1933, Hitler, a capo del Partito Nazista, acquisì sempre più potere e nel 1939 diede inizio all’invasione di vari Stati europei provocando lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, da cui la Germania uscì sconfitta nel 1945.

Invasa dalle forze alleate e devastata dai bombardamenti, la Germania fu divisa in due Stati: la Repubblica Federale Tedesca (RFT), vicina alle democrazie europee occidentali e agli Stati Uniti, e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT), sotto l’influenza dell’Unione Sovietica. La capitale, Berlino, fu tagliata in due dal celebre Muro: la città rimase capitale della RDT, mentre la RFT dovette spostare la propria nella città di Bonn, nella Renania Settentrionale-Westfalia.

Nel 1989, dopo la crisi dell’Unione Sovietica, il Muro fu abbattuto e la Germania, nel 1990, tornò a essere un unico Stato con Berlino capitale (1991).

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L’ORDINAMENTO POLITICO

La Germania è una repubblica federale: il Paese è suddiviso in 16 Länder (Land al singolare), cioè Stati federali che godono di ampia autonomia.

Ogni Land ha un proprio Parlamento eletto localmente e un Governo che ha competenza per quanto riguarda gli affari locali. Dei 16 Länder, prima del 1990, 11 facevano parte della Repubblica Federale, mentre gli altri cinque, Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia, appartenevano alla Repubblica Democratica.

Al di sopra dei Governi locali operano le istituzioni federali, composte dal Bundestag, il Parlamento, e da un Governo presieduto dal Cancelliere (il Primo Ministro), che si occupano delle questioni relative all’intero Stato federale e alla politica estera. Ogni Land è rappresentato nel Consiglio Federale, il Bundesrat, da un numero variabile di rappresentanti (da tre a sei, in base alla popolazione del Land), per un totale di 69 membri.

Dal punto di vista politico, esistono partiti a livello federale e altri che operano soltanto a livello di Land. Il più noto e influente di questi ultimi è la CSU (Christlich-Soziale Union in Bayern, Unione Cristiano-Sociale Bavarese), che opera solo in Baviera ma possiede una cospicua rappresentanza al Parlamento federale.

geoOGGI

IL NEONAZISMO

Nonostante le severe norme della Costituzione tedesca (promulgata nel 1949) contro la ricostituzione del Partito Nazista, negli ultimi anni si sta assistendo alla crescita di partiti e movimenti sociopolitici che si ispirano al nazionalsocialismo. I programmi di questi partiti combinano un acceso nazionalismo con una serie di rivendicazioni sociali, come la crescita dell’occupazione e norme più restrittive nei confronti degli immigrati.

Preoccupazione ha destato il successo del nuovo partito AfD (Alternative für Deutschland, Alternativa per la Germania), vicino all’estrema destra, che alle elezioni del 2017 ha ottenuto quasi 100 seggi al Parlamento federale, il Bundestag.

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L’Europa