GEOOGGI - VERSO UNA TROPICALIZZAZIONE DEL CLIMA

GEOOGGI

VERSO UNA TROPICALIZZAZIONE DEL CLIMA

I suoi effetti li viviamo ormai in prima persona: d’estate l’Italia e l’Europa sono sempre più frequentemente colpite da ondate di caldo e afa provenienti dall'Africa, con temperature molto elevate, e dalle cosiddette “bombe d’acqua”, cioè temporali e piogge molto intensi che scaricano enormi quantità di acqua in pochissimo tempo, provocando allagamenti e alluvioni; d’inverno, invece, le nevicate sono sempre più rare.
Stiamo parlando del fenomeno che alcuni studiosi chiamano “tropicalizzazione del clima”, cioè la comparsa sempre più frequente, nella fascia climatica temperata in cui si trovano l’Italia e gran parte dell’Europa, di fenomeni meteorologici tipici della fascia climatica tropicale. La causa principale è il riscaldamento globale: gli studiosi hanno calcolato che le temperature medie in Italia si sono innalzate di circa 1,4°C dal 1960 a oggi, più dell’incremento medio mondiale, stimato intorno a 1 °C. Può sembrare poca cosa, ma in realtà è sufficiente a modificare il clima di intere regioni e continenti.
Calore significa energia, e un aumento del calore porta a un aumento dell’energia accumulata nell'atmosfera e nei mari, che si scarica con fenomeni intensi, come trombe d’aria e perturbazioni che assomigliano sempre di più alle tempeste tropicali. In realtà molti studiosi sono cauti nel parlare di tropicalizzazione del clima nelle aree temperate, perché nelle fasce tropicali il clima è fortemente condizionato da fenomeni che in Europa non troviamo, come i venti alisei (venti costanti) o i monsoni (venti ciclici): i modelli meteorologici sono quindi completamente diversi.
Gli effetti però sono simili. In Europa Meridionale, per esempio, le minori piogge contribuiscono al fenomeno della desertificazione, con gravi conseguenze sull'agricoltura e l’economia di intere regioni.
Non è invece in discussione il fenomeno della tropicalizzazione del Mar Mediterraneo.
L’aumento della temperatura delle sue acque ha infatti reso il nostro mare l’habitat ideale per pesci e animali marini che normalmente vivono nelle acque tropicali. Queste specie “aliene” emigrano nel Mediterraneo entrando dallo Stretto di Gibilterra oppure passando dal Canale di Suez, la via d’acqua artificiale che collega Mediterraneo e Mar Rosso. I nuovi arrivati competono con le specie autoctone, cioè originarie, portandole spesso a rischio estinzione, con gravi conseguenze sia per l’ecosistema marino sia per le attività umane legate al mare, come la pesca.

Geo2030 - volume 1
Geo2030 - volume 1
L’Italia e l’Europa