… con i dolci
Come vuole la tradizione, ogni pranzo di nozze, compleanno o ricorrenza si conclude con le bollicine di una bottiglia stappata al momento del dessert. Ma quali bollicine scegliere? I dolci si sposano con i vini dolci: un Asti Spumante o un Brachetto d’Acqui esalteranno il sapore dei dessert, soprattutto di quelli cremosi e al cucchiaio, ripulendo la bocca dalla grassezza degli ingredienti allappanti come la panna o le creme al burro. Servire un brut con il dessert significa rovinare sia il dolce che il vino; un’unica eccezione è ammessa a fine anno, quando nessuna critica può essere fatta alle finissime bollicine di uno Champagne che accompagnano un buon panettone artigianale a mezzanotte.
Le crostate a base di pasta frolla (con tendenza acida se ai frutti di bosco o alla marmellata) e le torte da forno caratterizzate da una discreta succulenza e una buona aromaticità, si abbinano a vini leggeri, fruttati e freschi (come il Moscato d’Asti o la Malvasia), che permettono di gustare il dessert senza assumere troppo alcol.
Dolci elaborati e complessi come la Sacher Torte, la mousse al gianduia o dolci a base di pan di spagna o pasta sfoglia come le torte Diplomatica o Millefoglie, vanno abbinati a vini più impegnativi, con una grande persistenza gustativa come i passiti, più o meno giovani e ottenuti da uve bianche o rosse, caldi e morbidi. Questi ultimi, se maturati e invecchiati, costituiscono la categoria dei vini “da meditazione”, cioè quelle “squisitezze per il palato” che accompagnano le conversazioni a fine pasto.
I dolci caldi come i soufflé, lo zabaione e le creme calde in genere si abbinano a vini con temperature sui 20 °C oppure a un distillato con tenore alcolico decisamente più elevato.