UNA TECNICA ACROBATICA: IL FLAIR

UNA TECNICA ACROBATICA: IL FLAIR

Si chiama bartending estremo o flair (dal termine inglese che significa “stile”, “eleganza”, ma anche
“talento”) l’insieme delle tecniche acrobatiche utilizzate dal barman o dalla barlady per la preparazione di cocktails. Questa tecnica venne messa a punto negli anni Ottanta del Novecento da alcuni professionisti californiani per velocizzare il lavoro e ridurre il tempo di attesa dei clienti.
Nel 1997, a Orlando (in Florida), venne fondata la FBA (Flair Bartenders’ Association) con lo scopo di dare sviluppo alla professione di flair bartender e organizzare concorsi in giro per il mondo.
In Italia si iniziò a parlare di flair bartending nel 1992, quando giunsero dagli Stati Uniti le prime attrezzature, grazie all’iniziativa di Stefano Talice e Gianluca Pomati e al bartender portoghese Paulo Ramos, che aprirono la prima scuola italiana di flair.

Il flair bartender

Nella tecnica flair il barman viene definito bartender. Il suo compito è quello di intrattenere e stupire il cliente che, incuriosito e affascinato, sarà indotto al consumo. È necessario attenersi alle seguenti regole di base:
  • coinvolgimento del cliente;
  • velocità di esecuzione;
  • spettacolarità e intrattenimento;
  • costanza dei risultati;
  • qualità del prodotto finale.
Le tecniche utilizzate sono più o meno acrobatiche e a effetto; tra le più scenografiche ricordiamo il lancio e la presa degli strumenti di lavoro (bottiglie, shaker, ghiaccio ecc.), che può avvenire davanti o dietro la schiena del bartender; i versaggi multipli e contemporanei durante la preparazione di una o più ricette; la capacità di tenere in una sola mano due o più bottiglie.
Oltre alle doti creative o d’intrattenimento è necessario:
  • saper organizzare la zona di lavoro;
  • essere in possesso di una buona tecnica di lavoro;
  • avere raggiunto una notevole precisione nei dosaggi;
  • essere veloce nell’esecuzione delle ricette;
  • avere molta attenzione nei confronti del cliente.

Il servizio

Oltre alle capacità tecniche, un bravo bartender deve anche saper vendere.
La vendita è un processo di persuasione del cliente che inizia quando questo entra nel locale: bisogna accoglierlo sempre con un sorriso, metterlo a proprio agio, comportandosi in modo naturale ed empatico (facendosi cioè carico dei suoi desideri o problemi), e ottenere la sua soddisfazione.
Il momento del commiato, quando il cocktail è già stato consumato, è importante per capire se il cliente è soddisfatto del prodotto offerto e del servizio. Anche in questo frangente bisogna sempre essere sorridenti e ricordarsi di salutare il cliente, ringraziandolo.

curiosità

Già a metà del XIX secolo, il barista statunitense Jerry Thomas aveva anticipato la moda del flair. Durante la preparazione del “Blue Blazer”, uno dei suoi cocktail, versava una miscela infiammata di Scotch Whisky, acqua bollente e zucchero da un boccale all’altro, creando una spettacolare scia di fuoco.

Protagonisti in Sala
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Corso di sala e vendita per il secondo biennio e il quinto anno