Le tecniche

Le tecniche

L’arte della miscelazione, cioè la capacità di mescolare diversi ingredienti alcolici, non alcolici e aromatici in modo proporzionato ed equilibrato, sfrutta principalmente due tecniche che il barman deve conoscere per abbinare e servire sapientemente i cocktail.

La tecnica classica

Il barman o la barlady in divisa preparano il cocktail con movimenti lenti e raffinati, mentre parlano con il cliente della ricetta che stanno eseguendo o della sua storia.
I componenti sono versati a mano libera o con il jigger, e si misurano in centilitri (cl) o, come in passato, in decimi.
UNITÀ DI MISURA DI VOLUME ANGLOSASSONI USATE NEL REGNO UNITO (UK) E/O NEGLI STATI UNITI (USA)
Unità
di misura
Traduzione
Numero di
ingredienti
Frazione
volume
totale
(= 5 Cl)
Centilitri
Paese in
cui sono
in uso
1 measure
misura
   
4
UK - USA
1 part parte
5
1/5
1 UK
1 part parte 4 1/4 1,3 UK
1 part parte 3 1/3 1,7 UK
1 part parte 2 1/2 2,5 UK
1 dash goccia     0,1 UK
1 fluid ounce oncia fluida     2,8 UK - USA
1 gill o noggin     14,2 UK
1 pint pinta     56 UK
1 pint pinta     47,3 USA
1 pony     3 USA
1 jigger     4,4 USA

L’INGLESE AL BAR

La maggior parte dei termini usati nella preparazione delle bevande miscelate è di origine anglosassone a cominciare dal nome “cocktail”.
Vediamo i più usati.
Blended drink: bevanda preparata con il blender come per esempio i frozen (p. 195).
Build drink: bevanda preparata direttamente nel bicchiere e composta da più ingredienti.
Build layered: bevanda a strati, preparata direttamente nel bicchiere.
Mix&Pour: bevanda preparata nel Boston senza ghiaccio e servita nel bicchiere con ghiaccio.
Muddling: fare una preparazione in cui frutta o erbe vanno pestate nel mixing glass prima di versarci la base alcolica.
Neat o straight: liquore o distillato che viene servito puro o con ghiaccio.
Shake&Pour: bevanda preparata nel Boston senza ghiaccio, ma agitata usando lo stesso bicchiere di servizio.
Shake&Strain: drink con ingredienti di difficile emulsione, preparato nel Boston con ghiaccio e versato filtrando nel bicchiere.
Shake&Strain with ice: bevanda identica allo Shake&Strain, ma servita con ghiaccio.
Stir&Strain: bevanda con ingredienti facilmente miscelabili messi nel mixing glass, miscelati/raffreddati con lo stirrer e poi versati filtrando nel bicchiere di servizio raffreddato.

La tecnica americana

Fatta di movimenti veloci e sicuri, si realizza in un ambiente ergonomico come una Bar station, cioè una zona del bar attrezzata in modo da permettere un servizio preciso ed efficiente (dosatori, speed bottle ecc.). I componenti vengono versati con l’ausilio di metal pour e i volumi sono misurati in once (oz).

Nuove tecniche
Negli ultimi anni, anche in Italia si sono diffuse due nuove tecniche con caratteristiche opposte.

La tecnica Ichi-go-Ichi-e
Arriva dal Giappone, e la traduzione del nome può essere “una possibilità nella vita”. È incentrata sul cliente: le attrezzature pregiate - bicchieri e mixing glass in cristallo, shaker tradizionali e jigger - sono maneggiate con movimenti aggraziati, che evitano di attirare l’attenzione sul barman per dare maggior rilievo al cliente.
Generalmente i cocktail sono arricchiti di profumi e sapori con l’impiego di spezie orientali.

La tecnica flair o flair bartending
Arriva dagli Stati Uniti: in inglese flair significa “facilità” e mette al centro dell’attività il bartender (barman o barlady) che, per preparare il cocktail, compie con abilità una serie di movimenti scenografici che intrattengono e coinvolgono il cliente. Di questa tecnica si parlerà diffusamente nel quinto anno.

Protagonisti in Sala
Protagonisti in Sala
Corso di sala e vendita per il secondo biennio e il quinto anno