INTERVISTA A PEPI MONGIARDINO: «Un mestiere anima e cuore»

  Slow Food presenta...

Intervista a

PEPI MONGIARDINO

Presidente e fondatore di Moon Import

«Un mestiere anima e cuore»

Pepi Mongiardino ha fondato a Genova la Moon Import, un’azienda d’importazione di alcolici, che ha una storia ormai quasi quarantennale.
In che cosa consiste il mestiere di importatore?
Consiste nello scovare prodotti buoni e nel saperli proporre al pubblico. È un lavoro faticoso perché si spende molto tempo a viaggiare e a conoscere i produttori. Ci deve essere una certa predisposizione a coltivare i rapporti personali: si entra in contatto con i produttori anche grazie al passaparola. Se in una zona ho un fornitore di cui mi fido, mi rimetto ai suoi consigli per andarne a scovare altri. Mi reco nell’azienda, assaggio, pago, e parlo con il titolare. Se i suoi prodotti e la sua filosofia lavorativa mi convincono, acquisto un campionario di bottiglie che assaggerò a casa, durante quello che chiamo “l’assaggio ragionato”. Bere un vino, un Whiskey o un Rum nel luogo in cui viene prodotto è molto pericoloso perché l’elemento della suggestione è forte. In questo lavoro ci si innamora troppo facilmente.
Come si coltiva il rapporto con i produttori?
Negli anni, oltre al rispetto reciproco, si sviluppa una sorta di “fratellanza”. I produttori non sono solamente persone con cui ho un rapporto commerciale, sono amici con cui condivido una certa idea. I produttori che seguono le mode non mi interessano. La nostra politica è seguire le persone che non cambiano le proprie convinzioni. Quelli che ci mettono “l’anima e il cuore”, insomma.
Come si conciliano qualità ed esigenze di mercato?
Uno dei compiti fondamentali di questo mestiere è la giusta formazione degli agenti che distribuiscono i nostri prodotti sul territorio. Gli agenti lavorano a provvigione, quindi tendono a vendere ciò che chiede il mercato, che non sempre è in cerca di prodotti di qualità.
È importante, quindi, potersi fidare dei collaboratori e sapere che, accanto agli articoli mainstream, propongono prodotti di livello.
Il suo gusto personale orienta le sue scelte commerciali?
Assolutamente: in catalogo non ho un prodotto che non mi piaccia.
Quando giro per le distillerie, non solo scelgo il distillato che mi piace di più, ma anche la botte in cui invecchia meglio: ogni botte è diversa dall’altra, e il sapore finale dipende dal luogo dell’invecchiamento, dallo spessore e dall’età del legno, dalla vicinanza del mare.
È cambiato l’approccio dei clienti al mondo del beverage?
Oggi da parte del cliente c’è più consapevolezza: sempre più persone cercano prodotti di nicchia e piccole produzioni contadine un tempo totalmente sconosciute, persino in ambito locale. Dall’altra parte sono anche aumentate le mode, come la recente passione per i vini biologici e biodinamici che, in alcuni casi, ha provocato repentini cambi di rotta sia nei produttori sia nei consumatori. La tentazione di farsi sedurre in questi casi è forte, ma credo che il dovere di un importatore sia anche quello di tenere sempre occhi e orecchie bene aperti, a volte andare in controtendenza e spesso anticipare quelle che saranno i nuovi interessi. E, perché no, educare i clienti attraverso le nostre scelte.

Protagonisti in Sala
Protagonisti in Sala
Corso di sala e vendita per il secondo biennio e il quinto anno