3. Enfleurage. Già conosciuto dagli Egizi, è un metodo quasi del tutto abbandonato per gli elevati costi e per i tempi molto lunghi di lavorazione.
Si usa per ricavare le fragranze dai petali dei fiori (fleur = fiore, in francese), che sono molto delicati. Il solvente impiegato è un grasso solido, che può essere di origine vegetale o animale: viene spalmato su due telai, formati da una lastra di vetro inserita in una cornice di legno, e su di esso si appoggiano i petali dei fiori. Poi i due telai vengono sovrapposti e lasciati riposare per alcuni giorni, trascorsi i quali i petali vengono tolti e sostituiti con altri: l’operazione viene ripetuta fino a quando il solvente è saturo di aroma. A questo punto il grasso viene raschiato dal vetro, ottenendo la cosiddetta pommade, cioè una pomata profumata dagli oli essenziali catturati dai fiori. Questo composto viene poi “lavato” con alcol etilico per ottenere (dopo una filtratura) l’essenza floreale.
4. Infusione. Si usa per le foglie, come accade con il tè, e per i fiori più delicati come la viola o la rosa. Consiste nel versare sulle materie prime sminuzzate un liquido bollente (di solito l’acqua), lasciandole in ammollo per un certo tempo.
5. Macerazione. È un processo a freddo che si usa quando la materia prima - di solito vegetale - contiene princìpi volatili che si alterano con il calore, oppure quando si vogliono estrarre solo alcune componenti. Si tengono le parti vegetali a contatto con il solvente per un periodo che varia da pochi giorni a qualche mese, a temperatura ambiente (cioè 25-30 °C). Per aumentare la superficie di contatto e la quantità di princìpi estratti, la materia prima (fiori, bucce, foglie ecc.) va sminuzzata finemente: radici e cortecce vanno pestate mentre i semi vanno ridotti in polvere grossolana. I solventi più utilizzati sono soluzioni di acqua e alcol; i recipienti possono essere di terracotta, vetro o legno. Prima dell’uso, il macerato va filtrato.
6. Percolazione. Consiste nel fare passare lentamente il solvente attraverso la materia prima polverizzata in modo da catturare le componenti aromatiche.
7. Spremitura. Si usa soprattutto per ottenere gli oli essenziali da alcuni frutti freschi o da altre parti vegetali come per esempio le bucce degli agrumi o, come nella foto, bacche di mirto.