Le acque minerali si possono classificare in vario modo secondo i parametri fisico-chimici considerati.
Se si considera il residuo fisso, ovvero la quantità di sali minerali che restano dopo aver fatto evaporare un litro d’acqua a 180 °C, che viene quantificato in mg/l, si distinguono acque:
- minimamente mineralizzate, con un residuo fisso inferiore a 50 mg/l;
- oligominerali, con un residuo fisso tra 50 e 500 mg/l;
- mediominerali, con un residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l;
- ricche di sali minerali, con un residuo fisso superiore a 1500 mg/l.
Se si considera la presenza di anidride carbonica si distinguono acque:
- piatte, che hanno un contenuto di gas non apprezzabile dal punto di vista organolettico;
- effervescenti naturali, che hanno un contenuto di gas apprezzabile già alla sorgente;
- frizzanti o gassate: sono acque piatte a cui viene aggiunta anidride carbonica.
Infine, in base a una concentrazione particolarmente importante di uno specifico sale minerale si distinguono acque bicarbonatiche, calciche, magnesiache, sodiche e così via.