L’uomo dalle due identità di R.L. Stevenson

L’uomo dalle due identità


di R.L. Stevenson (autore scozzese del XIX sec.)

Londra, XIX secolo: il dottor Jekyll riesce a creare una pozione che è in grado di separare la parte cattiva e la parte buona che si trovano in ognuno di noi. In questo modo il dottor Jekyll si può trasformare in Mister Hyde, un concentrato di malvagità, mentre quando è il dottor Jekyll può continuare la sua vita rispettabile.


Un giorno il dottor Lanyon riceve una lettera in cui il suo amico Jekyll lo supplica di andare nel suo studio a prendere un cassetto contenente dei composti chimici e gli annuncia che dopo la mezzanotte un uomo andrà a casa di Lanyon a ritirare il misterioso cassetto.

Il brano che segue è un estratto della lettera che Lanyon scrive al suo amico Utterson, in cui racconta il suo incontro con l’uomo mandato da Jekyll...

Era appena suonata la mezzanotte su Londra, quando bussarono lievemente alla mia porta. 

Andai io stesso ad aprire, e mi trovai davanti a un uomo di bassa statura, accovacciato fra i pilastri del portico.

«Venite da parte del dottor Jekyll?», domandai.

Mi rispose di sì; e, quando gli dissi di entrare, mi obbedì, gettando un’occhiata indietro nell’oscurità della piazza. C’era una guardia non lontano, che veniva avanti con la lanterna accesa; pensai che il mio visitatore la temesse, e, infatti, entrò in fretta. 

Lo condussi nel mio studio e finalmente potei vederlo chiaramente. Non avevo mai messo gli occhi su di lui prima, ne ero certo.

Era piccolo, come ho già detto; e fui colpito, oltre che dalla terribile espressione della sua faccia, dalla notevole mescolanza di grande forza muscolare e di grande debolezza di costituzione. E fui colpito anche dalla strana sensazione di disagio che mi provocava la sua vicinanza.


Lì per lì, attribuii quel disagio a un disgusto personale, a un’idiosincrasia; ma poi ebbi motivo di credere che la causa si basasse su qualcosa di molto più nobile del sentimento dell’odio.

Quell’essere (che sin dal primo momento del suo ingresso aveva sollevato [causato] in me una curiosità piena di disgusto) era vestito in maniera capace di rendere ridicola qualsiasi persona normale.

I suoi abiti, sebbene fossero di fattura elegante e sobria, erano enormemente ampi per lui: i pantaloni gli pendevano sulle gambe ed erano rimboccati per non toccare il suolo,

la giacca gli arrivava sotto i fianchi, il colletto gli si allargava sulle spalle. Strano a dirsi, questo grottesco [assurdo] abbigliamento era ben lontano dal farmi ridere. Al mio interesse per la natura e il carattere dell’uomo si aggiungeva quindi la curiosità circa la sua origine, la sua vita, la sua fortuna e la sua posizione nel mondo. Queste osservazioni, sebbene richiedano molto spazio per essere riferite, allora furono istantanee.


Il mio visitatore era in preda a una cupa agitazione.

«L’avete?», gridò. «L’avete?» E la sua impazienza era tanto viva, che la sua mano si posò sul mio braccio e cercò di scuotermi. Lo respinsi, avvertendo al suo contatto un certo brivido gelato nelle vene.

«Via, signore», dissi, «dimenticate che non ho ancora il piacere di conoscervi. Sedete, prego».

Gli detti l’esempio, e sedetti anch’io nella mia poltrona, assumendo le solite maniere che uso verso un paziente, per quanto me lo permettevano l’ora tarda, la natura delle mie preoccupazioni, e l’orrore che provavo per il mio ospite.


«Vi chiedo scusa, dottor Lanyon», rispose quello, abbastanza cortesemente. «Quanto dite è molto giusto; la mia impazienza ha vinto l’educazione. Vengo per ordine del vostro collega, dottor Henry Jekyll, per un affare di una certa importanza; e so che...», s’interruppe, e si portò una mano alla gola e mi accorsi che, nonostante i suoi modi composti, stava lottando contro l’approssimarsi [avvicinarsi] di una crisi isterica: «So che un certo cassetto...».


A questo punto ebbi pietà dell’ansia del mio visitatore, anche forse per la mia crescente curiosità.

«Eccolo, signore», dissi indicando il cassetto che giaceva sul pavimento.


Quello si precipitò, poi si trattenne, e si portò una mano al cuore. Potevo sentire i suoi denti scricchiolare nel movimento convulso della mascella; e la sua faccia era così spettrale a vedersi, che mi allarmai per la sua vita e la sua ragione.

«Calmatevi», gli dissi.

Mi rivolse un terribile sorriso, e con l’impulso della disperazione, tirò a sé il cassetto.


Alla vista del contenuto, emise un forte singhiozzo di un tale immenso sollievo che io rimasi pietrificato.

Subito dopo, con una voce già tornata normale, mi domandò:

«Avete un bicchiere graduato?».

Gli porsi quello che chiedeva.

Mi ringraziò con un sorridente cenno d’assenso, misurò poche gocce del liquido rosso e vi aggiunse una delle polveri.

La miscela, che da principio era di colore rossastro, diventò, man mano che i cristalli si scioglievano, più chiara ed effervescente, e prese a emanare piccoli getti di vapore.

Improvvisamente, nello stesso attimo, l’ebollizione cessò e il composto diventò di uno scuro color porpora, che poi cambiò di nuovo e più lentamente in un color verde acqua.


Il mio visitatore, che aveva osservato quelle metamorfosi con occhio attento, sorrise, depose il bicchiere sulla tavola, poi si voltò a guardarmi con aria scrutatrice.

«E ora concludiamo», disse. «Dottor Lanyon volete essere saggio? Volete un buon consiglio? Permettete che io prenda questo bicchiere in mano, e me ne vada dalla vostra casa senza ulteriori parole. Oppure la curiosità domina in voi? Pensateci, prima di rispondere, perché sarà fatto quello che deciderete voi. Se deciderete di lasciarmi andare, resterete come prima, né più ricco né più saggio. Oppure, se preferirete sapere, qui, in questa stanza e in questo stesso attimo, si apriranno davanti a voi tutto un nuovo mondo di cognizioni, e nuove vie verso la fama e il potere; la vostra vista sarà abbagliata da un prodigio tale da scuotere l’incredulità di Satana.»

«Signore», dissi io, ostentando una freddezza che ero ben lontano dal provare, «parlate per enigmi. Ma ormai sono andato troppo avanti su questa via per arrestarmi prima di vederne il termine».

«Bene», rispose il mio visitatore. «Lanyon, ricordate i vostri voti: ciò che segue è sotto il suggello del segreto professionale. E ora guardate!»

Si portò il bicchiere alle labbra, e bevve il contenuto in un sorso. Udii un grido; barcollò, vacillò, si aggrappò alla tavola con gli occhi sbarrati e iniettati di sangue, ansando con la bocca aperta.

Mentre lo guardavo si trasformava, pareva gonfiarsi, la faccia diventò improvvisamente nera, i suoi lineamenti parvero dissolversi e alterarsi.


L’attimo successivo io ero balzato in piedi e, con l’animo sommerso dal terrore, indietreggiavo verso il muro, alzando il braccio come per difendermi da quel prodigio.

«Oh, Dio!», gridai, e poi di nuovo: «Oh, Dio, oh, Dio!».

Davanti ai miei occhi, pallido, tremante, e mezzo svenuto, con le mani che annaspavano in avanti, come un uomo che risusciti, stava Henry Jekyll!


Quello che mi disse durante l’ora che seguì, non sono capace di trascriverlo sulla carta.

Vidi quello che vidi, udii quel che udii, e il mio animo ne cadde ammalato; e anche ora, che quella vista non è più davanti ai miei occhi, mi chiedo se debbo credervi, e non so rispondere.


La mia stessa vita è scossa dalle radici [profondamente]; il sonno mi ha abbandonato; il più mortale terrore mi domina a ogni ora del giorno e della notte; sento che le mie ore sono contate, e che devo morire; eppure morrò incredulo.

Quanto alla storia che quell’uomo mi ha rivelato, anche se con le lacrime del pentimento, non sono capace neppure nel ricordo di pensarvi se non con un brivido di orrore.

Dirò solo una cosa, Utterson: la creatura che s’insinuò in casa mia quella notte era, secondo la confessione dello stesso Jekyll, conosciuta con il nome di Hyde, ed era ricercata in ogni angolo della Terra come l’assassino di Carew.


Hastie Lanyon

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esercizi

LE TECNICHE E IL GENERE

  • I luoghi descritti sono:
    • reali.
    • immaginari.

  • I fatti descritti sono:
    • verosimili.
    • inverosimili.
     
  • L’inizio del brano mostra una scena notturna. Quale aspettativa crea nel lettore?
  • Sta per succedere qualcosa di                                                                                              .
Laboratorio sul testo

  • Perché gli abiti che indossa Hyde gli stanno grandi?
    • Li ha rubati.
    • Sono del dottor Jekyll.
     
  • Prima di bere la pozione, Hyde ricorda al dottor Lanyon che è un medico, perché:
    • deve essere pronto a soccorrerlo.
    • deve mantenere il segreto professionale.
     
  • Nella storia il colpo di scena avviene quando:
                                                                                                                                                           .
competenze linguistiche

  • Lanyon scrive: “non sono capace neppure nel ricordo di pensarvi se non con un brivido di orrore”. Cioè Lanyon al ricordo di quanto è successo:
    • prova un brivido d’orrore.
    • non prova un brivido d’orrore.
     
  • Nel brano viene adoperata l’espressione “ero ben lontano da...” . È una litote, cioè una figura retorica che esprime un’idea attraverso la negazione del suo contrario. Trasforma le frasi seguenti.
  • Lucia era molto agitata = Lucia era ben lontana dall’essere tranquilla.
  • Marco era ben lontano dall’essere riposato = Marco era molto                                            .
  • Chiara era molto infelice = Chiara era ben lontana dall’essere                                              .
  • Luigi era ben lontano dall’essere leale = Luigi era molto                                                         .

La dolce fiamma - I saperi fondamentali
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Narrativa