a tu per tu con l’autore
Primo Levi sopravvisse alle disumane condizioni dei campi di concentramento nazisti, in cui, durante la Seconda guerra mondiale, furono sterminati milioni di uomini: ebrei, zingari, omosessuali e disabili. Negli anni seguenti la fine della guerra, Levi si assume l’impegno doloroso di raccontare il momento più tragico della storia occidentale, da lui direttamente vissuto.
Il suo racconto è oggettivo e preciso, non formula esplicite condanne, così il lettore è messo nella condizione di valutare da sé fatti, idee e persone.
Leggere Levi oggi “dunque” significa da un lato conoscere e giudicare il passato, dall’altro accogliere un avvertimento per i tempi presenti e futuri.