Vulcano
di Dacia Maraini (autrice italiana contemporanea)
di Dacia Maraini (autrice italiana contemporanea)
Erano anni di povertà, in una Sicilia povera e frastornata, bellissima nelle sue acque pulite e nei suoi campi coltivati. Erano gli anni in cui mio padre mi portava in giro per il mondo come un giovane compagno di cui si poteva fidare.
Affittammo una casa molto semplice, molto spartana e rustica, come era nei gusti di mio padre. Era una casupola sgangherata e spoglia, in cui si dormiva su delle brandine e la cucina era fornita di un solo fornello che andava a carbone, il bagno si trovava in un casotto nel giardino.
Oggi penso che il mio giovane padre e il suo bellissimo amico volessero semplicemente spaventarmi. Fatto sta che il panino mi è rimasto in gola e che sono stata presa da una specie di vertigine. Come se una forza magnetica mi attirasse verso il fondo di quella voragine tumultuosa.
Poi, più tardi, siamo ridiscesi a valle scivolando in mezzo al ghiaione di pietra pomice, le scarpe piene di polvere e di sassi, le gambe coperte di graffi, l’odore di zolfo nel naso. Quella sera mi sono addormentata di schianto e ho fatto sogni terribili e grandiosi. Venivo inghiottita da forze oscure e poi espulsa verso le nuvole in un trionfo di scintille cocenti.
Ho conosciuto altre isole: Salina, Stromboli, Ustica. Ma nessuna isola mi ha mai colpita come la Vulcano degli anni Cinquanta. Non ho voluto più tornarci perché dai racconti degli amici ne ho ricavato un ritratto disastroso: alberghi immensi, recinzioni, strade, cabine di cemento, villette, insomma una rovina che non stento a immaginare conoscendo altre zone del nostro Paese come erano state prima e come sono state trasformate dopo, nella furia di una rapina del territorio che non ha avuto pause fino ai nostri giorni.
La dolce fiamma - I saperi fondamentali
Narrativa