Arte viva - Il tempio di Abu Simbel

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 Il tempio di Abu Simbel

Il problema della tutela dei monumenti egizi è all’attenzione di tutti da alcuni decenni, da quando cioè è stato necessario chiudere al pubblico le principali tombe della Valle dei Re perché l’enorme afflusso di visitatori stava rovinando le pitture che le decorano.

Il “salvataggio” del tempio del faraone Ramesse II ad Abu Simbel è di tutt’altra natura.

Il tempio era stato edificato, intorno al 1250 a.C., sulla riva occidentale del Nilo. Nel corso degli anni Sessanta del Novecento il governo egiziano iniziò la costruzione della diga di Assuan che, una volta terminata, avrebbe dato origine a un immenso lago artificiale. Quando si capì che le acque del lago avrebbero rischiato di sommergere il tempio, grazie a un’ampia collaborazione internazionale si smontò, letteralmente, l’edificio e lo si spostò poco distante, al sicuro. I lavori durarono dal 1964 al 1968 e furono guidati da una squadra di cavatori di marmo italiani.

Il tempio ha un’altezza di 33 metri per una larghezza di 38; alla facciata sono addossate quattro grandiose statue di Ramesse II, alte 20 metri. Due volte l’anno i raggi del sole penetrano nell’edificio fino alla sua sala più interna, il Santuario, per illuminare un’altra statua del faraone.

Artelier
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Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva