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La pubblicità

La pubblicità è una forma di comunicazione visiva studiata in modo da catturare l’attenzione di un pubblico e fargli conoscere prodotti o servizi attraverso dei messaggi specifici.

Il messaggio pubblicitario utilizza contemporaneamente più codici grafici: si serve di immagini e parole e, nel caso di spot in tv o in radio, anche di suoni e rumori.

Il termine italiano deriva dall’aggettivo e sostantivo “pubblico”, ossia che riguarda il popolo, la popolazione. Quindi l’origine della parola ci parla del suo scopo: informare una parte quanto più ampia possibile di persone, anche molto distanti dal luogo da cui il messaggio parte.

Un po’ di storia…

Se già sui muri delle case di Pompei comparivano inviti a votare un dato candidato alle elezioni o si decantavano le qualità di una stoffa in vendita, le prime forme di pubblicità nel senso in cui la intendiamo oggi si sono sviluppate a partire dell’invenzione della stampa: nel 1479 un tipografo britannico diffuse un opuscolo per pubblicizzare i suoi lavori e servizi.

È stato però nell’Ottocento che la pubblicità, in seguito alla Rivoluzione industriale e alla necessità di vendere i prodotti che uscivano dalle fabbriche, ha iniziato a evolversi e occupare uno spazio sempre maggiore nella comunicazione. In un primo tempo si utilizzavano esclusivamente i manifesti e le pagine dei giornali, in seguito anche gli annunci alla radio e gli spot in televisione.

Con la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, per la pubblicità si sono aperte nuove vie: pannelli elettronici, schermi digitali su facciate di case e negozi, messaggi su internet in forma di pop-up (finestre che si aprono entrando in un sito), banner (annunci inseriti in un sito), video che si attivano automaticamente all’apertura di pagine web.

Oggi la pubblicità è ovunque: cartelloni e manifesti lungo le strade e nelle città, insegne luminose sui palazzi, sponsor su indumenti e accessori vari, spot su ogni mezzo di comunicazione.

i professionisti

La pubblicità è una forma di comunicazione complessa e deve quindi essere ideata da professionisti che siano in grado di gestirne tutti gli aspetti e di organizzare i diversi momenti in cui si articola una campagna pubblicitaria, vale a dire la diffusione della pubblicità di un prodotto in contemporanea su più mezzi di comunicazione.

Il linguaggio pubblicitario cambia in base allo scopo finale che si prefigge, cioè al messaggio che vuole dare, e al pubblico che vuole raggiungere, che determina anche la scelta del mezzo di comunicazione più adatto.

La pubblicità oggi è gestita da agenzie specializzate, dove collaborano varie figure professionali con competenze diverse, suddivise in reparti.


  • Reparti di account, planning e media: rappresentano il tramite tra il cliente che richiede il servizio e l’agenzia. Il loro scopo è:

    • capire quali sono le caratteristiche del prodotto da pubblicizzare;

    • il target di consumatori, cioè quale tipologia di persone acquisterà quel prodotto o servizio;

    • la tipologia di concorrenza;

    • quale sarà il mercato dove il prodotto verrà venduto;

    • quale sarà il budget (la quantità di denaro che il cliente ha intenzione di investire per pubblicizzare il suo prodotto) a disposizione per la campagna pubblicitaria;

    • la tipologia di diffusione e di mezzi mediatici utilizzabili durante la campagna pubblicitaria.

  • Reparto creativo: attua il progetto pubblicitario dopo che è stato pianificato. Le figure professionali più importanti sono:

    • l’art director, che si occupa delle immagini, del marchio o del logo, della scelta delle tecniche della parte visiva della campagna pubblicitaria, coordinando i grafici;

    • il copywriter, invece, si occupa di scrivere i testi ed eventualmente di creare uno slogan, vale a dire la frase a cui è affidato il compito di attirare l’attenzione, caratterizzare il prodotto e farlo ricordare, che deve distinguersi per originalità ed efficacia comunicativa.

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    Le funzioni della pubblicità
  • La pubblicità di tipo commerciale (1) è la tipologia più diffusa e ha lo scopo di sollecitare nuovi bisogni, invogliare e invitare al consumo e condizionare gli acquisti di un prodotto o di un servizio.

  • La pubblicità sociale (2) mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche e tematiche di carattere morale e civile riguardanti la comunità, e non ha scopi economici. Attraverso immagini e parole si invitano gli osservatori a riflettere sui diritti umani, su questioni legate alla salvaguardia dell’ambiente, invitandoli ad agire e prendere posizione in favore di buone cause. I messaggi di questo genere denunciano, dunque, un problema, invitano a prenderne coscienza e, in qualche caso, indicano una possibile soluzione.
  • Artelier
    Artelier
    Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva