L’arte informale

L’arte informale

La cancellazione totale delle forme naturalistiche caratterizza la cosiddetta Arte informale, che è detta anche “Espressionismo astratto” per indicare che l’astrazione è la modalità con cui si manifesta un certo modo di esprimersi degli artisti.

Il colore è protagonista assoluto, insieme al gesto spontaneo e istintivo. La ragione, la geometria e l’imitazione della natura sono totalmente abbandonate, per lasciare posto alla ricerca di un’espressività genuina, originaria, che permetta all’artista di comunicare i propri sentimenti, sia positivi (gioia, stupore, voglia di vivere) sia negativi (rabbia, dolore, protesta): dipingere seguendo l’istinto è come svelare la parte più intima della propria personalità. È l’emozione a guidare l’artista, che si spoglia da qualsiasi condizionamento e lascia che la sua mano si muova sulla tela in piena libertà, spesso attraverso tecniche artistiche come il dripping, cioè il gocciolamento della vernice, che negano il filtro della razionalità.

Questo movimento si sviluppa in Europa, grazie ad artisti come Jean Fautrier (Parigi 1898-Châtenay-Malabry 1964), e negli Stati Uniti.

VOLTI INFORMI

La pittura di Fautrier è detta informale perché fa scomparire le forme lasciando in evidenza soltanto un aggregato di colori pastosi. Nella serie intitolata Teste di ostaggio l’artista rievoca gli orrori dei campi di prigionia nazisti affidando a forme indistinte di colore il compito di descrivere ciò che secondo lui un’immagine realistica non saprebbe raccontare altrettanto bene.

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I segni colorati di Vedova

In Italia l’Arte informale si sviluppa tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: uno degli interpreti più significativi del movimento è il veneziano Emilio Vedova. Come Fautrier, anche Vedova è segnato dall’esperienza della Seconda guerra mondiale: partecipa infatti alla Resistenza e i suoi cicli di dipinti più famosi contengono allusioni alla guerra e poi alle proteste sociali degli anni successivi. Nella grande tela Ciclo della protesta n. 3 tutta la composizione è costituita da grandi pennellate di colori diversi, blu, gialle, rosse, e soprattutto da marcati segni neri che sembrano cancellare i colori sottostanti.

lestremo atto creativo

Negli anni Cinquanta Georges Mathieu dà ampio risalto all’atto creativo spremendo i tubetti dei colori direttamente sulla tela; talvolta egli realizza le sue opere di fronte al pubblico, anticipando la pratica della performance artistica.

Nell’opera Montuoissier su una rossa stesura omogenea di fondo Mathieu svuota numerosi tubetti di colore creando segni per lo più lineari di colore giallo e nero; dopo aver negato ogni forma e ogni figurazione, il segno è ormai la sola espressione possibile.

  punti fermi

L’ARTE INFORMALE:

  • comunica i                                     dell’artista, che si lascia guidare dall’                                     e dalla                                      .
  • è detta anche                                                           .

Artelier
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Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva