Dalla Guerra fredda alla globalizzazione
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale il mondo si suddivide in due grandi sfere di influenza: il blocco occidentale (Stati Uniti d’America ed Europa occidentale) e quello orientale (Unione Sovietica e i Paesi dell’Est europeo). La Germania, uscita sconfitta dalla guerra, si ritrova divisa a metà: il Muro di Berlino, che attraversa la città, è il simbolo di questo mondo segnato dalla contrapposizione politica e ideologica. Sono gli anni della “Guerra fredda”: forti tensioni politiche e una continua corsa a nuovi e più potenti armamenti.
La Guerra fredda termina nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino e, di lì a breve, la dissoluzione dell’Unione Sovietica. La fine del mondo diviso in blocchi non evita il nascere di tensioni e conflitti in molte aree del pianeta. In questo contesto si sviluppa la minaccia del terrorismo, che si è rivelata in tutta la sua intensità con l’attentato dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York.
Il boom industriale e l’aumento della produzione di merci a prezzi accessibili danno vita alla cultura del consumo. Intanto, la crescita dei commerci e le innovazioni tecnologiche – dai progressi nei trasporti all’invenzione di internet – favoriscono una più veloce circolazione di persone, merci, stili di vita e pensiero: il mondo è sempre più interconnesso, in un processo che gli studiosi hanno definito “globalizzazione”.