Negli anni intorno al 1855 un gruppo di pittori che si ritrova spesso al Caffè Michelangelo, a Firenze, cerca di rinnovare la pittura italiana attraverso un rapporto più stretto con quanto accade in Europa, soprattutto in Francia. Propone una pittura “dal vero” ottenuta tramite macchie di colori chiari e scuri contrapposti: da qui il nome di macchiaioli che viene dato ai membri del gruppo.
Dipingere “a macchia” significa eliminare linee, geometrie, forme troppo nettamente definite per privilegiare la pennellata piena o i piccoli tocchi di colore, fino a restituire sulla tela solo l’impressione visiva del soggetto scelto, senza definirlo nei dettagli. I soggetti più diffusi sono le scene di vita campestre, i temi sociali, stradine, interni, momenti di vita militare.