Filippino Lippi è l’esponente più rappresentativo di un momento di passaggio: nella Firenze di fine Quattrocento, nell’ambito della pittura, inizia un percorso che partendo dall’esasperazione della linearità delle figure di Botticelli porterà alle torsioni, alle evasioni fantastiche, all’inquietudine di quella che verrà chiamata pittura manierista (► p. 287). Filippino è uno dei primi ad avvertire questa esigenza di cambiamento.
Alla scuola del padre Filippo, il pittore conosce altri giovani artisti; tra questi Botticelli, che più tardi lo prende nella sua bottega. La sua prima opera importante, nei primi anni Ottanta, è il completamento degli affreschi della Cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine, a Firenze, lasciati incompiuti da Masaccio. Allo stesso periodo risale la pala con l’Apparizione della Vergine a san Bernardo.