La formazione di Andrea Mantegna si svolge a Padova nella bottega di un pittore locale, lo Squarcione, e a contatto con i molti artisti toscani che lavorano in città: Donatello, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno. Tra le sue conoscenze, però, ci sono anche i veneti, in particolare Giovanni Bellini, di cui Mantegna sposa la sorella.
Nel 1449 è a Ferrara, al servizio del marchese Leonello d’Este. Nel 1459 si trasferisce a Mantova, dove lavora a corte per il marchese Ludovico Gonzaga e poi per suo figlio Federico, negli stessi anni in cui è presente in città anche l’architetto Leon Battista Alberti.
La sua pittura è caratterizzata dall’uso virtuosistico della prospettiva e dall’amore per la classicità. Si può dire che Mantegna sia il primo artista italiano che dipinge con la decisa e consapevole intenzione di imitare l’esempio dell’arte classica.
È a Mantova che lascia la sua opera più rappresentativa, la Camera degli Sposi a Palazzo Ducale: un’intera stanza decorata ad affresco dalle pareti al soffitto, in cui le scene simulano realisticamente uno spazio aperto e sono popolate di personaggi della corte ducale. L’intento politico-propagandistico della rappresentazione è la celebrazione delle glorie della famiglia Gonzaga.