A tu per tu con l’opera - La Porta del Paradiso

a tu per tu con l’opera

La Porta del Paradiso

LORENZO GHIBERTI

  comprendo e apprezzo
Dove? Quando? Perché?

Il futuro artefice della Porta del Paradiso, Lorenzo Ghiberti (Firenze 1378-1455), si forma a Firenze nella bottega del padre dove si intrecciano scultura e oreficeria. Dopo un importante periodo di formazione nelle Marche, nel 1401 gli si presenta l’occasione buona per avviare la sua carriera: il concorso indetto dall’Arte di Calimala (la corporazione fiorentina dei mercanti) per la realizzazione della porta nord del Battistero, che Ghiberti vince superando Brunelleschi, il suo principale concorrente.

Dopo la realizzazione di quest’opera, l’Arte di Calimala gli commissiona anche la porta che sarà posta a est e che Michelangelo chiamerà la Porta del Paradiso, nome con cui è tuttora conosciuta.

La porta viene realizzata dalla bottega di Ghiberti (in cui opera anche suo figlio, Vittore) e alla sua lunga lavorazione partecipano alcuni tra i migliori artisti del tempo: Donatello, Michelozzo, Benozzo Gozzoli, Luca della Robbia.

Che cosa vedo?

1 La Porta del Paradiso è costituita da dieci formelle quadrate in bronzo dorato, più grandi rispetto a quelle delle altre porte, che ne hanno ventotto. Questa scelta consente di dare maggiore respiro e leggibilità alle scene raffigurate. Ogni riquadro rappresenta un episodio tratto dalla Bibbia: le storie di Adamo ed Eva, Caino e Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giuseppe, Mosè, Giosuè, David e Salomone. Nelle cornici, personaggi biblici ma anche piante, animali, ghirlande.


2 La porta si presenta come compiutamente rinascimentale, perché Ghiberti pone grande attenzione ai dettagli naturalistici e alla compostezza delle scene, costruite secondo le regole della prospettiva; fa inoltre un uso efficace dello “stiacciato” donatelliano, con rilievi appena accennati a far percepire sfondi e contesti.

  confronto

Le due formelle con cui Ghiberti e Brunelleschi si mettono in gara fra loro nel concorso del 1401 rappresentano un momento drammatico raccontato nell’Antico Testamento: un angelo, inviato da Dio, ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare il figlio Isacco. Lo stile di Ghiberti è ancora in parte legato alla tradizione gotica, la composizione è elegante nella disposizione delle figure e nella linearità dei panneggi, quieta nell’atmosfera generale. Brunelleschi, invece, dà alla scena un tono più drammatico e concitato, con le figure più evidentemente in azione e la mano dell’angelo che interviene solo all’ultimo istante.

  punti fermi

La Porta del Paradiso fu accolta come un vero e proprio capolavoro tanto che fu deciso di assegnarle il posto d’onore, di fronte al Duomo. La scelta di ridurre il numero delle formelle rispetto alle altre porte permette a Ghiberti di realizzare scene più ampie e leggibili.

Artelier
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Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva