Insieme a Brunelleschi e Masaccio, Donatello è l’iniziatore del rinnovamento delle arti nel Quattrocento a Firenze. Le sue sculture si allontanano dallo stile tardogotico – pulito, aggraziato ma ormai ripetitivo – e si inseriscono nel solco della tradizione classica introducendovi una forte componente espressiva e una nuova carica di umanità.
Dopo il viaggio a Roma del 1402 con il più anziano Brunelleschi, durante il quale approfondisce la conoscenza dell’arte antica, torna a Firenze e lavora nel campo dell’oreficeria nella bottega di Lorenzo Ghiberti. Ben presto grazie alla sua bravura gli vengono commissionate opere scultoree importanti per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la Chiesa di Orsanmichele. Tra il 1406 e il 1410 scolpisce un Crocifisso per la Basilica di Santa Croce, noto per la sua forza drammatica e il suo realismo. Negli anni Venti e Trenta lavora con un altro scultore e architetto fiorentino, Michelozzo, a Firenze, Roma e Prato. Tra il 1433 e il 1438 scolpisce la Cantoria (la balconata destinata a ospitare i cantori in chiesa) per Santa Maria del Fiore. È l’inizio di una lunga serie di capolavori: in pietra, in terracotta, e in bronzo.