Donatello

Donatello

Donato Bardi, Firenze 1386 - 1466

Insieme a Brunelleschi e Masaccio, Donatello è l’iniziatore del rinnovamento delle arti nel Quattrocento a Firenze. Le sue sculture si allontanano dallo stile tardogotico – pulito, aggraziato ma ormai ripetitivo – e si inseriscono nel solco della tradizione classica introducendovi una forte componente espressiva e una nuova carica di umanità.

Dopo il viaggio a Roma del 1402 con il più anziano Brunelleschi, durante il quale approfondisce la conoscenza dell’arte antica, torna a Firenze e lavora nel campo dell’oreficeria nella bottega di Lorenzo Ghiberti. Ben presto grazie alla sua bravura gli vengono commissionate opere scultoree importanti per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la Chiesa di Orsanmichele. Tra il 1406 e il 1410 scolpisce un Crocifisso per la Basilica di Santa Croce, noto per la sua forza drammatica e il suo realismo. Negli anni Venti e Trenta lavora con un altro scultore e architetto fiorentino, Michelozzo, a Firenze, Roma e Prato. Tra il 1433 e il 1438 scolpisce la Cantoria (la balconata destinata a ospitare i cantori in chiesa) per Santa Maria del Fiore. È l’inizio di una lunga serie di capolavori: in pietra, in terracotta, e in bronzo.

un cristo “contadino”

Il Cristo scolpito da Donatello tende a uno stile espressivo e drammatico. I lineamenti contratti del volto, la bocca dischiusa, le palpebre semiaperte, mostrano la sua sofferenza. Secondo un aneddoto raccontato da Giorgio Vasari, storico dell’arte cinquecentesco, è proprio per questo realismo che Bru­nelleschi lo giudica troppo rozzo, un “contadino”.

  confronto

Secondo Vasari, Brunelleschi “risponde” a Donatello con questo Crocifisso più composto e “gentile”. Magari non andò proprio così, ma confrontando le due opere si può notare che effettivamente il Cristo di Brunelleschi mostra una maggiore solennità ed è meno espressivo.

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San Giorgio e il drago

Una delle tecniche scultoree rivoluzionarie adottate da Donatello è lo stiacciato (in fiorentino si usa per “schiacciato”). In pratica – come si vede in questo esempio, che si trovava su una parete esterna di Orsanmichele, sotto la statua di San Giorgio, ora conservata anch’essa nel museo fiorentino del Bargello – si tratta di lavori su lastre di marmo o pietra che presentano un rilievo minimo nelle figure, rilievo che diviene quasi un’increspatura negli elementi secondari del fondo o del contesto ambientale. È una tecnica che porta in scultura la semplice forza espressiva del disegno. Donatello usa qui la prospettiva lineare per evidenziare il centro dell’azione: il punto di fuga centrale è posto in corrispondenza della schiena del santo a cavallo.

un capolavoro tra classicità e modernità

È famosissima questa scultura in bronzo realizzata per Cosimo il Vecchio de’ Medici e destinata al suo palazzo fiorentino. L’eroe della Bibbia, David, è raffigurato nudo (si tratta della prima scultura nuda a tutto tondo realizzata dai tempi dell’antica Roma) a parte i calzari alati, che riprendono quelli del dio greco-romano Mercurio, e il cappello; sotto il piede sinistro giace la testa del nemico abbattuto, Golia. Lo stile richiama la scultura classica, ma a ben guardare ci sono forti elementi di modernità: il naturalismo che definisce le forme del corpo e perfino l’espressione un po’ sfrontata del giovane, un ragazzino compiaciuto per avere abbattuto un gigante.

  punti fermi

DONATELLO:

  • realizza sculture molto espressive e cariche di                                                           .
  • adotta una tecnica scultorea rivoluzionaria, lo                                                           .
  • introduce elementi di                                                            nella rappresentazione dei                                                            e dei sentimenti.

Artelier
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Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva