Nel Quattrocento l’arte della terracotta riceve nuovo impulso dall’attività di una famiglia fiorentina, i Della Robbia: quattro e più generazioni che per oltre un secolo si susseguono alla guida della stessa bottega.
Tutto nasce dall’invenzione di Luca della Robbia (Firenze 1400-1482), orefice e scultore, collaboratore di Donatello e di Brunelleschi, che alla fine degli anni Trenta perfeziona uno speciale trattamento di questo materiale. La nuova tecnica consiste nel ricoprire la superficie con un rivestimento colorato e lucido, resistente agli urti e alle intemperie. Il risultato è la terracotta invetriata, così chiamata perché simile al vetro, detta anche “robbiana” in omaggio al suo inventore.
Luca comprende subito le potenzialità di questo procedimento, che permette di realizzare sculture particolarmente adatte a essere collocate all’esterno degli edifici, ma anche di dotarle di luce e colore che durano nel tempo. L’artista ottiene subito un enorme successo quindi abbandona ogni attività precedente, impianta una bottega e dà avvio a un’ampia e florida produzione insieme alla propria famiglia.
Per generazioni il processo per ottenere la terracotta invetriata rimarrà una sorta di segreto di fabbrica dei Della Robbia.
Nella bottega si producono sculture a tutto tondo, tabernacoli, dossali d’altare, lunette, tondi, dalle forme semplici e con colori compatti e luminosi. Seguiranno l’esempio di Luca in particolare il nipote Andrea della Robbia (Firenze 1435-1525 circa) e il figlio di questi, Giovanni (Firenze 1469-dopo il 1529).