Città ideale e città reale

Città ideale e città reale

Nel secondo Quattrocento, gli architetti si dedicano anche a riflessioni teoriche, immaginando città ideali. Nonostante le differenze dei vari progetti, tutti hanno in comune l’idea di creare un centro urbano disegnandolo con criteri di razionalità e simmetria, ampie strade, palazzi dall’architettura regolare.

Salvo alcune rare eccezioni, per esempio il caso di Pienza, questi progetti ideali rimangono utopie: sono infatti difficilmente realizzabili nelle città italiane, in cui i restauri e le nuove costruzioni rinascimentali si sovrapporrebbero a una struttura cittadina medievale, fatta di strade curve e strette.

La città progettata

Questo misterioso dipinto su tavola, parte probabilmente di una serie di tre come decoro per un mobile o un elemento di arredo, rientra in questo momento di riflessioni teoriche sul tema della città ideale. Il dipinto raffigura una veduta cittadina in cui due serie di palazzi decorati da elementi classici formano le quinte di una piazza su cui si affaccia un edificio a pianta centrale, una chiesa, come indica la croce sul tetto. Sono assenti le figure umane: i veri protagonisti sono gli elementi architettonici, inseriti in una rigida griglia prospettica sottolineata dal pavimento a scacchiera.

Il più bel palazzo rinascimentale

Nel corso del Quattrocento Firenze conosce una grande stagione di rinnovamento urbano: diventa, secondo la definizione di un cronista dell’epoca, “una città di palazzi”, espressione della potenza e della ricchezza della famiglia. Un perfetto esempio di questa tipologia è Palazzo Strozzi: un cubo rivestito di pietra, che presenta una decorazione chiamata “bugnato”. Le pietre che decorano l’esterno sono infatti lavorate in modo da apparire in parte irregolari, secondo un procedimento decorativo che nell’antichità era tipico di edifici romani, e a Firenze, nel Medioevo, era stato usato per decorare il palazzo del governo cittadino, Palazzo Vecchio ( p. 215).

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Un’utopia divenuta realtà: la città ideale del papa

In molti casi le cosiddette città ideali, immaginate da artisti e architetti rinascimentali, rimanevano sulla carta. Per questo motivo è eccezionale la “costruzione” di una città, nella campagna senese, progettata da Bernardo Rossellino nel 1459 per papa Pio II Piccolomini. Nasce così Pienza – la “città di Pio”, nuovo nome dell’abitato –, completamente ricostruita, che costituisce l’unico esempio concreto delle teorie sulla città ideale.

L’architetto fiorentino immagina e realizza il centro della cittadina come una piazza a forma di trapezio, dominata dalla facciata della cattedrale e chiusa, come un teatro, da due quinte: il Palazzo Piccolomini e il Palazzo Vescovile, concepiti secondo precise regole di simmetria.

  punti fermi

LA CITTÀ IDEALE:

  • deve rispondere a criteri di razionalità e                                                            ma spesso il tessuto urbano rende i progetti                                                           .
  • si realizza nella città di                                              , voluta da Pio II, con una piazza a forma di                                         e palazzi simmetrici ai lati della                                              .

Artelier
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Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva