Nel secondo Quattrocento, gli architetti si dedicano anche a riflessioni teoriche, immaginando città ideali. Nonostante le differenze dei vari progetti, tutti hanno in comune l’idea di creare un centro urbano disegnandolo con criteri di razionalità e simmetria, ampie strade, palazzi dall’architettura regolare.
Salvo alcune rare eccezioni, per esempio il caso di Pienza, questi progetti ideali rimangono utopie: sono infatti difficilmente realizzabili nelle città italiane, in cui i restauri e le nuove costruzioni rinascimentali si sovrapporrebbero a una struttura cittadina medievale, fatta di strade curve e strette.