Architetto (ma anche scultore), Brunelleschi è uno dei tre iniziatori della rivoluzione artistica del Quattrocento a Firenze, con Masaccio per la pittura e Donatello per la scultura.
Nasce in una famiglia benestante e riceve un’istruzione accurata. Scelta la strada dell’arte, va a bottega da un orafo, dove impara la pratica del disegno. Inizialmente si dedica all’oreficeria e alla lavorazione dei metalli: partecipa al concorso per la realizzazione delle porte bronzee del battistero fiorentino, vinto da Lorenzo Ghiberti (► p. 254).
Nel 1402, con l’amico Donatello, va a Roma per studiare l’arte antica. Qui vede la cupola del Pantheon, a cui in seguito si ispirerà per la cupola della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore. Al ritorno a Firenze si dedica alla scultura: il suo Crocifisso per la Chiesa di Santa Maria Novella è il capostipite di una lunga serie di opere d’arte improntate allo studio del corpo umano (► p. 252). Ma la sua attenzione è rivolta sempre più alla messa a punto di un sistema fondato su princìpi geometrico-matematici per rappresentare correttamente e in modo verosimile gli oggetti posti nello spazio reale, che culmina nell’invenzione della prospettiva lineare (► p. 245).
Brunelleschi si dedica sempre più all’architettura, campo perfetto di applicazione delle nuove teorie sulla prospettiva. Lavora, a Firenze, a vari edifici, dallo Spedale degli Innocenti alla Cappella Pazzi della Basilica di Santa Croce, ma soprattutto a quello che diventa il suo capolavoro, la cupola di Santa Maria del Fiore, dove sperimenta tecniche e organizzazioni costruttive fino ad allora mai usate.