Di molti degli scultori e degli scalpellini che decorarono le chiese e i monasteri romanici non conosciamo l’identità. Diverso è il caso di Wiligelmo, vissuto tra l’XI e il XII secolo, a testimonianza che la sua opera era considerata meritevole di essere lodata. È probabilmente originario della Lombardia, come molti degli scultori del periodo, ma lavora soprattutto a Modena, nel grande cantiere della cattedrale: il fatto che il Duomo di Modena sia costruito da un architetto lombardo, Lanfranco, e decorato da uno scultore sempre di quella regione, fa capire quanto si fosse investito nella sua costruzione, chiamando artisti da lontano.
Wiligelmo è a capo di una bottega composta da vari collaboratori. Le sue opere si caratterizzano per uno stile semplice e insieme ricercato: lo scultore dimostra di conoscere l’arte romana dell’antichità, ma ne riutilizza i motivi e le forme – come gli archi a tutto sesto in cui inserisce i personaggi dei rilievi del Duomo di Modena – per trasmettere un messaggio cristiano, e lo fa in modo chiaro ed espressivo affinché sia immediatamente comprensibile per i fedeli.