La pittura romana
La pittura romana
Primo stile (200-100 a.C.)
Le pitture riproducono gli elementi strutturali delle architetture greche: uno zoccolo in pietra, cornici e grandi pietre rettangolari disposte in file. Per simulare i materiali preziosi con cui erano realizzati gli originali greci, si usa lo stucco, mentre un sapiente gioco di colori riproduce le venature dei marmi.
Secondo stile (100 a.C.-10 d.C.)
Nel secondo stile non vengono dipinti solo finti marmi su pareti piatte, ma anche vere e proprie finte architetture in prospettiva , come finestre o colonne. La parete resta divisa in tre fasce (zoccolo in basso, fascia centrale e cornice in alto), ma è come se si aprisse verso l’esterno, creando uno spazio profondo nel quale si dispongono, su più piani, colonnati, paesaggi o figure umane di grandi dimensioni.
terzo stile (30 a.C.-50 d.C.)
È uno stile più raffinato: su grandi campi di colore a fondo unito si dipingono paesaggi, giardini, scene con figure, spesso di piccole dimensioni. In questa celebre pittura, che sembra quasi un quadretto appeso alla parete rossa, è raffigurato in piccolo – ma in modo molto accurato – un pastore che pascola le sue caprette in una tranquilla campagna.
Quarto stile (40-79 d.C.)
In questo stile si fondono le due caratteristiche principali del secondo e del terzo stile: tornano le architetture e le pareti “sfondate” verso il paesaggio esterno, ma con effetti ancor più spettacolari. In queste architetture fantastiche trovano spazio tendaggi, stucchi, tappeti, scene con figure: i colori sono vividi, e prevale l’uso del cosiddetto rosso pompeiano.
punti fermi
LA PITTURA ROMANA:
- è realizzata con la tecnica .
- si è conservata soprattutto nelle case della città di .
- presenta stili principali.
Artelier
Percorso integrato di Storia dell’arte e Comunicazione visiva