ANALIZZIAMO INSIEME - Samuel Beckett, Un dialogo assurdo (da Aspettando Godot)

analizziamo insieme

Samuel Beckett

(Dublino 1906-Parigi 1989)

Un dialogo assurdo

  • Tratto da Aspettando Godot
  • Titolo originale En attendant Godot, 1952
  • Lingua originale francese

In Aspettando Godot, il drammaturgo irlandese Samuel Beckett rovescia le convenzioni fornendo un saggio esemplare del cosiddetto “teatro dell’assurdo”. Due uomini, Vladimiro ed Estragone, ne aspettano un terzo, Godot. Non sappiamo perché, né riceviamo alcuna informazione chiara sull’identità e gli scopi di questi strampalati personaggi. L’azione, inoltre, rimane bloccata in una stasi paradossale: Godot non arriva mai, i protagonisti continuano ad aspettarlo invano, e intanto la loro comunicazione si inceppa, come un ingranaggio rotto che gira a vuoto finché non cala il sipario. Il testo drammatico di Beckett – in apparenza semplicissimo – muove una serrata critica ad alcuni pilastri fondamentali che per secoli hanno sorretto la conoscenza umana, a cominciare dall’idea che le nostre azioni abbiano un significato. Il brano antologizzato è tratto dalla scena II dell’atto I: i due protagonisti, da poco incontratisi, si impegnano in una specie di dialogo “tra sordi”, basato sull’incomprensione.

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Audiolettura

estragone (ritorna al centro della scena e guarda verso

il fondo) Luogo incantevole. (si volta, avanza fino

alla ribalta, guarda verso il pubblico) Panorami

ridenti. (si volta verso Vladimiro) Andiamocene.

5      vladimiro Non si può.

estragone Perché?

vladimiro Stiamo aspettando Godot.

estragone Già, è vero. (pausa) Sei sicuro che sia 

qui?

10    vladimiro Cosa?

estragone Che lo dobbiamo aspettare.

vladimiro Ha detto davanti all’albero. (guardano

l’albero) Ne vedi altri?

estragone Che albero è?

15    vladimiro Un salice, sembrerebbe.

estragone E le foglie dove sono?

vladimiro Dev’essere morto.

estragone Finito di piangere.

vladimiro A meno che non sia la stagione giusta.

20    estragone A me sembra piuttosto un cespuglio.

vladimiro Un arbusto.

estragone Un cespuglio.

vladimiro Un… (s’interrompe) Cosa vorresti

insinuare? Che ci siamo sbagliati di posto?

25    estragone Dovrebbe essere già qui.

vladimiro Non ha detto che verrà di sicuro.

estragone E se non viene?

vladimiro Torneremo domani.

estragone E magari dopodomani.

30    vladimiro Forse.

estragone E così di seguito.

vladimiro Insomma…

estragone Finché non verrà.

vladimiro Sei spietato.

35    estragone Siamo già venuti ieri.

vladimiro Ah no! Qui ti sbagli.

estragone Cosa abbiamo fatto ieri?

vladimiro Cosa abbiamo fatto ieri?

estragone Sì.

40    vladimiro Be’… (arrabbiandosi) Per seminare il 

dubbio sei un campione.

estragone Io dico che eravamo qui.

vladimiro (occhiata circolare) Forse il posto ti 

sembra familiare?

45    estragone Non dico questo.

vladimiro E allora?

estragone Ma non vuol dire.

vladimiro Però, però… Quell’albero… (voltandosi 

verso il pubblico) … quella torbiera.

50    estragone Sei sicuro che era stasera?

vladimiro Cosa?

estragone Che bisognava aspettarlo?

vladimiro Ha detto sabato. (pausa) Mi pare.

estragone Ti pare.

55    vladimiro Devo aver preso nota.

(si fruga in tutte le tasche, strapiene di 

cianfrusaglie)

estragone Ma quale sabato? E poi, è sabato oggi? 

Non sarà piuttosto domenica? (pausa) O lunedì? 

60    (pausa) O venerdì?


Samuel Beckett, Aspettando Godot, trad. di C. Fruttero, Einaudi, Torino 1976

Come continua

Mentre Estragone e Vladimiro continuano ad aspettare Godot, sulla scena entrano altri due strambi personaggi: Pozzo, il proprietario delle terre circostanti, e Lucky, il suo servo. Pozzo tiene Lucky legato a un guinzaglio di corda, e si dirige al mercato con l’intenzione di venderlo. Dopo una movimentata e assurda conversazione, i nuovi arrivati escono di scena, e successivamente entra un ragazzo, che porta un messaggio di Godot: l’uomo non arriverà quella notte, ma l’indomani. Il giorno seguente, i protagonisti si rivedono nello stesso luogo, decisi ad aspettare nuovamente il misterioso Godot. Poco dopo, rientrano in scena anche Pozzo e Lucky, che nel frattempo sono diventati rispettivamente cieco e muto: si svolge, così, un altro dialogo insensato. Dopo un ulteriore messaggio del ragazzo – che rimanda ancora al giorno successivo l’arrivo di Godot – Vladimiro ed Estragone decidono di andarsene, ma nessuno si muove. A questo punto cala il sipario.

La dolce fiamma - volume B
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Poesia e teatro