T3 - Bruce Springsteen, The Ghost of Tom Joad (da The Ghost of Tom Joad)
T3
Bruce Springsteen
The Ghost of Tom Joad
- Tratto da The Ghost of Tom Joad, 1995
- Lingua originale inglese
Scende la sera sul Sudovest degli Stati Uniti: persone in cerca di fortuna si preparano per la notte. Ci sono uomini, donne, bambini: qualcuno dorme in auto; qualcuno per terra; qualcun altro scalda del cibo, e c’è anche chi non ha da mangiare. La canzone descrive la quotidiana odissea di chi, per sopravvivere, è costretto a emigrare.
Audiolettura
Il fantasma di Tom Joad
Uomini a piedi lungo i binari
diretti non si sa dove, non c’è ritorno;
elicotteri della stradale che spuntano dalla collina,
minestra a scaldare sul fuoco sotto il ponte,
5 la fila per il ricovero che fa il giro dell’isolato:
benvenuti al nuovo ordine mondiale.
Famiglie che dormono in macchina nel Sudovest
né casa né lavoro né sicurezza né pace.
La strada è viva stasera
10 ma nessuno si illude su dove va a finire
sto qui seduto alla luce del falò
e cerco il ▶ fantasma di Tom Joad.
Tira fuori un libro dal sacco a pelo
il predicatore accende un mozzicone e fa una tirata
15 aspettando il giorno che gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi
in uno scatolone di cartone nel sottopassaggio
ho un biglietto di sola andata per la terra promessa
hai un buco in pancia e una pistola in mano
dormi su un cuscino di sasso
20 ti lavi nell’acquedotto municipale.
La strada è viva stanotte
ma dove va a finire lo sappiamo tutti;
sto qui seduto alla luce del falò
e aspetto il fantasma di Tom Joad.
25 Diceva Tom: «Mamma, dovunque un poliziotto picchia una persona
dovunque un bambino nasce gridando per la fame
dovunque c’è una lotta contro il sangue e l’odio nell’aria
cercami e ci sarò.
Dovunque si combatte per uno spazio di dignità
30 per un lavoro decente, una mano d’aiuto
dovunque qualcuno lotta per essere libero
guardali negli occhi e vedrai me».
La strada è viva stanotte
ma nessuno si illude su dove va a finire
35 sto qui seduto alla luce del falò
assieme al fantasma del vecchio Tom Joad.
(traduzione di Alessandro Portelli)
A tu per tu con il testo
Perché i popoli si spostano? Perché intere famiglie affrontano gravi rischi per stabilirsi altrove? Spinta da forze incontrollabili, l’emigrazione è un fenomeno costante nella storia umana: catastrofi naturali, guerre, crisi economiche, nei secoli, hanno provocato drammatici esodi, muovendo le popolazioni alla ricerca di una terra dove trovare condizioni di vita migliori. Tra Ottocento e Novecento, nell’immaginario collettivo si è fatto largo il sogno americano: in tanti, anche in Italia, hanno guardato agli Stati Uniti come a un’opportunità di riscatto. La canzone di Bruce Springsteen mostra a quale prezzo ciò è avvenuto: tra persone alla ricerca di fortuna, un accampamento sulla strada smaschera l’altra faccia della società dei consumi, le sue ingannevoli promesse di prosperità per tutti. Senza retorica, i versi del cantautore additano così ingiustizie sociali e squilibri economici dell’epoca contemporanea, ed esprimono un fermo richiamo ai diritti della dignità, del lavoro, della libertà, suscitando in noi umana solidarietà per chi, combattuto tra la speranza del successo e la paura dell’ignoto, ha lasciato casa sua e non può più tornare indietro.
Analisi
Tom Joad è il protagonista del romanzo Furore, scritto nel 1939 dall’autore americano John Steinbeck (1902-1968). L’opera rappresenta le dure condizioni dei poveri negli Stati Uniti durante la grande crisi che colpì nel 1929 l’intera economia occidentale. Nello stato americano in cui Tom vive con i genitori non c’è futuro: la famiglia quindi emigra in California dove, però, trova impieghi da schiavi e paghe da fame. Durante uno sciopero dei lavoratori, Tom uccide un poliziotto: è costretto allora ad allontanarsi dai suoi cari, non prima di aver spiegato alla madre che non deve disperarsi per la sua partenza, perché lui sarà con il cuore sempre vicino a lei e a tutti quelli che lottano per una vita migliore.
La canzone di Springsteen si ispira a questo soggetto, ma anche alla Dichiarazione d’indipendenza americana, la quale afferma che «tutti gli uomini sono creati uguali», e «la vita, la libertà e il perseguimento del benessere» sono diritti di ogni persona, per i quali ognuno ha diritto di battersi.
La prima scena della canzone introduce la situazione generale, presentando l’accampamento degli emigranti. Sembrano scene di guerra: l’incombente presenza degli elicotteri (v. 3), che spuntano dalla collina (v. 3), comunica un senso di allarme; la lunga fila per il ricovero (v. 5) evoca lugubri immagini di deportazione, sullo sfondo di un inferno sociale dove non c’è né casa né lavoro né sicurezza né pace (v. 8). Con amara ironia, scrive il cantautore, ecco a voi il nuovo ordine mondiale (v. 6): l’espressione, utilizzata dal presidente americano George H.W. Bush nel 1990 per celebrare la fine della guerra fredda, assume qui un significato ambiguo e minaccioso.
Nella seconda strofa, tra la folla che si accalca nella strada, si staglia un individuo: è un predicatore (v. 14), figura della cultura popolare americana, che mostra le condizioni degli ultimi della terra, destinati, secondo il Vangelo, a diventare primi nel regno dei cieli. Ciò significa che la giustizia sulla terra non esiste e che agli uomini non rimane che affidarsi a quella voluta da Dio? Il dialogo con il personaggio che, come un clochard, dorme in uno scatolone di cartone nel sottopassaggio (v. 16), sembrerebbe confermare che il sogno americano non è che un’utopia. Tuttavia, le parole che Tom rivolge alla madre aprono un’altra prospettiva: il male nel mondo certo esiste, come la fame (v. 26) dei bambini e il sangue e l’odio (v. 27), ma egli lo combatterà, nella convinzione che la solidarietà tra gli uomini, che si danno una mano d’aiuto (v. 30), possa fare molte cose per cambiare il mondo.
Nel ritornello vediamo l’io poetico, seduto alla luce del falò (vv. 11, 23 e 35), che chiama, come per evocarlo magicamente, il fantasma di Tom Joad (vv. 12, 24 e 36). La ripetizione però è parziale: in primo luogo, perché progressivamente il tempo scorre, da stasera (v. 9) a stanotte (vv. 21 e 33); in secondo luogo, perché l’incontro con Tom avviene gradualmente.
La prima volta, il cantautore dice cerco (v. 12) il fantasma di Tom; la seconda volta scrive aspetto (v. 24), in modo da dare l’impressione di averlo finalmente trovato. Nell’ultimo ritornello la storia si conclude e l’incontro finalmente avviene: è assieme al fantasma del vecchio Tom Joad (v. 36). Con l’aggettivo vecchio, Springsteen esprime l’affetto con cui si abbracciano le conoscenze di antica data: così, ritrovato in mezzo a tanti disperati, lo spirito di Tom Joad pare incarnare l’immagine della speranza che, mai cieca di fronte alle ingiustizie, risorge nel cuore degli uomini come una forza che non si può fermare.
Laboratorio sul testo
Comprendere
1. Dove e quando è ambientata la canzone?
- a Negli Stati Uniti ai tempi della Grande Depressione.
- b In Messico alla metà degli anni Novanta.
- c Negli Stati Uniti alla metà degli anni Novanta.
- d Non c’è un’ambientazione chiara, perché il poeta intende mandare un messaggio universale.
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
a) Gli uomini camminano a piedi lungo il binario.
- V F
b) Alcune delle persone di cui si parla si spostano in elicottero.
- V F
c) In molti usufruiscono dell’assistenza offerta dal ricovero.
- V F
d) Diverse famiglie dormono in auto.
- V F
e) La strada è viva stasera, cioè si fa festa.
- V F
f) Il poeta osserva tutto da lontano.
- V F
g) Il predicatore è un sacerdote.
- V F
h) Il buco in pancia del predicatore è una ferita d’arma da fuoco.
- V F
i) Il predicatore è estremamente povero.
- V F
j) Tom Joad dice a sua madre che lui sarà sempre attivo per la giustizia sociale.
- V F
k) Tom Joad continuerà a combattere per il lavoro, la dignità e la libertà.
- V F
3. Perché nel testo si parla di un fantasma? Come bisogna intendere questa parola?
Analizzare e interpretare
4. Il poeta dice benvenuti al nuovo ordine mondiale (v. 6). Le sue parole intendono
- a persuaderci: egli crede con tutto il cuore nel nuovo ordine mondiale, e vuole convincerci ad aderirvi per il progresso dell’umanità.
- b esprimere ironia: egli pensa che il nuovo ordine mondiale, dichiarato dai potenti, abbia in realtà prodotto maggiore povertà e quindi il suo “benvenuto” è, in realtà, sarcastico.
- c muoverci alla rivoluzione: egli pensa che dobbiamo creare un nuovo ordine mondiale, con la nostra azione organizzata contro il potere.
- d esprimere rassegnazione: il nuovo ordine mondiale va accettato, anche se è ingiusto, e quindi diamogli il benvenuto perché non c’è alternativa.
5. Rileggi i tre ritornelli: cerco (v. 12), aspetto (v. 24), sto qui seduto […] assieme (vv. 35-36). Di quale figura retorica si tratta?
6. Ascoltando la canzone con il testo inglese sotto gli occhi, che cosa si incontra nel ritornello, oltre alla rima tonight : light?
- a Un’assonanza, perché i suoni vocalici finali sono uguali.
- b Una consonanza, perché i suoni consonantici finali sono uguali.
- c Un’altra rima, perché tutti i suoni finali sono uguali.
- d Nessuna delle risposte precedenti, perché i suoni cambiano completamente.
Competenze linguistiche
7. Il cantautore parla del vecchio Tom. Alcuni aggettivi, posti prima o dopo il nome, mutano il loro significato. Associa a ciascuna espressione il senso corretto.
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Scrivere correttamente
8. Trasforma, cambiando opportunamente i tempi verbali, i primi 4 versi del discorso di Tom a sua madre, trasformandolo da diretto a indiretto. Inizia così: “Tom diceva a sua madre…”.
Produrre
9. Scrivere per raccontare Immagina di essere un giornalista. Hai effettuato un’intervista con il predicatore di cui si parla nella canzone. Racconta, in circa 30 righe, la sua storia: perché lo chiamano predicatore? Qual è la sua storia personale? Come mai si è ridotto in povertà? Che cosa spera per il futuro?
10. Scrivere per esprimere Scegli un personaggio della finzione narrativa o filmica che ti sta particolarmente a cuore. Immagina di poterlo incontrare: spiegagli in circa 30 righe perché gli/le sei affezionato, e che cosa hai imparato leggendo o guardando la sua storia.
La dolce fiamma - volume B
Poesia e teatro