T5 - ANALISI ATTIVA - Valerio Magrelli, Ecce Video (da Poesie (1980-1992) e altre poesie)

analisi attiva

T5

Valerio Magrelli

Ecce Video

  • Tratto da Poesie (1980-1992) e altre poesie, 1996
  • Metro sonetto a schema ABAB CDCD EFE FEF (la penultima rima in realtà è un’assonanza)
Valerio Magrelli, nato a Roma nel 1957, lavora come traduttore e docente di Letteratura francese all’Università di Cassino. Esordisce in poesia nel 1980 con Ora serrata retinae. Fra le altre raccolte ricordiamo Nature e venature (1987), Didascalie per la lettura di un giornale (1999), Disturbi del sistema binario (2006), Il sangue amaro (2014). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi, i microracconti di Addio al calcio (2010), gli scritti autobiografici Nel condominio di carne (2003) e Geologia di un padre (2013). Scrive sulle pagine culturali di vari periodici.

Nel primo dei due sonetti intitolati Ecce Video Magrelli riflette sulla nostra condizione di spettatori, rapiti dalle immagini trasmesse dalla televisione. Una scarica ininterrotta che, in assenza della nostra volontà, solo un guasto può interrompere.

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Audiolettura

In memoriam E.H.

ritrovato nel suo appartamento

nove mesi dopo il decesso

seduto davanti alla tv

I.

Morì fissando il suo Televisore

la sfera di cristallo del presente,

guardava il Niente e ne vedeva il cuore,

4      cercava il Cuore e non vedeva niente.


Chi sfidò il  lezzo del buio malfermo

si accorse che veniva dall’Illeso,

non dal Morto, ma dal Morente Schermo,

8      non dal Corpo, bensì dal Video acceso.


Carogna divorata dagli insetti,

Il Monitor frinisce e brilla breve

11    senza più palinsesti e albaparietti.


La Sua vita larvale svanì lieve

(goal, quiz, clip, news, spot, film, blob, flash, scoop, E.T.),

14    circonfusa di niente, effetto neve.


Valerio Magrelli, Poesie (1980-1992) e altre poesie, Einaudi, Torino 1996

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A tu per tu con il testo

Quante ore della giornata trascorriamo fissando uno schermo? Al televisore si è aggiunto il cellulare, a questo il tablet. Un tempo si trattava di un rito consumato nella propria casa, come nella poesia di Magrelli, o al massimo al bar. Ora è un’epidemia che ha invaso ogni momento e ogni luogo della vita quotidiana. Guardiamoci intorno in treno o sulla metropolitana, e vedremo gente che fissa compulsivamente un dispositivo. Per strada, c’è chi lo fa attraversando le strisce pedonali, o persino mentre guida l’automobile. A molti pare normale, la cosa più ovvia del mondo. Eppure sino alla metà del Novecento non esisteva neppure la tv. Come vivevano, in quell’età “preistorica”? Come facevano a chiacchierare con gli amici o a lavorare senza WhatsApp? E i genitori, che restavano intere giornate senza notizie dei figli? Oggi i mezzi di comunicazione ci informano, ci divertono, ci permettono di restare in contatto con amici e parenti. Un adolescente come te è mille volte più esperto, mille volte meno ingenuo di quant’era tuo nonno alla stessa età. Lui magari aveva visto qualche morto in guerra. Tu hai già visto migliaia e migliaia di morti violente, sparatorie, autopsie e forse peggio. Ma non nella realtà. Quali sono le conseguenze di questo cambiamento? Che cosa si guadagna e che cosa si perde?

Con il pezzo Are You Lost In The World Like Me? (Sei perso nel mondo come me?) il musicista statunitense Moby (pseudonimo di Richard Melville Hall, n. 1965) ha voluto denunciare la dipendenza dalla tecnologia, che sempre più frequentemente impedisce la nostra interazione con le altre persone. Per realizzare il videoclip, Moby ha utilizzato le illustrazioni di Steve Cutts, che si è ispirato ai cartoni animati degli anni Trenta, in bianco e nero, per rappresentare lo squallore di un mondo in cui ciascuno ha occhi solo per il proprio smartphone.

 >> pagina 257

Analisi ATTIVA

Ecce Homo: con queste parole, nel Vangelo di Giovanni, il governatore romano Ponzio Pilato presenta alla folla Gesù, frustato a sangue dai suoi soldati, nella speranza che dopo la flagellazione il popolo si ritenga soddisfatto e non chieda la crocifissione. Magrelli nasconde la medesima formula nelle iniziali del fantomatico uomo (E.H.) al quale dedica la poesia, morto mentre assisteva a una trasmissione televisiva. Lo schermo è definito sfera di cristallo del presente (v. 2), e non del futuro, come le palle di vetro nelle quali gli indovini sostengono di leggere il destino di chi li consulta. Guardando la tv, l’uomo evocato da Magrelli ha perso la propria vita, sul piano spirituale prima che su quello fisico. Lo rimarcano i due versi amari che chiudono la prima quartina: guardava il Niente e ne vedeva il cuore, / cercava il Cuore e non vedeva niente (vv. 3-4). A differenza del testo evangelico, non troviamo alcuna immagine macabra o di sofferenza, nonostante la scoperta del cadavere avvenga a molti mesi di distanza dal decesso. La fine dell’uomo è, per così dire, il naturale esito di un processo di decomposizione che lo ha annientato, senza dolore, in ogni sua fibra, a poco a poco.

1. I due versi guardava il Niente e ne vedeva il cuore, / cercava il Cuore e non vedeva niente (vv. 3-4) formano

  • a un’antitesi. 
  • b un parallelismo. 
  • c un chiasmo. 
  • d un ossimoro. 


2. Che cosa significano i due versi citati nella domanda precedente?
  • a Che il telespettatore non riesce a vedere ciò che desidera, perché è senza cuore. 
  • b Che il telespettatore cerca inutilmente di trovare un significato a uno spettacolo privo di senso. 
  • c Che il telespettatore non riesce a comprendere il significato di ciò che vede. 
  • d Che il telespettatore vorrebbe vedere programmi di svago ma non li trova. 

3. Quali termini ed espressioni usati nel componimento rimandano al campo semantico della morte e della decomposizione?

Nella seconda quartina Magrelli sorprende il lettore, spostando l’attenzione dal dedicatario all’apparecchio televisivo. Al centro del sonetto non si accampa la figura del Morto, ma quella del Morente Schermo (v. 7). Sua è la materia che – con notazione irrealistica – emana un odore insopportabile, di Carogna divorata dagli insetti (v. 9); sua è l’agonia sulla quale insiste anche l’ultima terzina. A meritare le maiuscole è il Monitor, autentico idolo del nostro tempo, ma non i personaggi che vi appaiono, comparse senza spessore come l’albaparietti del v. 11, perfettamente intercambiabili fra loro. Il moltiplicarsi di allitterazioni nel finale (brilla breve, palinsesti e albaparietti, larvale svanì lieve, vv. 10-12) si correla allo scivolare rapido delle immagini, che svaniscono senza imprimere tracce, lasciando il posto a un effetto neve (v. 14) legato non solo fonicamente, ma anche sul piano del significato alla parola chiave del componimento, niente, che dai vv. 3 e 4 rimbalza nell’ultimo, così da rimarcare una sconcertante e assoluta assenza di senso.

4. Perché il televisore è detto Illeso (v. 6)?

5. Quali segnali indicano che anche lo schermo è ormai morente? (sono possibili più risposte)
  • a Il ronzio. 
  • b L’assenza di volume. 
  • c La luminosità intermittente. 
  • d L’effetto neve. 
  • e Il surriscaldamento. 
  • f Lo schermo nero. 

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Con virtuosistica abilità, nel penultimo verso del sonetto Magrelli stipa un’interminabile sequenza di monosillabi inglesi, ciascuno dei quali rimanda a un aspetto dei palinsesti televisivi: goal allude allo sport, quiz ai programmi a premi, clip ai brevi video che spesso sono il corredo visivo di canzoni di successo, news all’informazione, spot alla pubblicità, e così via. La riflessione sulla comunicazione si sposta così dal mezzo alla lingua usata. In controluce è facile riconoscere l’ironia nei confronti dell’inglese dilagante nel dibattito pubblico, con buona pace degli italiani all’oscuro del significato di termini come road map, feedback, red carpet. Magrelli evoca alla fine del verso un tenero mostriciattolo alieno, E.T., protagonista di un film di successo del regista americano Steven Spielberg, nel quale l’extraterrestre sognava di poter tornare nella sua patria, distante anni luce dalla terra. Viene da sospettare che sia un doppio del poeta, alle prese con una lingua e una società alle quali si sente sempre più estraneo.

6. Il verso 13 è costruito su
  • a un’enumerazione. 
  • b un’allitterazione. 
  • c un’anafora. 
  • d un polisindeto. 

Laboratorio sul testo

COMPETENZE LINGUISTICHE

7. Lessico. I prestiti linguistici. Ti diamo un elenco di termini stranieri che sono ormai entrati nel gergo televisivo: verifica il loro significato e poi scrivi sul quaderno una frase per ciascuno di essi.


• zapping • soubrette • live • cult • one-man show • speaker • spoiler • sit-com • talk show • break

PRODURRE

8. Scrivere per raccontare Perché l’uomo ritrovato morto dopo molti mesi si era chiuso in casa a guardare la tv? Racconta (massimo 15 righe).


9. Scrivere per argomentare Individua un programma tv che segui e uno che invece non ti piace per nulla: esponi le ragioni per cui trovi il primo interessante e quelle per cui non apprezzi il secondo.

SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare

EDUCAZIONE CIVICA

I mezzi di comunicazione di massa – in primo luogo la tv, ma oggi soprattutto i social network – sono accusati di essere responsabili della diffusione di messaggi e comportamenti sbagliati, che influenzano direttamente i giovani (comportamenti superficiali, consumistici o violenti, stereotipi di genere ecc.): tu che cosa ne pensi?

SPUNTI PER discutere IN CLASSE

Quanto è importante, per te, la televisione? Quanto tempo passi davanti allo schermo e a quali trasmissioni dai la preferenza?

La dolce fiamma - volume B
La dolce fiamma - volume B
Poesia e teatro