T8 - ANALISI ATTIVA - Alda Merini, L’ora più solare per me (da La volpe e il sipario)
analisi attiva
T8
Alda Merini
L’ora più solare per me
- Tratto da La volpe e il sipario, 1997
- Metro strofa unica di versi liberi, con tre distici a rima baciata (vv. 8-9, 12-13, 15-16); gli ultimi quattro versi presentano rime incrociate (ABBA)
Agli occhi della poetessa, niente è meglio che stare ad ascoltare il suo amante. La passione fa quasi svenire, coinvolge anima e corpo, è un desiderio che non ammette ostacoli e non scende a compromessi. Puro, ostinato e capriccioso, come quello dei bambini.
Audiolettura
L’ora più solare per me
quella che più mi prende il corpo
quella che più mi prende la mente
quella che più mi perdona
5 è quando tu mi parli.
▶ Sciarade infinite,
infiniti enigmi,
una così devastante arsura,
un tremito da far paura
10 che mi abita il cuore.
Rumore di pelle sul pavimento
come se cadessi sfinita:
da me si diparte la vita
e d’un bianchissimo armento io
15 pastora senza giudizio
di te amor mio mi prendo il vizio.
Vizio che prende un bambino
vizio che prende l’adolescente
quando l’amore è furente
20 quando l’amore è divino.
Alda Merini, L’ora più solare per me, in Fiore di poesia. 1951-1997, a cura di M. Corti, Einaudi, Torino 1998
A tu per tu con il testo
Contrariamente a quanto siamo disposti ad ammettere, la furia è una componente non secondaria dell’amore. La passione, infatti, non è soltanto un sentimento nobile e disinteressato, con il quale, mossi da altruismo, desideriamo il bene della persona amata. La componente altruista esiste, ma si mescola a molte altre spinte, tra cui, per esempio, la soddisfazione di un desiderio personale o la paura della solitudine. Chi crede che il suo amore sia puro, dunque, è a volte fuori strada, traviato da una visione edulcorata, idealista e romantica. Molto più onesto, in questi casi, pensarsi come un bambino viziato, che sbatte i piedi per il desiderio del suo amato. Un desiderio sacro non perché innocente e incontaminato, ma perché furibondo, testardo, compromesso con gli aspetti più sanguigni della vita. Una tale passione non può rimanere quieta, ma spesso parte alla conquista, per riempire di sé ogni angolo dell’esistenza. Tremate, allora, di fronte al suo arrivo… Come affermava un grande poeta latino, Ovidio, «ogni amante è un guerrier»: pronto all’ira e al perdono, capace di colpire e di incassare, di resistere fino alla morte o di arrendersi senza condizioni.
Analisi ATTIVA
1. Quale tra le seguenti coppie di aggettivi corrisponde meglio all’idea di solare?
- a Felice e vitale.
- b Allegra e spensierata.
- c Serena e tranquilla.
- d Esuberante e stimolante.
2. Oltre che dall’anafora, i vv. 3 e 4 sono uniti da
- a l’assonanza tra prende e perdona.
- b la consonanza tra prende e perdona.
- c l’antitesi tra “prendere” e “perdonare”.
- d il chiasmo.
Al v. 6, la poesia prende una piega inaspettata: le parole dell’amante, infatti, non sono dolci e accomodanti, come poteva lasciar presagire l’entusiasmo dell’incipit. Il chiasmo dei vv. 6-7 (Sciarade infinite / infiniti enigmi), infatti, sembra alludere a una mancata comprensione tra la poetessa e l’amante, le parole del quale risultano impenetrabili, oscure come giochi enigmistici.
La mancata comprensione deriva, probabilmente, dallo sconvolgimento amoroso, come lasciano intuire, ai vv. 8-9, i due classici “sintomi” della passione, l’aumento di temperatura e il tremore. Non a caso, ai versi successivi, compare un climax ascendente: l’emozione è così forte che dal timore (la paura del v. 9) si passa a un mancamento (vv. 11-12) e poi persino alla sensazione di “morire d’amore” (da me si diparte la vita, v. 13). È come se l’innamorata si sentisse inghiottire in un abisso vertiginoso, in una condizione di delirio che le regala, allo stesso tempo, malessere e felicità, spavento ed ebbrezza dei sensi.
Nella parte finale della poesia la passione per l’amato è rappresentata come un vizio che l’io poetico (autodefinitosi pastora senza giudizio, v. 15, cioè avventato e irresponsabile) contrae irrimediabilmente. Si tratta di un sentimento vissuto con l’entusiasmo e l’incoscienza di un bambino o adolescente (vv. 17-18) capriccioso, come uno slancio assoluto e totalizzante, davanti a cui tutto il resto perde importanza.
3. L’espressione una così devastante arsura (v. 8) rimanda
- a al topos dell’amore come malattia.
- b al topos dell’amore come guerra.
- c al topos dell’amore come fuoco.
- d al topos dell’amore come prigionia.
4. Ai vv. 13-15, il registro linguistico della lirica ha un brusco innalzamento dovuto a lessico aulico e classicheggiante e inversioni e anastrofi. Individua i termini o le espressioni relativi.
5. Al contrario, i vv.15-16 segnano invece un brusco abbassamento di registro: quali espressioni colloquiali vengono usate? Da quale espediente retorico sono sottolineate? Quale aspetto dell’io poetico viene evidenziato?
Nella chiusa della lirica, il vizio d’amore è definito furente e divino (vv. 19-20). Tale accostamento è inusuale: infatti, solitamente i poeti parlano dell’amore come di un’esperienza divina in relazione al suo potere salvifico. La donna o l’uomo amato è spesso concepito come una specie di angelo, che può salvarci da un’esistenza mediocre o, peggio, condannata al dolore e all’insensatezza. In questo testo, invece, l’amore è sacro perché l’innamorata si sente innalzata quasi fin sopra le soglie del divino, in una dimensione irrazionale che è simile all’estasi ma anche alla malattia. L’amore finisce in tal modo per essere percepito come un fuoco, un sentimento irresponsabile e incontrollabile che non conosce il senso del limite e della misura.
Per esprimere una tale passione, la Merini non può che affidarsi a una scrittura convulsa, che non rinuncia alla scelta di un lessico talvolta ricercato e che riproduce la tensione e lo smarrimento della psiche. Ne sono esempio, anche in conclusione del testo, la presenza di figure retoriche come l’anadiplosi dei vv. 16-17 e i parallelismi con anafora dei vv. 17-20 che esprimono con le loro ripetizioni la situazione emotiva nella quale si dibatte la poetessa.
6. Negli ultimi quattro versi è presente una forte opposizione semantica: l’amore furente e divino è definito, infatti, come il vizio di un bambino o di un adolescente, quindi anche come qualcosa che può essere
- a vergognoso e ignobile.
- b segreto e indicibile.
- c duraturo e incorreggibile.
- d lieve e giocoso.
Che significato ha, a tuo parere, l’opposizione con i successivi furente e divino?
7. Evidenzia nel testo, usando colori diversi, le anafore e ripetizioni e le rime: in quali sezioni del testo si concentrano le prime e le seconde? Quali effetti producono?
Laboratorio sul testo
Competenze linguistiche
8. Analisi logica. Indica la funzione logica del pronome di prima persona, più volte ripetuto nel componimento poetico: soggetto (S), complemento oggetto (CO), complemento di termine (CT), funzione intensivo affettiva (FIA), altri complementi indiretti (CI).
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S |
CO |
CT |
FIA | CI |
a) L’ora più solare per me |
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b) quella che più mi prende il corpo |
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c) quella che più mi prende la mente |
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d) quella che più mi perdona |
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e) è quando tu mi parli |
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f) un tremito da far paura / che mi abita il cuore |
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g) da me si diparte la vita |
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h) d’un bianchissimo armento io / pastora senza giudizio |
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i) di te amor mio mi prendo il vizio |
Produrre
9. Scrivere per esprimere Nel componimento della Merini, l’amore ha molteplici sfaccettature: tra queste, una più adulta, intensa e passionale, e una più infantile, spensierata e giocosa. Credi che vi siano differenze tra l’amore provato in giovane età e quello dell’età adulta? E l’amore adolescenziale è davvero, e sempre, spensierato e giocoso? Esponi le tue considerazioni (massimo 20 righe).
10. Scrivere per confrontare In questo componimento sono descritti alcuni dei sintomi tipici dell’amore: sono simili o diversi rispetto a quelli che hai già visto descritti da Saffo (▶ T2, p. 166) e da Petrarca (▶ T1, p. 160)? Perché? Esponi le tue considerazioni facendo precisi riferimenti ai testi (massimo 30 righe). Se vuoi, prima di cominciare a scrivere, puoi aiutarti compilando una tabella come questa.
Saffo |
Petrarca |
Alda Merini |
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle |
et ardo, et son un ghiaccio |
una così devastante arsura |
SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare
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Poesia e teatro