1. L’EPICA DELLA MESOPOTAMIA
Molto prima della fioritura della civiltà greca, il Medio Oriente aveva conosciuto la successione di prospere civiltà fluviali, che dovevano la loro fortuna alla fertilità della terra compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, la cosiddetta Mesopotamia. A suscitare un rinnovato interesse verso queste culture fu nell’Ottocento la scoperta del sito archeologico di Ninive, capitale dell’impero assiro (1100-600 a.C.), ultimo erede delle grandi civiltà mediorientali prima dell’avvento dei Persiani. Ulteriori scavi portarono infatti alla luce i resti della biblioteca del re assiro Assurbanipal, chiamato dai Greci Sardanapalo, vissuto nel VII secolo a.C.
Oggetto di ritrovamento furono anche dodici tavolette d’argilla che riportavano in caratteri cuneiformi le gesta del leggendario re di Uruk Gilgamesh, che secondo le fonti mitiche sarebbe vissuto attorno al 2700 a.C. ed era assurto al ruolo di eroe nazionale per i Sumeri. Scoperte archeologiche successive dimostrarono che la storia di Gilgamesh aveva avuto una vasta diffusione nel Medio Oriente, non solo nell’area di Uruk, dove vennero alla luce le tavolette più antiche, risalenti alla seconda metà del III millennio a.C., ma anche in Siria e in Anatolia. Il mito originario, tradotto nelle altre lingue della regione, infatti, era diventato oggetto di un intero ciclo epico.