T3 - «Bruna sono ma bella» (da Cantico dei Cantici 1,5-17)

T3

«Bruna sono ma bella»

  • Tratto da Cantico dei Cantici 1,5-17

Attribuito in passato al re Salomone, il Cantico dei Cantici è uno dei testi più enigmatici dell’Antico Testamento. Se ne ignorano l’epoca di composizione, l’autore, le fonti, persino la natura, se religiosa o profana. Il libro, infatti, non nomina mai Dio, se non in un passo controverso. Vi si legge, invece, un inno all’amore, descritto con dovizia di particolari realistici, tra uno sposo e una sposa, interpretati in genere come Dio e la nazione ebraica. Altri vi hanno visto il poema dell’amore coniugale nella sua espressione umana più alta, interpretazione che facciamo nostra in questa lettura.

Primo poema

La sposa si presenta

5      Bruna sono ma bella,

o figlie di Gerusalemme,

come le tende di Kedar,1

come le cortine di Salomone.2

6      Non state a guardare se sono bruna,

perché il sole mi ha abbronzato.

I figli di mia madre si sono sdegnati con me:

mi hanno messo a guardia delle vigne;

la mia vigna, la mia, non l’ho custodita.3

Desiderio dello sposo

7      Dimmi, o amore dell’anima mia,4

dove vai a pascolare le greggi,

dove le fai riposare al meriggio,5

perché io non debba vagare

dietro le greggi dei tuoi compagni?

8      Se non lo sai tu, bellissima tra le donne,

segui le orme del gregge

e pascola le tue caprette

presso gli accampamenti dei pastori.

Colloquio d’amore

9      Alla puledra del cocchio6 del faraone

io ti assomiglio,7 amica mia.

10    Belle sono le tue guance fra gli orecchini,

il tuo collo tra i fili di perle.

11    Faremo per te orecchini d’oro,

con grani d’argento.8

12    Mentre il re è sul suo divano,9

il mio nardo10 effonde il suo profumo.

13    L’amato mio è per me un sacchetto di mirra,

passa la notte tra i miei seni.11

14    L’amato mio è per me un grappolo di cipro12

nelle vigne di Engàddi.13

15    Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!

Gli occhi tuoi sono colombe.

16    Come sei bello, amato mio, quanto grazioso!

Erba verde è il nostro letto,

17    di cedro sono le travi della nostra casa,

di cipresso il nostro soffitto.


Cantico dei Cantici 1,5-17, in La Sacra Bibbia, CEI 2008

 >> pagina 35

A tu per tu con il testo

La poesia di ogni tempo si è cimentata nell’ardua impresa di dare una descrizione della bellezza del corpo femminile: nella tradizione europea elementi irrinunciabili sono i capelli biondi, gli occhi azzurri, la carnagione chiara… Da questo punto di vista, il Cantico dei Cantici ci spiazza: anzitutto perché ci presenta una donna dall’incarnato scuro; poi perché è sensibile anche alla bellezza dell’uomo, il che è raro in poesia; infine perché riproduce un colloquio tra due innamorati che si esprimono in un linguaggio molto realistico, adatto a pastori più che alla grande letteratura. Chi l’ha detto che la poesia dei sentimenti e delle passioni debba servirsi solo del linguaggio aulico, di formule desuete, di immagini artificiose? Le espressioni amorose richiedono altro che un lessico libresco: molto più importanti sono un’ispirazione forte, il coraggio ardito delle similitudini, la fantasia che nasce dalla concretezza. Forse finora non ce ne siamo accorti: magari anche il ragazzo o la ragazza che ci piacciono hanno occhi simili a colombe…

Analisi

Rivolgendosi a un coro, costituito dalle ragazze di Gerusalemme, una giovane ragazza abbronzata a causa dei lavori nei campi si paragona alle tende dei beduini e sembra volersi scusare per il suo colorito scuro (5-6). In realtà, è verosimile che il tono dimesso sia dettato da una ragione sociale: nell’antica poesia orientale il colorito chiaro della pelle era associato a giovani di nobili origini, mentre quello scuro competeva alle schiave e alle serve costrette a lavorare per lungo tempo all’aperto esposte al sole.

Dopo questa autopresentazione, inizia la dimensione interrogativa e dialogante che caratterizza il componimento, con la richiesta all’amato di rivelare il luogo dove va al pascolo, in modo che la fanciulla non si perda sulle sue tracce (7): si affaccia così il tema della separazione e della ricerca, tipico della letteratura amorosa. L’amore, infatti, non si esaurisce nel possesso, ma è sempre continua conquista: a commento di questo passo, lo studioso della Bibbia Gianfranco Ravasi ha scritto: «decisivo per la vita è saper raggiunger con la freccia del nostro essere il bersaglio della pienezza, della verità, dell’amore».

La risposta del coro (8) prelude all’intervento del ragazzo, che ricorre a tutta la sua inventività poetica per esprimere la bellezza dell’amata. La paragona alla giovane cavalla del carro sontuoso del faraone, con un riferimento all’Egitto che aggiunge al quadro una nota di eleganza ed esotismo, se si pensa alla magnificenza della civiltà egizia nell’antichità. Si aggiungono poi orecchini a incorniciare le guance e fili di perle della collana a chiudere il collo in un ovale elegante: due pennellate che restituiscono un volto femminile estremamente dolce e delicato.

Concluse le presentazioni, può finalmente avere inizio il colloquio tra i due. Gli innamorati stanno insieme e profumi rari e preziosi simboleggiano il piacere che il giovane rappresenta per la sua ragazza: nardo, mirra, cipro (12-14); il fidanzato ricambia non meno generosamente: gli occhi tuoi sono colombe (15).

È tipico nel Cantico dei Cantici intersecare immagini cesellate con grande ricercatezza con frasi semplici e di accentuato realismo, tanto più efficaci nella loro nuda autenticità, in cui si sente palpitare un desiderio d’amore struggente: quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella! (15).

Come nella migliore poesia d’amore, inoltre, al fascino del momento coopera l’eleganza del luogo dell’incontro, una sorta di meraviglioso Eden, partecipe della bellezza dei protagonisti e del loro entusiasmo di innamorati: i due si trovano all’aperto, il letto è d’erba lussureggiante, i cedri che li circondano sembrano disegnare una casa riccamente decorata, con il soffitto composto dall’intrecciarsi delle cime di cipresso (16-17).

 >> pagina 36

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. A chi si rivolge all’inizio la fidanzata?

  • a Alle figlie di Gerusalemme.
  • b All’amato.
  • c A Dio.
  • d Ai genitori.


2. Perché i fratelli sono infuriati con la ragazza?


3. Che cosa chiede la ragazza al coro?


4. Che attività svolge il fidanzato?

ANALIZZARE E INTERPRETARE

5. Che significato ha il colorito scuro per la fidanzata? Perché chiede alle ragazze di non stare a guardarla?


6. Quali immagini impiegano il fidanzato e la fidanzata per descrivere la bellezza reciproca? Completa la tabella.


Fidanzata

 


Fidanzato

 



7. A quale dimensione percettiva sono legate le parole del giovane? Quale senso, invece, stimolano le parole della ragazza?

COMPETENZE LINGUISTICHE

8. I complementi. Al v. 17 si legge: di cedro sono le travi della nostra casa. Che complemento è di cedro?

  • a Origine.
  • b Denominazione.
  • c Materia.
  • d Specificazione.

9. Storia delle parole. Il termine divano (12) non è sempre esistito in italiano: è entrato nella nostra lingua solo nel Cinquecento, attraverso il turco divan, “consiglio di Stato”, voce che a sua volta è di origine persiana (da dīwān, “ufficio” e “sedile”).

Quali sinonimi conosci per questa parola? Con l’aiuto del dizionario e di altri strumenti di ricerca ricostruiscine l’etimologia.

PRODURRE

10. Scrivere per descrivere Descrivi con un lessico realistico, vicino alla tua esperienza, la bellezza di un/a giovane ragazzo/a (massimo 10 righe).

SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare

STORIA

Presso gli ebrei e tutte le altre civiltà antiche, oli e unguenti profumati erano considerati merce di grande valore, doni eleganti e preziosi: da che cosa venivano ricavati e qual era il loro impiego? Fai una ricerca su questo argomento.

SPUNTI PER discutere IN CLASSE

La letteratura ci abitua spesso a una spiritualizzazione dell’amore, che viene celebrato soprattutto nella misura in cui si stacca dalla sua dimensione terrena. Secondo te, per quale motivo? Che rapporto c’è tra l’aspetto corporeo e quello spirituale nell’amore? Discutine in classe con l’insegnante e con i compagni.

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