T12 - La strage dei Proci (libro XXII, vv. 1-68)

T12

La strage dei Proci

  • Tratto da Odissea, libro XXII, vv. 1-68

La sorpresa tra i presenti per l’esito della gara con l’arco è grande, quando Odisseo, ancora travestito da mendicante, comincia prontamente a eseguire il suo piano di vendetta.

Egli si tolse gli stracci di dosso, l’astuto Odisseo,

balzò sulla grande soglia stringendo arco e faretra

piena di frecce, rovesciò le saette veloci

lì ai suoi piedi e disse tra i Proci:

5      «Questa prova difficile è ormai superata

e cercherò adesso un altro bersaglio, che un uomo

non ha mai colpito, se lo colgo e Apollo me ne dà il vanto».

Disse e puntò il dardo pungente su Antinoo.

Quello stava levando la bella coppa

10    d’oro a due anse e con le mani la rivolgeva

per bere del vino: non pensava alla morte

nell’animo. E chi avrebbe pensato che tra i convitati

un uomo, solo tra molti, anche se molto forte,

gli avrebbe inflitto una morte maligna e il nero destino?

15    Ma mirando alla gola, Odisseo lo colpì con la freccia:

la punta gli trapassò il morbido collo.

Colpito si ripiegò indietro, la tazza gli cadde

di mano, subito gli venne denso alle nari un fiotto

di sangue umano, spinse lontano da sé

20    con un calcio la mensa, rovesciò i cibi per terra:

pani e carni arrostite si insudiciarono. Gli altri

nella sala gridarono, come videro l’uomo caduto;

balzarono su dalle sedie per la sala eccitati,

gettando sguardi dovunque sui muri ben costruiti:

25    ma non v’era uno scudo da prendere, o un’asta guerriera.

Coprivano Odisseo di irosi improperi:

«Straniero, è male che tiri su uomini! Non farai

altre gare: per te ora è certa la ripida morte.

Hai ucciso ora un uomo che era il più nobile

30    tra i giovani di Itaca: e qui gli avvoltoi ti divoreranno».

Ciascuno parlava, perché ritenevano che avesse ucciso

quell’uomo senza volerlo: non avevano inteso gli sciocchi

che, tutti, essi erano avvinti dai lacci di morte.

Guardandoli bieco gli disse l’astuto Odisseo:

35    «Cani, non pensavate che sarei mai venuto reduce a casa

dalla terra di Troia, che m’avete saccheggiato la casa,

vi giacevate a forza con le donne mie ancelle,

corteggiavate mia moglie mentre io sono vivo,

senza temere gli dèi che hanno il vasto cielo,

40    o che poi vi sarebbe stato uno sdegno degli uomini:

ora voi tutti siete avvinti dai lacci di morte».

Disse così e prese tutti una pallida angoscia:

ciascuno guardava dove scampare alla ripida morte.

Solo Eurimaco rispondendo gli disse:

45    «Se davvero sei ritornato Odisseo d’Itaca,

queste cose che hanno fatto gli Achei giustamente le hai dette,

le molte insolenze in casa, le molte in campagna.

Ma ormai giace morto chi era di tutte la causa:

Antinoo. Perché queste azioni le provocò lui,

50    non per bisogno o voglia di nozze,

ma ad altro mirando, che il figlio di Crono non gli compì:

a regnare sul popolo d’Itaca ben costruita

egli stesso, e ad uccidere in agguato tuo figlio.

Ma ucciso è lui ora, a ragione; tu le tue genti

55    risparmiale: e noi, raccogliendo dopo tra il popolo,

per quel che ti è stato bevuto e mangiato in casa

ti renderemo, ciascuno portandolo a parte, un compenso

in bronzo e in oro di venti buoi, finché il tuo cuore

si plachi. Non si può biasimare che tu, prima, sia irato».

60    Guardandolo bieco gli disse l’astuto Odisseo:

«Eurimaco, neppure se tutti i beni paterni mi deste,

che voi ora avete, e vi aggiungeste dell’altro da altrove,

neppure così fermerei le mie mani dallo sterminio,

se prima i Proci non scontano tutta la loro arroganza.

65    Ora sta a voi o di battervi fronte a fronte

o fuggire, chi dovesse evitare la morte e il destino.

Ma non credo che scamperà nessuno alla ripida morte».

Disse così e qui ad essi si sciolsero ginocchia e cuore.


Omero, Odissea, libro XXII, vv. 1-68, trad. di G.A. Privitera, Mondadori, Milano 2005

 >> pagina 269 

A tu per tu con il testo

La vendetta è un piatto che va servito freddo: così recita un famoso luogo comune. Comunque la si pensi, la massima si addice alla perfezione al nostro eroe: quante volte, nel suo lungo vagabondare, avrà sognato ciò che ora sta per realizzare? Una locuzione latina parla di redde rationem (letteralmente, “rendi conto”): è proprio una resa dei conti quella che Odisseo sta apparecchiando ai danni dei nemici, gli indegni Proci che in sua assenza hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Il fatto è che la rivincita deve essere plateale e inattesa per accrescerne il gusto. E, del resto, a un uomo astuto e coraggioso come Odisseo non può mancare un’ulteriore dote: l’imprevedibilità. L’immediatezza con cui l’eroe, vinta la gara con l’arco, con sorpresa di tutti passa a colpire un altro obiettivo, l’avversario Antinoo, è un ingrediente narrativo che fa pensare al moderno genere thriller, del quale a suo modo Omero sa essere precursore.

Così un festoso banchetto, interrotto da una competizione, si trasforma in una spietata carneficina, con la quale l’eroe soddisfa un desiderio di rivalsa covato a lungo e che non ammette clemenza.

 >> pagina 270

Analisi

Inorgoglito per il successo nella gara appena conclusa, il mendicante, che ha dimostrato di essere più abile dei migliori aristocratici di Itaca, sa di avere ancora molto da fare. Anche il tempo, che durante l’assenza di Odisseo dall’isola era trascorso lento, comincia ora a scorrere, rapido e concitato. Messosi prontamente al centro della sola porta ancora aperta della sala, per impedire ogni tentativo di fuga, Odisseo si toglie di dosso gli stracci con cui aveva nascosto la propria identità e annuncia, in termini sibillini, l’intenzione di colpire altri bersagli (vv. 5-7).

La freccia mortale scagliata su Antinoo, il primo tra i Proci, scatena la reazione sdegnata dei presenti, increduli e sbigottiti, che subito promettono vendetta (vv. 27-30), non comprendendo che la mossa del mendicante è stata voluta e non accidentale.

Solo a questo punto, forte del timore provocato dalla prima vittima, Odisseo decide tea­tralmente di togliere la maschera e di annunciare il ritorno del re di Itaca: il discorso che segue non lascia possibilità di fraintendimento. Coloro che hanno offeso il suo nome, i suoi affetti e i suoi beni, macchiandosi di hybris (tracotanza), pagheranno con la vita l’onta arrecata (Cani, non pensavate che sarei mai venuto reduce a casa / dalla terra di Troia, che m’avete saccheggiato la casa, / vi giacevate a forza con le donne mie ancelle, / corteggiavate mia moglie mentre io sono vivo, vv. 35-38). Odisseo assume le vesti del giustiziere implacabile, capace di portare fino in fondo un disegno di vendetta studiato in ogni dettaglio, dalla chiusura delle porte sino alla sottrazione delle armi dalle pareti della sala. Questo momento rappresenta lo scioglimento della massima tensione narrativa (Spannung), raggiunta durante la gara con l’arco.

I Proci hanno molti volti. Alla sfrontatezza e alla superbia di Antinoo, che si era già fatto notare durante i banchetti precedenti cui era stato ammesso Odisseo in veste di mendicante, si aggiunge ora la viltà di Eurimaco, che non si trattiene dall’attribuire ogni responsabilità ad Antinoo ormai morto e arriva inutilmente a proporre un risarcimento al re ritornato in patria (vv. 45-59). Seguirà, invece, una spietata carneficina, descritta da Omero con crudo realismo, come dimostrano i particolari della morte di Antinoo, e come lascia intendere Odisseo nella sua risposta a Eurimaco (vv. 61-67). I Proci ottengono la fine che meritano: rozzi e prepotenti quando spadroneggiavano, ora si mostrano codardi. Il loro comportamento rappresenta anche in questo caso l’antitesi delle virtù eroiche: la vendetta di Odisseo è perciò un inevitabile atto di giustizia che li condanna per l’empietà verso gli dèi e il mancato rispetto delle norme di convivenza tra gli uomini.

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Perché all’inizio dell’episodio Odisseo si colloca sulla soglia della sala?


2. A quale altro bersaglio allude Odisseo al v. 6?


3. In quale circostanza viene colpito Antinoo? Con quale arma?


4. Quali accuse rivolge Odisseo ai Proci?


5. Come reagisce Eurimaco alla morte di Antinoo?

  • a Lo difende e sfida Odisseo a duello.
  • b Invoca la partecipazione di tutti alla vendetta.
  • c Scarica su di lui la responsabilità di tutti i soprusi compiuti dai Proci.
  • d Infierisce sul cadavere.


6. Che cosa propone Eurimaco a Odisseo?

  • a Di accettare un risarcimento.
  • b Di risparmiare almeno lui e pochi altri.
  • c Di attuare la vendetta senza usare violenza.
  • d Di vendicarsi solo su di lui e salvare gli altri.


7. Perché Odisseo non può accettare la proposta di Eurimaco?

 >> pagina 271 

ANALIZZARE E INTERPRETARE

8. In quale momento e in quale spazio si situa la vendetta di Odisseo? Perché si può affermare che c’è un improvviso ribaltamento della situazione?


9. Individua gli epiteti formulari riferiti ai nomi elencati nella tabella.


Odisseo

saette

collo

muri

morte


10. Chi viene ucciso per primo da Odisseo? Quali dettagli contribuiscono al realismo della scena?

COMPETENZE LINGUISTICHE

11. I verbi. I verbi intransitivi pronominali. Nell’italiano antico e nella lingua letteraria il verbo intransitivo giacere (v. 37) ammette una duplice costruzione: una attiva (per esempio, giaccio sul letto) e una detta intransitiva pronominale, come nel brano proposto (vi giacevate a forza con le donne mie ancelle). Intransitivi pronominali sono definiti i verbi in cui il pronome atono non ha valore riflessivo, né diretto, né indiretto, né reciproco, ma costituisce una componente del verbo, obbligatoria (per esempio, mi pento: il semplice pento non esiste) o facoltativa (mi ricordo, ma anche ricordo). Con l’aiuto dell’insegnante individua altri esempi di questi verbi e scrivi una frase per ciascuno.


12. I complementi. Ai vv. 57-58 Eurimaco promette a Odisseo un compenso da parte dei Proci e degli itacesi. Che complemento è in bronzo e in oro?

  • a Stato in luogo.
  • b Prezzo.
  • c Specificazione.
  • d Materia.

PRODURRE

13. Scrivere per raccontare Riscrivi il brano presentando la vicenda dal punto di vista di uno dei tanti pretendenti presenti. Cerca di mettere in rilievo l’incredulità, la sorpresa e lo spavento suscitati dalle mosse imprevedibili di Odisseo (massimo 15 righe).

SPUNTI PER discutere IN CLASSE

Lo spietato piano di vendetta attuato da Odisseo apre un interessante problema di ordine culturale, che segna la differenza tra la nostra civiltà e quella greco-romana. La vendetta, infatti, è tradizionalmente rifiutata dalla civiltà cristiana e dalla legislazione dei paesi occidentali. Che differenza c’è tra vendetta e giustizia? Che funzione ha la legge? Discutine in classe con l’insegnante e con i compagni.

La dolce fiamma - volume C
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