6. I personaggi principali

6. I PERSONAGGI PRINCIPALI

Lo schema dei personaggi vede una serie di figure che gravitano attorno al protagonista, Odisseo, e alle sue peregrinazioni. Rispetto all’Iliade, nell’Odissea hanno un ruolo maggiore mostri e altri esseri appartenenti al mondo del meraviglioso; gli dèi, invece, sono presenti in misura minore.

Uomini e figli di divinità

Odisseo: figlio di Laerte e Anticlea, marito di Penelope e padre di Telemaco, è il protagonista del poema, sempre mosso dal desiderio del ritorno in patria e da un’insopprimibile curiosità. Il suo nome è di etimologia oscura, ma Omero stesso nel libro XIX sembra ricondurlo al verbo odýssomai (“odiare”): Odisseo è “colui che odia” perché deve compiere una vendetta sui suoi nemici, oppure è “colui che è odiato”, in considerazione dei mille ostacoli che si oppongono al suo ritorno.

Se già nell’Iliade Odisseo si distingue per l’abilità oratoria, nell’Odissea rappresenta un modello di intelligenza astuta e concreta, ma anche di saggezza, qualità che in greco si chiama metis. Essa, come osserva la studiosa Eva Cantarella, «è frutto dell’esperienza e della riflessione, di conoscenze acquisite con la pratica. E non raggiunge mai gli obiettivi in modo lineare: sostanzialmente essa consiste nella capacità di usare trucchi, stratagemmi, di inventare insidie agendo per vie traverse, oblique, raggiungendo gli obiettivi per strade tortuose». Odisseo, infatti, è stato l’ideatore del cavallo di legno, utile a espugnare Troia, benché l’episodio non sia narrato nel poema.

Eroe polýtropos (“dai molti giri”, da polýs, “molto”, e trépein, “volgere”), cioè versatile e ingegnoso, e polýtlas (“che molto sopporta”, “paziente”), è il protagonista della plane, termine greco che indica il vagare in ampi spazi senza obiettivi di conquista. Odisseo, infatti, si muove sul mare, sballottato dalla sorte, esplora nuove terre, si unisce a molte donne, ma non assume mai il comportamento del conquistatore.

Penelope: moglie di Odisseo, astuta come il marito, è un esempio di fedeltà. Per rimandare il più a lungo possibile il momento del matrimonio con uno dei pretendenti inventa lo stratagemma della tela: afferma di impegnarsi a sposare uno dei Proci soltanto quando avrà finito di tessere il sudario per il suocero Laerte. Il lavoro si rivela di fatto interminabile, perché di notte la donna disfa la parte di tela tessuta durante il giorno.

Telemaco: figlio di Odisseo, è il protagonista dei primi quattro libri (la cosiddetta Telemachia), che narrano dei suoi viaggi presso Nestore e Menelao per avere notizie recenti di Odisseo. Rappresenta la figura filiale per eccellenza, simile al padre nell’aspetto fisico e nell’avvedutezza. Sarà suo complice in occasione della strage dei Proci.

Alcinoo: re dei Feaci, popolo che abita l’isola di Scheria, dimostra grande ospitalità nei confronti di Odisseo, al quale facilita il rientro in patria.

Nausicaa: figlia di Alcinoo, re dei Feaci. È una fanciulla nel fiore degli anni, dall’animo nobile e generoso che cede al fascino misterioso di Odisseo e lo aiuta quando l’eroe naufraga sull’isola di Scheria.

Calipso: ninfa bellissima che abita sull’isola di Ogigia. Innamorata di Odisseo, lo trattiene presso di sé per sette anni e arriva a promettergli l’immortalità e l’eterna giovinezza pur di non farlo tornare a Itaca.

Circe: figlia del Sole, è una maga che abita l’isola di Eea. Trasforma i compagni di Odisseo in porci, ma è poi vinta da Odisseo, che grazie all’erba donata da Ermes sfugge alla trasformazione in maiale. Seduce l’eroe e lo convince a restare presso di sé per un anno. Prima che Odisseo lasci l’isola, gli fornisce molti consigli in vista del seguito del viaggio.

Eumeo: allevatore di maiali, è uno dei pochissimi servitori rimasti fedeli a Odisseo durante la sua assenza.

Polifemo: il più famoso dei Ciclopi, esseri mostruosi con un solo occhio in mezzo alla fronte. Figlio di Poseidone, viene accecato da Odisseo che riesce con un’astuta trovata a uscire con i suoi compagni dalla spelonca in cui abita il ciclope.

Proci: i pretendenti di Penelope, esponenti dell’aristocrazia di Itaca, sono il ricettacolo di tutti i vizi e delle peggiori qualità. Il più ricco e arrogante è An­tinoo, che ha un nome parlante: “mente avversa”. Scialacquatori, crudeli, empi, pavidi, appartengono anch’essi alla tradizione del racconto popolare, insieme ai servi infedeli (Melanto e Melanzio).

Sirene: figlie del fiume Acheloo e di una musa, forse Melpomene, sono esseri mostruosi che ammaliano i marinai con il loro canto, determinandone il naufragio. Benché non siano descritte da Omero, nella tradizione mitologica erano rappresentate con la testa di donna e il corpo di uccello.

Una femme fatale... ante litteram

La stagione artistica del Simbolismo, nel secondo Ottocento, ha coinciso con un momento in cui le donne iniziavano ad assumere un ruolo diverso nella società. Molti artisti di questo periodo sono ossessionati dal tema della donna fatale, della seduttrice, a cui danno diversi volti, prendendoli anche dalla letteratura sacra, dal mito, dalla storia antica. In questo quadro il pittore tedesco Franz von Stuck (1863-1928) ritrae un’affascinante attrice dell’epoca nei panni di Circe, la sensuale incantatrice.

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Gli dèi

Zeus: figlio di Crono e padre degli dèi, mantiene l’ordine e la giustizia nel mondo. Nell’Odissea comincia a essere rappresentato come protettore di poveri e stranieri.

Atena: dea della sapienza, protegge Odisseo in svariate occasioni del poema. Consiglia a Telemaco di recarsi in altri regni per chiedere informazioni sul padre e soccorre Odisseo sulla spiaggia di Scheria e su quella di Itaca.

Poseidone: dio del mare, avversa in ogni modo Odisseo dopo che questi gli ha accecato il figlio Polifemo.

Ermes: messaggero degli dèi, comunica a Calipso la decisione presa dal concilio degli dèi di far partire l’eroe da Ogigia.

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Le tecniche narrative

Fabula  e intreccio

Non vi è coincidenza tra fabula e intreccio. La storia inizia in medias res e presenta vari ­flashback, il più lungo dei quali è nei libri IX-XII (racconti di Odisseo ad Alcinoo); dal libro XIII la narrazione ritorna lineare.

Spazio

Il viaggio di Odisseo si svolge nel mar Mediterraneo, da Troia fino all’estremo Occidente secondo alcuni, ma è difficile definire con precisione la geografia dei luoghi visitati. Gli ambienti che ricorrono come scenario dei fatti narrati sono:

• il mare, visto nella sua pericolosità a causa di creature meravigliose e mostri;

• la terra sconosciuta, che per chi viaggia in mare è spesso assimilabile a un’isola, intesa come luogo insidioso da esplorare (isola di Circe) oppure come luogo ameno e ospitale (Ogigia);

• Itaca, la patria, che all’inizio Odisseo stenta a riconoscere.

Tempo

La narrazione copre un periodo di quaranta giorni, ma gli eventi narrati si estendono su un arco di dieci anni.

Narratore

Il narratore è esterno, onnisciente e oggettivo. Racconta i fatti in terza persona, conosce tutte le vicende dei protagonisti, il loro destino e il loro futuro.

Cede la parola a un narratore interno di secondo grado, Odisseo, nei libri dal IX al XII, il che conferisce un pathos maggiore al racconto.

Stile

• Ripetitività e formularità.

• Ricorso alle similitudini.

• Realismo.

Verifica delle conoscenze

1. Che cosa si intende per nóstoi?
2. Indica le qualità che caratterizzano Odisseo, il protagonista del poema.
3. In che rapporto sono fabula e intreccio nell’Odissea?
4. In che cosa consiste la Telemachia?
5. Quali sono gli spazi più comuni che fanno da scenario alle vicende del poema?
6. Illustra in breve i principali temi dell’Odissea.
7. Come si manifesta la magia nel poema?
8. Che cosa differenzia i personaggi femminili dell’Odissea da quelli dell’Iliade?

La dolce fiamma - volume C
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