T2 - Guittone d’Arezzo, Tuttor ch’eo dirò gioi, gioiva cosa

T2

Guittone d’Arezzo

Tuttor ch’eo dirò gioi, gioiva cosa

  • Metro Sonetto

Il sonetto è interamente costruito sulla ripetizione del vocabolo “gioia” e dei suoi derivati, concepito come gioco retorico ed esercizio di stile. Mentre il componimento precedente si contraddistingue per il coinvolgimento morale e civile dell’autore, questo ha un carattere del tutto disimpegnato.

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Audiolettura

Tuttor ch’eo dirò gioi, gioiva cosa,

intenderete che di voi  favello,

che gioia sete di beltà gioiosa

4      e gioia di piacer gioioso e bello:


e gioia in cui gioioso avenir posa,

gioi d’adornezze e gioi di cor asnello;

gioia in cui viso è gioi tant’amorosa,

8      ched è gioiosa gioi mirare in ello.


Gioi di volere e gioi di pensamento

e gioi di dire e gioi di far gioioso

11    e gioi d’onni gioioso movimento.


Perch’eo, gioiosa gioi, sì disioso

di voi mi trovo, che mai gioi non sento,

14    se ’n vostra gioi il meo cor non riposo.

 >> pagina 688

A tu per tu con il testo

In poesia – come nella vita? – amore è spesso sinonimo di sofferenza e di tormento. In molti casi, addirittura, a partire dalla letteratura classica, l’eros si accompagna a thanatos: l’amore come fratello della morte… In questo sonetto Guittone ci offre, invece, l’altra faccia della medaglia: ed è una faccia felice e irresistibile. Il sentimento procura un piacere sconfinato: è come se l’esistenza umana, quando viene toccata dal prodigio della passione, non conoscesse altre parole e altri pensieri che quelli dell’amore e della gioia. Ma che importa se il nostro lessico si impoverisce? Si è arricchito l’animo, pronto a vivere la più esaltante delle avventure.

Analisi

L’autore celebra la gioia d’amore e il godimento spirituale che questo sentimento gli procura. Il tema del sonetto è l’esaltazione della passione e dell'entusiasmo che traggono origine dalla donna amata, una vera e propria sorgente di piacere incontrollabile che avvolge tutta la vita del poeta e riecheggia in ogni passaggio del suo componimento.
In questo sonetto, che segna un punto estremo della maestria virtuosistica di Guittone (è quasi una sfida del poeta a se stesso per riuscire a inserire in ogni verso la parola “gioia”), egli sembra aderire in pieno al modello letterario provenzale del trobar clus (“poetare chiuso”), che intendeva la poesia soprattutto come arguta e ardita elaborazione formale. Il testo poggia infatti sulla ripetizione della parola gioia (anche in anafora, come ai vv. 4-5) e dei suoi derivati. D’altro canto, l’espediente della ripetizione sembra qui funzionale anche alla espressione, sul piano stilistico, di una sorta di “ossessione psicologica” del poeta nei confronti della donna amata.

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Quali sono le caratteristiche fisiche della donna amata dal poeta?


2. In quali modi il poeta può trovare gioia?


3. Quali azioni gioiose vengono menzionate nella prima terzina?

ANALIZZARE

4. Su quali figure retoriche è costruito l’intero sonetto? (sono possibili più risposte)

  • a Antitesi. 
  • b Ossimoro. 
  • c Enumerazione. 
  • d Poliptoto. 
  • e Anafora. 
  • f Metafora. 
  • g Chiasmo. 

5. In quali versi puoi individuare il senhal, ovvero il nome fittizio dato all’amata per impedire che essa venga riconosciuta?


6. Con quale procedimento retorico vengono legati tra loro gli elementi elencati ai vv. 4-11?

 >> pagina 689 

interpretARE

7. Quale concezione dell’amore emerge dal sonetto?

competenze linguistiche

8. Lessico. Il nome astratto gioia, se volto al plurale, cambia completamente il suo significato, poiché passa a indicare un oggetto concreto, le “gioie”, ovvero i “gioielli”. Quali altri nomi che subiscono lo stesso mutamento semantico conosci?

produrRE

9. Scrivere per confrontare Confronta, sotto l’aspetto stilistico (lessico, sintassi, figure), questo sonetto con la canzone Ahi lasso, or è stagion de doler tanto (▶ T1, p. 681): quali osservazioni puoi fare (massimo 20 righe)?

Verifica delle conoscenze

1. Il periodo in cui possiamo collocare l’esperienza poetica dei Siculo-toscani prende avvio dagli anni compresi tra la morte di Federico II e quella di Manfredi. Si tratta degli anni
  • a 1230-1266. 
  • b 1250-1266. 
  • c 1250-1295. 
  • d 1250-1300. 

2. L’esperienza dei poeti siculo-toscani matura all’interno
  • a degli ambienti ecclesiastici della Sicilia e della Toscana. 
  • b delle principali corti italiane. 
  • c dei villaggi contadini della Toscana. 
  • d delle città della Toscana. 

3. Oltre all’amore, quale tema viene sviluppato dai poeti siculo-toscani e perché?
4. Chi è il massimo rappresentante di questa corrente poetica?
  • a Guittone d’Arezzo. 
  • b Iacopone da Todi. 
  • c Iacopo da Lentini. 
  • d Manfredi. 

5. In che modo la lingua e le tematiche della poesia siciliana si amalgamano con le forme della tradizione poetica toscana?
6. Perché la lingua usata dai poeti siculo-toscani può definirsi “composita”?
7. Secondo una consolidata interpretazione critica, Guittone sarebbe stato il primo interprete di quale genere poetico?
  • a Il sonetto. 
  • b La lauda. 
  • c La canzone. 
  • d Il madrigale. 

8. In che modo l’opera di Guittone d’Arezzo verrà giudicata da Dante Alighieri?
9. Quali sono gli aspetti più importanti dell’epistolario di Guittone d’Arezzo?

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