T2 - Giacomo da Lentini, Amor è uno desio che ven da core

T2

Giacomo da Lentini

Amor è uno desio che ven da core

  • Metro Sonetto

È un sonetto che fa parte di una tenzone (cioè di una discussione in versi, attraverso un “botta e risposta” di componimenti poetici) tra l’autore e altri due poeti della Scuola siciliana, Iacopo Mostacci e Pier delle Vigne. Oggetto della tenzone è la natura dell’amore. Giacomo afferma l’origine visiva del sentimento amoroso, sulla scorta di quanto si legge nel trattato De amore ( doc. 5, p. 600) di Andrea Cappellano, opera che ha fissato, in chiave teorica, i caratteri distintivi e le ragioni dell’amor cortese.

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Audiolettura

Amor è uno desio che ven da core

per abondanza di gran piacimento;

e li occhi in prima generan l’amore

4      e lo core li dà nutricamento.


Ben è alcuna fiata om amatore

senza vedere so ’namoramento,

ma quell’amor che stringe con  furore

8      da la vista de li occhi à nascimento.


Che li occhi rapresentan a lo core

d’onni cosa che veden bono e rio,

11    com’è formata naturalemente;


e lo cor, che di zo è concepitore,

imagina, e piace quel desio:

14    e questo amore regna fra la gente.

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A tu per tu con il testo

Ognuno – adolescente, adulto e anziano – si innamora a modo suo. I poeti provenzali ritenevano possibile anche l’amore a distanza, senza vedere l’oggetto del sentimento. Giacomo da Lentini non è di questo avviso: nel ricostruire scientificamente le varie fasi del sentimento amoroso, egli ritiene che lo strumento fondamentale per accendere la passione siano gli occhi. Poi, certo, è nell’animo che noi sentiamo piacere, ma l’immaginazione non basta. Chi l’ha detto insomma che la poesia sia solo astrazione? O esaltazione di una dimensione incorporea, intellettualistica? Le strane sensazioni che fanno battere il cuore nascono sempre da un incontro e dagli effetti inesprimibili della vista: li provano i ragazzi di oggi come quelli di ogni tempo.

Analisi

Nel sostenere che l’amore possiede un’origine per lo più visiva, nella seconda quartina Giacomo sostanzialmente rifiuta l’idea dell’amor de lonh (“amore lontano”), tipica della produzione provenzale. Il poeta parla invece di un rapporto diretto e ravvicinato tra amante e amata. Infatti egli è certo dell’origine fisica e, insieme, della natura ossessiva del fatto amoroso: convinzione dalla quale deriverà, in altri suoi componimenti, una concezione negativa e drammatica della passione amorosa. Al poeta interessa indagarne i fenomeni fisici e i presupposti naturali, aprendosi a una proficua relazione con la cultura scientifica del tempo, molto più di quanto fino ad allora fosse mai stato fatto dai poeti provenzali. La sua concezione dell’amore è quella di una passione sensoriale e mentale: idea che nasce qui e che sarà centrale nello Stilnovo e ancora in Petrarca.
Ai vv. 1-4 abbiamo un’affermazione: l’amore nasce dagli occhi; ai vv. 5-6 troviamo un’obie­zione a quella prima affermazione: talora una persona può amare senza aver mai visto l’oggetto del proprio amore; ai vv. 7-8 si risponde all’obiezione: l’amore “vero” nasce sempre dalla vista; dunque l’amore che prescinda dalla vista dell’oggetto amato è un sentimento debole, labile, di cui non vale nemmeno la pena parlare. Nelle due terzine il discorso si completa con la spiegazione di tale fisiologia amorosa: gli occhi riferiscono al cuore la realtà e il cuore sviluppa sopra quei dati per così dire “informativi” la propria immaginazione sentimentale. L’ultimo verso ribadisce che questo è il vero amore, il tipo più diffuso tra le persone. Nella precisione del ragionamento e nel rigore dei suoi passaggi cogliamo la preparazione tecnica di Giacomo da Lentini, uomo di legge e di governo.

 >> pagina 674 

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Sintetizza la struttura argomentativa del sonetto, rilevando i seguenti passaggi:


a) Tesi (vv.                                 )

b) Antitesi (vv.                                 )

c) Confutazione dell’antitesi (vv.                                 )

d) Argomento a favore della tesi (vv.                                 )

e) Riaffermazione della tesi (vv.                                 )


2. Secondo Giacomo da Lentini è possibile amare una persona senza averla mai vista?

ANALIZZARE

3. Individua le cinque parole chiave del componimento: quali sono? In quali forme sono ripetute?


4. Che ruolo ha l’immaginazione, nel sentimento amoroso?

INTERPRETARE

5. Facendo riferimento anche a Meravigliosamente, spiega quale concezione dell’amore è propria di Giacomo da Lentini e quale ruolo abbiano, rispettivamente, gli occhi, il cuore e l’immaginazione (massimo 20 righe).

competenze linguistiche

6. Lessico. La derivazione. Le figure etimologiche (o poliptoti) sono costruite sul meccanismo della derivazione delle parole. Partendo dalle cinque parole chiave del componimento, individua almeno cinque derivati per ciascuna (di almeno tre categorie grammaticali differenti).



Nomi

Aggettivi

Verbi

Avverbi

1

       

2

       

3

       

4

       

5

       

Produrre

7. Scrivere per argomentare È possibile, secondo te, amare qualcuno senza averlo mai visto? Esponi le tue riflessioni in massimo 20 righe.

SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare

Scienze

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