T1 - Giacomo da Lentini, Meravigliosamente

T1

Giacomo da Lentini

Meravigliosamente

  • Metro Canzonetta di 7 strofe di 9 settenari ciascuna. L’ultima strofa fa da commiato o congedo. Schema delle rime: abc abc ddc

Il poeta porta impressa nell’animo l’immagine della donna amata, ma quando le passa vicino non osa alzare gli occhi per guardarla, rimanendo come paralizzato dal suo stesso sentimento.

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Audiolettura

Meravigliosamente

un amor mi distringe

e mi tene ad ogn’ora.

Com’om che pone mente

5       in altro exemplo pinge

la simile pintura,

così, bella, facc’eo,

che ’nfra lo core meo

porto la tua figura.


10    In cor par ch’eo vi porti,

pinta come parete,

e non pare difore.

O Deo, co’ mi par forte

non so se lo sapete,

15    con’ v’amo di bon core;

ch’eo son sì vergognoso

che pur vi guardo ascoso

e non vi mostro amore.


Avendo gran disio

20    dipinsi una pintura,

bella, voi simigliante,

e quando voi non vio

guardo ’n quella figura,

par ch’eo v’aggia davante:

25    come quello che crede

salvarsi per sua fede,

ancor non veggia inante.

Al cor m’ard’una doglia,

com’om che ten lo foco

30    a lo suo seno ascoso,

e quando più lo ’nvoglia,

allora arde più loco

e non pò star incluso:

similemente eo ardo

35    quando pass’e non guardo

a voi, vis'  amoroso.


S’eo guardo, quando passo,

inver’ voi no mi giro,

bella, per risguardare;

40    andando, ad ogni passo

getto uno gran sospiro

ca facemi ancosciare;

e certo bene ancoscio,

c’a pena mi conoscio,

45    tanto bella mi pare.


Assai v’aggio laudato,

madonna, in tutte parti,

di bellezze c’avete.

Non so se v’è contato

50    ch’eo lo faccia per arti,

che voi pur v’ascondete:

sacciatelo per singa

zo ch’eo no dico a linga,

quando voi mi vedite.


55    Canzonetta novella,

va’ canta nova cosa;

lèvati da maitino

davanti a la più bella,

fiore d’ogn’amorosa,

60    bionda più c’auro fino:

«Lo vostro amor, ch’è caro,

donatelo al Notaro

ch’è nato da Lentino».

 >> pagina 670

A tu per tu con il testo

Contemplazione, dolore, pudore sono inseparabili compagni del sentimento e della passione. Gli effetti dell’innamoramento non conoscono la mutevolezza del tempo: le manifestazioni possono cambiare, ma l’oggetto del desiderio, quando è autentico e sconvolgente come quello cantato da Giacomo da Lentini, finisce puntualmente per ardere e consumare l’animo, sempre in bilico tra ammirazione e paura, immobile al cospetto di una creatura quasi ultraterrena. La ragione ci metterebbe in guardia dall’idealizzare la bellezza e renderla come un miracolo senza difetti: ma come trattenere i sospiri e i pianti dinanzi a una realtà che trascende il nostro autocontrollo? L’emozione si rinnova ogni volta, come un evento eccezionale: “meravigliosamente”, appunto.

Analisi

Il poeta afferma il proprio amore per una donna e, al tempo stesso, confessa di sentirsi inadeguato a sostenere tale sentimento. Non gli resta dunque che allontanarsi, sospirando sconfortato. Tema centrale del testo è pertanto il contrasto tra la passione amorosa e l’incapacità (o l’impossibilità) di manifestarla esteriormente, attraverso una parola o uno sguardo rivolti alla donna.

In Giacomo da Lentini, con grande acutezza psicologica, alla contemplazione dell’amata e della sua miracolosa bellezza fanno seguito, in una serrata analisi dell’amore come vicenda interiore, un senso di intimidito stupore, la creazione dell’immagine di lei nel proprio cuore, l’assicurazione della sincerità dei suoi sentimenti e la richiesta di essere ricambiato.

 >> pagina 671 
Il primo verso, tutto occupato dall’avverbio Meravigliosamente, introduce il lettore in un’atmosfera quasi di miracolo; l’idea dell’essenza in qualche modo soprannaturale della donna è confermata al v. 56 dall’espressione nova cosa. Ma questo è solo uno dei segni della perizia tecnica di Giacomo da Lentini, che si rivela, in questo componimento, autore assai raffinato. Si veda anche la ripresa e variazione (attraverso la figura del poliptoto, seppure a distanza di alcuni versi) di un termine chiave nella lirica amorosa come “cuore”: ’nfra lo core meo (v. 8), In cor (v. 10), di bon core (v. 15), Al cor (v. 28); in due casi (al v. 10 e al v. 28) il vocabolo è a inizio di strofa, dunque in posizione di rilievo.

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Dove è conservato il ritratto della donna amata?


2. Ai vv. 10, 11, 12 e 13 è ripetuto il verbo “parere”: come si chiama questa figura retorica? Quali diverse sfumature di significato assume il verbo?


3. Quali effetti produce, sul poeta, la vista dell’amata?


4. Di che cosa si preoccupa il poeta ai vv. 49-54?

ANALIZZARE

5. Nelle prime tre strofe è presente il tema della pintura dell’amata: come viene svolto?


6. Individua e spiega i punti del componimento in cui viene affrontato il tema della timidezza.


7. Quale scopo ha l’ultima strofa del componimento? A chi si rivolge il poeta?

INTERPRETARE

8. È possibile affermare che ai vv. 25-27 il poeta arrivi a mescolare sacro e profano?

competenze linguistiche

9. Lessico. Ai vv. 37 e 40 viene ripetuta la parola passo: nel primo caso è voce del verbo passare, nel secondo caso è un sostantivo. Si tratta di due omonimi, ovvero di due parole che si scrivono allo stesso modo ma hanno significato diverso. Quali altri omonimi conosci? Scrivine almeno quattro.

Produrre

10. Scrivere per ARGOMENTARE La timidezza di cui parla Giacomo da Lentini è propria di molte persone: pensi che sia un difetto o una virtù? Esponi la tua opinione in massimo 25 righe.

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