T2 - Iacopone da Todi, Donna de Paradiso

T2

Iacopone da Todi

Donna de Paradiso

  • Metro Lauda in 33 quartine di versi in prevalenza settenari, precedute da una terzina introduttiva con schema di rime aax, bbbx, cccx ecc.

Donna de Paradiso è la lauda più celebre di Iacopone, l’unica interamente dialogata, ed è un documento della forma più antica del teatro italiano, la sacra rappresentazione.

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Audiolettura

«Donna de Paradiso,

lo tuo figliolo è preso

Iesù Cristo beato.


Accurre, donna e vide

5      che la gente l’allide;

credo che lo s’occide,

tanto l’ò flagellato».


«Como essere porria,

che non fece follia,

10    Cristo, la spene mia,

om l’avesse pigliato?».


«Madonna, ello è traduto,

Iuda sì ll’à venduto;

trenta denar’ n’à auto,

15    fatto n’à gran mercato».


«Soccurri, Madalena,

ionta m’è adosso piena!

Cristo figlio se mena,

como è annunziato».

20    «Soccurre, donna, adiuta,

cà ’l tuo figlio se sputa

e la gente lo muta;

òlo dato a Pilato».


«O Pilato, non fare

25    el figlio meo tormentare,

ch’eo te pòzzo mustrare

como a ttorto è accusato».


«Crucifige, crucifige!

Omo che se fa rege,

30    secondo nostra lege

contradice al senato».


«Prego che mm’entennate,

nel meo dolor pensate!

Forsa mo vo mutate

35    de que avete pensato».


«Traiàn for li latruni,

che sian soi compagnuni;

de spine s’encoroni,

ché rege ss’è clamato!».


40    «O figlio, figlio, figlio,

figlio, amoroso giglio!

Figlio, chi dà consiglio

al cor me’ angustiato?


Figlio occhi iocundi,

45    figlio, co’ non respundi?

Figlio, perché t’ascundi

al petto o’ sì lattato?».


«Madonna, ecco la croce,

che la gente l’aduce,

50    ove la vera luce

déi essere levato».

«O croce, e que farai?

El figlio meo torrai?

E que ci aponerai,

55    che no n’à en sé peccato?».


«Soccurri, plena de doglia,

cà ’l tuo figliol se spoglia;

la gente par che voglia

che sia martirizzato».


60    «Se i tollit’el vestire,

lassatelme vedere,

com’en crudel firire

tutto l’ò ensanguenato».


«Donna, la man li è presa,

65    ennella croc’è stesa;

con un bollon l’ò fesa,

tanto lo ’n cci ò ficcato.


L’altra mano se prende,

ennella croce se stende

70    e lo dolor s’accende,

ch’è plu multiplicato.


Donna, li pè se prènno

e clavellanse al lenno;

onne iontur’aprenno,

75    tutto l’ò sdenodato».


«Et eo comenzo el corrotto

figlio, lo meo deporto,

figlio, chi me tt’à morto,

figlio meo dilicato?


80    Meglio aviriano fatto

ch’el cor m’avesser tratto,

ch’ennella croce è tratto,

stace desciliato!».

«O mamma, o’ n’èi venuta?

85    Mortal me dà’ feruta,

cà ’l tuo plagner me stuta,

ché ’l veio sì afferato».


«Figlio, ch’eo m’aio anvito,

figlio, pat’e mmarito!

90    Figlio, chi tt’à firito?

Figlio, chi tt’à spogliato?».


«Mamma, perché te lagni?

Voglio che tu remagni,

che serve mei compagni,

95    ch’êl mondo aio aquistato».


«Figlio, questo non dire!

Voglio teco morire,

non me voglio partire

fin che mo ’n m’esc’ el fiato.


100 C’una aiàn sepultura,

figlio de mamma scura,

trovarse en afrantura

mat’e figlio affocato!».


«Mamma col core afflitto,

105 entro ’n le man’ te metto

de Ioanni, meo eletto;

sia to figlio appellato.


Ioanni, èsto mea mate:

tollila en caritate,

110àginne pietate,

cà ’l core sì à furato».


«Figlio, l’alma t’è ’scita,

figlio de la smarrita,

figlio de la sparita,

115 figlio attossecato!

Figlio bianco e  vermiglio,

figlio senza simiglio,

figlio, e a ccui m’apiglio?

Figlio, pur m’ài lassato!


120 Figlio bianco e biondo,

figlio volto iocondo,

figlio, perché t’à el mondo,

figlio, cusì sprezzato?


Figlio dolc’e placente,

125 figlio de la dolente,

figlio àte la gente

mala mente trattato.


Ioanni, figlio novello,

morto s’è ’l tuo fratello.

130 Ora sento ’l coltello

che fo profitizzato.


Che moga figlio e mate

d’una morte afferrate,

trovarse abraccecate

135 mat’e figlio impiccato!».

 >> pagina 651 

A tu per tu con il testo

Le urla della folla, le parole di Cristo, l’invocazione della Vergine: sulla scena, a scandire le stazioni della Via Crucis, risuonano le voci di un dramma angosciante. Immaginiamo i credenti del tempo di Iacopone mentre partecipano con pathos e coinvolgimento alla rappresentazione della vicenda, una vera e propria esecuzione teatrale. Ma l’effetto emotivo è garantito anche per noi che leggiamo sulla pagina il lamento funebre della Madonna. La cruda concretezza della storia evangelica si rivela soprattutto nel dialogo finale e nel realismo del martirio, tanto che può perfino passare in secondo ordine la consapevolezza che la crocifissione e il sacrificio di Cristo rientrino nella prospettiva più alta della sua missione. Quello di cui siamo testimoni e che ci colpisce è la sofferenza – umana, umanissima – di una madre. Una madre qualunque dinanzi alla perdita del figlio.

 >> pagina 652

Analisi

Iacopone racconta in questa lauda in forma di dialogo la condanna, il processo e la crocifissione di Cristo. Alla voce di un nunzio che accompagna lo svolgimento dell’azione subentrano gli interventi della Madonna, che prima cerca di convincere Pilato a concedere la grazia a Gesù, poi si rivolge al popolo, che ne invoca il sacrificio (Crucifige, crucifige, v. 28), e al figlio stesso. Quest’ultimo pronuncia parole piene di umana tenerezza per Maria: ogni suo intervento inizia con il termine Mamma (vv. 84, 92, 104). Invano cerca di consolarla, guidandola alla comprensione della sua missione: la donna non accetta l’ingiusta fine del figlio e si abbandona a un disperato lamento funebre.
Il poeta intende proprio sottolineare l’inconsolabile dolore della Vergine, che preferirebbe morire piuttosto che continuare a vivere dopo la perdita del figlio (vv. 97-99). Emerge in tal modo il quadro intimo di una sofferenza istintiva, che mette al centro dell’attenzione il dramma umano di una donna, di una madre, mentre l’elemento teologico sembra quasi passare in secondo piano. L’umanizzazione della dimensione divina, il linguaggio facilmente comprensibile anche da un pubblico popolare e la forma della rappresentazione drammatica mirano a coinvolgere in maniera più diretta i lettori: l’autore intende convertirli facendoli identificare emotivamente con la Madonna e con Cristo.
La lauda presenta diversi riferimenti a passi dei Vangeli, alcuni ripresi quasi letteralmente. Per esempio i vv. 29-31 (Omo che se fa rege, / secondo nostra lege / contradice al senato) rimandano chiaramente al testo di Giovanni, 19, 12 («Infatti chiunque si proclami re si contrappone all’imperatore»). Lo stesso dicasi per il Crucifige del v. 28, che richiama Giovanni, 19, 15 («Prendilo, prendilo, crocifiggilo»). Ancora: i vv. 104-111 (l’affidamento di Maria a Giovanni) ricordano molto da vicino Giovanni, 19, 26-27, e il coltello citato al v. 130 fa riferimento al passo di Luca, 2, 35, dove il vecchio Simeone aveva profetizzato a Maria che una spada le avrebbe trafitto il cuore, con riferimento al dolore che essa avrebbe provato per la morte di Gesù.
Tuttavia, rispetto al racconto evangelico, il tempo e lo sviluppo dei fatti sono abbreviati dall’autore in maniera significativa. Pochi sono i “quadri” presentati: l’arresto, la condanna, la salita al Golgota (il colle su cui Gesù venne ucciso), la crocifissione. Tali scene sono però rese con grande partecipazione da chi le narra, in particolare dal nunzio, al quale spetta il compito di riferire la maggior parte dei fatti. La sua narrazione della crocifissione è caratterizzata dal crudo realismo: la sofferenza fisica provata da Cristo e i dettagli del suo martirio (le mani e i piedi inchiodati alla croce, le giunture slogate, il sangue delle ferite) vengono sapientemente descritti in modo da accrescere l’emotività del pubblico che assiste alla messa in scena della rappresentazione.

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Quale episodio evangelico viene presentato nella lauda?


2. Quali sono i personaggi presenti nella lauda? Distingui quelli che parlano in prima persona e quelli che, dalle indicazioni presenti nel testo, sono presenti, benché muti, sulla scena.


3. La lauda è divisibile in tre diverse parti (di lunghezza molto diversa): quali sono, di che cosa trattano e che cosa le distingue?

ANALIZZARE

4. Quale rapporto esiste tra Maria e Cristo? Rispondi facendo riferimento a passi ed espressioni usate nel testo.


5. Quale figura retorica è presente ai vv. 88-91 e 112-126? Quali sentimenti ti sembra voglia esprimere?

 >> pagina 653 

INTERPRETARE

6. La figura retorica descritta sopra era presente anche nel Cantico delle Creature? Ha la stessa funzione in entrambi i testi? Perché?


7. Individua nel testo i termini che afferiscono alla sfera semantica del dolore e della sofferenza (fisica e psicologica) e che permettono di parlare di “crudo realismo” per lo stile di questa lauda.

competenze linguistiche

8. Dal dialogo alla narrazione. Tutta la lauda è scritta utilizzando il discorso diretto: prova a riscrivere le prime dieci strofe (fino al v. 39) come se fosse narrata da un narratore esterno in terza persona. Fai attenzione a inserire delle brevi frasi che spieghino lo svolgimento dell’azione e alla consequenzialità dei tempi verbali nel passaggio dal discorso diretto a indiretto (l’esercizio è avviato).

a) Riscrittura al presente: Il messaggero si rivolge a Maria dicendole che suo figlio, Gesù Cristo, è stato catturato, e la invita ad affrettarsi per guardare la gente che lo percuote, tanto che...

b) Riscrittura al passato remoto: Il messaggero si rivolse a Maria dicendole che suo figlio, Gesù Cristo, era stato catturato, e la invitò ad affrettarsi per guardare la gente che lo percuoteva, tanto che...

SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare

LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

Nel Medioevo, le rappresentazioni sacre di argomento religioso erano diffuse in molte parti d’Europa: individua le caratteristiche che queste forme teatrali avevano nel paese di cui studi la lingua (con l’aiuto dell’insegnante) e confrontale con la lauda di Jacopone.

LETTERATURA

Nel 1977 lo scrittore e attore Dario Fo scrisse la sua opera più nota, Mistero buffo, ispirata proprio alla tradizione medievale della lauda drammatica, utilizzando un particolare miscuglio linguistico di sua invenzione, il grammelot. Prova a leggere un brano di Mistero buffo aiutandoti con il testo a fronte in italiano (la parte finale, Passione. Maria alla croce, è basata sullo stesso episodio evangelico di Donna de Paradiso) o a cercare su YouTube il filmato di una delle tante rappresentazioni teatrali che ne fece l’autore, individuando le similitudini e le differenze rispetto al testo di Iacopone.

La dolce fiamma - volume B plus
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini