INVITO ALL'ARTE - Le virtù degli animali: i bestiari

INVITO ALL’ARTE Le virtù degli animali: i bestiari

Tra le raccolte enciclopediche medievali, occupano un posto speciale i bestiari. Si tratta di opere didattiche (che hanno cioè lo scopo di educare e insegnare) basate sia su testi sacri, sia su fonti classiche e profane, come le opere di Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), in cui sono descritte dettagliatamente la natura e soprattutto le proprietà e le principali caratteristiche degli animali, siano essi reali, vicini al mondo dell’uomo medievale, o più lontani ed esotici (come gli elefanti e le tigri) o addirittura immaginari e mostruosi (come i draghi, gli unicorni, le sirene).

Tra il XII e il XIII secolo nell’Europa mediterranea si diffondono i bestiari illustrati, in cui, accanto a brevi testi descrittivi, si trovano miniature e illustrazioni che servono a mettere in scena le interpretazioni morali dei testi e a renderne i contenuti essenziali. Questi manoscritti rivestono un’importanza fondamentale per la produzione artistica romanica e gotica, che spesso utilizza tali repertori come fonti figurative per dipinti e sculture e per creare decorazioni mediante le quali istruire il fedele sulle virtù cristiane, sui peccati e sui pericoli del mondo.

In un capitello della cattedrale di Parma si trova una strana figurazione, con un asino e due lupi che indossano l’abito dei monaci: uno dei due lupi guarda minaccioso fuori dalla scena, l’altro è intento a leggere, mentre l’asino lo sta benedicendo. Si tratta di una satira della vita religiosa, in cui si sottolineano i possibili vizi dei monaci raffigurandoli sotto forma di animali stolti o feroci.
Nell’immaginario medievale l’unicorno era visto prevalentemente come una figura positiva: dal suo corno si diceva fosse possibile ricavare una pozione in grado di combattere ogni tipo di veleno.

La dolce fiamma - volume B plus
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini