CARTA CANTA - I pennelli di Fo

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I pennelli di Fo

«Mi sento attore dilettante e pittore professionista. Ancora oggi talvolta penso che la pittura sia il mio mezzo di espressione primario». Un po’ per il suo tipico gusto della provocazione, un po’ seriamente, così si espresse Dario Fo a proposito del rapporto con matite e pennelli, che coltivò per tutta la vita, arrivando a esporre le proprie opere in sedi molto prestigiose. Del resto in gioventù si diplomò all’Accademia di Brera, nella frizzante Milano del secondo dopoguerra. Ciò che più conta, però, è il modo in cui Fo seppe fare interagire la passione per le arti figurative col suo mestiere di teatrante, anzi di giullare, capace per sessant’anni di spiazzare il pubblico con le sue trovate, spettacolo dopo spettacolo.

I disegni non soltanto aiutavano la concentrazione e favorivano il fissarsi di un’idea, ma erano alla radice del suo processo creativo: «Mi sono abituato piano piano ad immaginare le commedie, i monologhi in un contesto visivo, e solo in seguito in quello del recitato». In effetti non si trattava semplicemente di usare i pennelli per disegnare i cartelloni degli spettacoli o per offrire indicazioni puntuali ai costumisti o agli scenografi.

Fo era solito allestire dei veri e propri storyboard, dei canovacci che raccontavano visivamente lo sviluppo dell’azione scenica. Lo splendido archivio allestito dalla moglie Franca Rame (http://www.archivio.francarame.it/), liberamente consultabile in rete, trabocca di materiali che bene lasciano comprendere il metodo di lavoro del Premio Nobel.


Quello di Fo è un autentico «teatro a disegni», che lasciava ampio spazio all’improvvisazione: dalla suggestione di una silhouette poteva nascere un’improvvisazione di mezz’ora. Uno degli esiti più significativi di questa originale mescolanza di letteratura, teatro e pittura è il copione disegnato che su un leggio in scena accompagnò le rappresentazioni di Johan Padan alla descoverta de le Americhe, in cartellone nel 1992, per celebrare i cinquecento anni dalla spedizione di Cristoforo Colombo, raccontando le esilaranti traversie di un povero marinaio della ciurma.

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Poesia e teatro - Letteratura delle origini