CARTA CANTA - I pennelli di Fo
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I pennelli di Fo
I disegni non soltanto aiutavano la concentrazione e favorivano il fissarsi di un’idea, ma erano alla radice del suo processo creativo: «Mi sono abituato piano piano ad immaginare le commedie, i monologhi in un contesto visivo, e solo in seguito in quello del recitato». In effetti non si trattava semplicemente di usare i pennelli per disegnare i cartelloni degli spettacoli o per offrire indicazioni puntuali ai costumisti o agli scenografi.
Fo era solito allestire dei veri e propri storyboard, dei canovacci che raccontavano visivamente lo sviluppo dell’azione scenica. Lo splendido archivio allestito dalla moglie Franca Rame (http://www.archivio.francarame.it/), liberamente consultabile in rete, trabocca di materiali che bene lasciano comprendere il metodo di lavoro del Premio Nobel.
Quello di Fo è un autentico «teatro a disegni», che lasciava ampio spazio all’improvvisazione: dalla suggestione di una silhouette poteva nascere un’improvvisazione di mezz’ora. Uno degli esiti più significativi di questa originale mescolanza di letteratura, teatro e pittura è il copione disegnato che su un leggio in scena accompagnò le rappresentazioni di Johan Padan alla descoverta de le Americhe, in cartellone nel 1992, per celebrare i cinquecento anni dalla spedizione di Cristoforo Colombo, raccontando le esilaranti traversie di un povero marinaio della ciurma.
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini