T2 - Carlo Goldoni, Prima di tutto, le vacanze (da Le smanie per la villeggiatura)

T2

Carlo Goldoni

Prima di tutto, le vacanze

  • Tratto da Le smanie per la villeggiatura, 1761
Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da famiglia borghese. Nell’infanzia segue il padre, medico, che presta servizio in varie città italiane. Dopo essere stato espulso dal Collegio Ghislieri di Pavia a causa di una satira oltraggiosa da lui scritta contro le donne del luogo, si trasferisce a Padova, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ai codici preferisce la scrittura per il teatro, che lo appassiona. I primi grandi successi, come Arlecchino servitore di due padroni (1745), lo convincono ad abbandonare la professione di avvocato e consacrarsi all’arte. Fino ai primi anni Sessanta lavora in teatri veneziani, dove vanno in scena capolavori scritti in dialetto o in italiano, come La bottega del caffè (1750), La locandiera (1753), Il campiello (1756), che soppiantano le farse tradizionali affidate a maschere come Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, fondate sull’improvvisazione. Sempre più celebre in Italia e all’estero, nel 1762 si sposta a Parigi, dove diventa precettore delle figlie del re Luigi XV e appronta diverse commedie in francese, lingua nella quale scrive anche le proprie Memorie (1784-1787). Ridotto in miseria dalla Rivoluzione, che cancella la pensione reale di cui gode, muore nel 1793.

Le smanie per la villeggiatura è la commedia che apre una trilogia dedicata alla passione dei benestanti per le vacanze in campagna, vissute come un’esibizione del proprio status sociale. In questa scena Vittoria si confronta con Paolo, il servo di suo fratello Leonardo, che prova invano a farle capire come certe spese siano insostenibili.

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Audiolettura

ATTO II

Scena I

Camera di Leonardo. Vittoria e Paolo.


vittoria Via, via, non istate più a taroccare.1 Lasciate, che le donne finiscano 

di fare quel che hanno da fare, e piuttosto v’aiuterò a terminare il baule per 

mio fratello.

5      paolo Non so che dire. Siamo tanti in casa, e pare ch’io solo abbia da fare ogni 

cosa.

vittoria Presto, presto. Facciamo, che quando torna il signor Leonardo, trovi 

tutte le cose fatte. Ora son contentissima, a mezzogiorno avrò in casa il mio 

abito nuovo.

10    paolo Gliel’ha poi finito il sarto?

vittoria Sì, l’ha finito; ma da colui non mi servo più.

paolo E perché, signora? Lo ha fatto male?

vittoria No, per dir la verità, è riuscito bellissimo. Mi sta bene, è un abito di 

buon gusto, che forse forse farà la prima figura, e farà crepar qualcheduno 

15    d’invidia.

paolo E perché dunque è sdegnata col sarto?

vittoria Perché mi ha fatto un’impertinenza.2 Ha voluto i danari subito per la 

stoffa e per la fattura.

paolo Perdoni, non mi par che abbia gran torto. Mi ha detto più volte che ha un 

20    conto lungo, e che voleva esser saldato.

vittoria E bene, doveva aggiungere alla lunga polizza3 anche questo conto, e 

sarebbe stato pagato di tutto.

paolo E quando sarebbe stato pagato?

vittoria Al ritorno della villeggiatura.

25    paolo Crede ella di ritornar di campagna con dei quattrini?

vittoria È facilissimo. In campagna si gioca. Io sono piuttosto fortunata nel 

gioco, e probabilmente l’avrei pagato senza sagrificare4 quel poco che mio 

fratello mi passa per il mio vestito.

paolo A buon conto quest’abito è pagato, e non ci ha più da pensare.5

30    vittoria Sì, ma sono restata senza quattrini.

paolo Che importa? Ella non ne ha per ora da spendere.

vittoria E come ho da far a giocare?

paolo Ai giochetti6 si può perder poco.

vittoria Oh! io non gioco a giochetti. Non ci ho piacere, non vo’ applicare.7 In 

35    città gioco qualche volta per compiacenza;8 ma in campagna il mio divertimento, 

la mia passione, è il faraone.9

paolo Per quest’anno le converrà aver pazienza.

vittoria Oh, questo poi, no. Vo’ giocare, perché mi piace giocare. Vo’ giocare, 

perché ho bisogno di vincere, ed è necessario che io giochi, per non far dire 

40    di me la conversazione.10 In ogni caso io mi fido, io mi comprometto di voi.11

paolo Di me?

vittoria Sì, di voi. Sarebbe gran cosa, che mi anticipaste qualche danaro, a conto 

del mio vestiario12 dell’anno venturo?

paolo Perdoni. Mi pare che ella lo abbia intaccato della metà almeno.

45    vittoria Che importa? Quando l’ho avuto, l’ho avuto. Io non credo, che vi farete 

pregare per questo.

paolo Per me la servirei volentieri, ma non ne ho. È vero che quantunque io 

non abbia che il titolo, ed il  salario di cameriere, ho l’onor di servire il padrone 

da fattore e da mastro di casa.13 Ma la cassa ch’io tengo è così ristretta, 

50    che non arrivo mai a poter pagare quello che alla giornata si spende; e 

per dirle la verità, sono indietro anch’io di sei mesi del mio onorario.14

vittoria Lo dirò a mio fratello, e mi 

darà egli il bisogno.15

paolo Signora, si accerti16 che ora è più 

55    che mai in ristrettezze17 grandissime, 

e non si lusinghi,18 perché non 

le può dar niente.

vittoria Ci sarà del grano in campagna.

paolo Non ci sarà nemmeno il bisogno 

60    per fare il pane che occorre.

vittoria L’uva non sarà venduta.

paolo È venduta anche l’uva.

vittoria Anche l’uva?

paolo E se andiamo di questo passo, 

65    signora…

vittoria Non sarà così di mio zio.

paolo Oh! quello ha il grano, il vino e i danari.

vittoria E non possiamo noi prevalerci19 di qualche cosa?

paolo Non signora.20 Hanno fatto le divisioni. Ciascheduno conosce il suo.

70    Sono separate le fattorie. Non vi è niente da sperare da quella parte.

vittoria Mio fratello dunque va in precipizio.21

paolo Se non ci rimedia.

vittoria E come avrebbe da rimediarci?

paolo Regolar le spese. Cambiar sistema di vivere. Abbandonar soprattutto la 

75    villeggiatura.

vittoria Abbandonar la villeggiatura? Si vede bene che siete un uomo da niente. 

Ristringa22 le spese in casa. Scemi la tavola in città, minori la servitù;23 

le dia meno salario. Si vesta con meno sfarzo, risparmi quel che getta24 in 

Livorno. Ma la villeggiatura si deve fare, e ha da essere da par nostro,25 

80    grandiosa secondo il solito, e colla solita proprietà.26

paolo Crede ella, che possa durar lungo tempo?

vittoria Che duri fin che io ci sono. La mia dote è in deposito,27 e spero che non 

tarderò a maritarmi.

paolo E intanto?…

85    vittoria E intanto terminiamo il baule.

paolo Ecco il padrone.

vittoria Non gli diciamo niente per ora. Non lo mettiamo in melanconia. Ho 

piacere che sia di buon animo, che si parta con allegria. Terminiamo di 

empir28 il baule. (si affrettano tutti e due a riporre il baule)


Carlo Goldoni, Trilogia della villeggiatura, in Opere, a cura di G. Folena, Mursia, Milano 1969

 >> pagina 492

Come continua

Leonardo annuncia alla sorella che la partenza per la villeggiatura è rimandata. Vittoria è disperata ma comprende che c’è qualcosa sotto. In effetti il fratello ha scoperto che Guglielmo, suo rivale nell’amore per Giacinta, partirà in carrozza insieme a loro e non lo può accettare in alcun modo. Le cose precipitano e si profila la possibilità che i due pretendenti si sfidino a duello. Ma gli equivoci vengono presto chiariti, anche grazie all’intervento provvidenziale di un mediatore: il matrimonio tra Leonardo e Giacinta si farà. E – quel che più conta – anche la vacanza tanto attesa.

A tu per tu con il testo

La difficoltà di confrontarsi con usanze esotiche, il desiderio di mostrarsi forzatamente pimpanti, e naturalmente l’esibizionismo sociale, come in questa scena di Goldoni: non stupisce che le vacanze siano un formidabile cavallo di battaglia per i comici, ieri come oggi. Lontani dalla routine e dagli scenari abituali, capita di perdere la bussola e si finisce con il dare il peggio o il meglio di sé. La passione per la villeggiatura elettrizza la buona società veneziana del XVIII secolo: ma è nel Novecento che il fenomeno assume proporzioni di massa. Prima, solo piccole élite potevano permettersi di viaggiare per svago e piacere: e non andavano certo in spiaggia ad abbronzarsi sotto un sole cocente nella ressa di bagnanti, o in montagna a inerpicarsi lungo ripidi sentieri. Per carità! Roba da contadini. Né d’altra parte potevano prendere un aereo per trascorrere un fine settimana a migliaia di chilometri di distanza. Preferivano rilassarsi nelle loro ville di campagna, tra feste, balli, giochi di società e schermaglie amorose.

Analisi

Nelle sue Memorie Goldoni scrive che «è proprio in Italia e specialmente a Venezia che questa mania di andare in villa fornisce situazioni così strambe che si prestano alla commedia». Le smanie per la villeggiatura è per l’appunto una commedia di costume, incentrata sul desiderio di esibire la propria ricchezza, a costo di vivere al di sopra delle proprie possibilità. A ciò si intreccia una complessa vicenda amorosa, che coinvolge i personaggi principali in colpi di scena continui, nei quali essi danno il peggio di sé. Non sorprende perciò che la vicenda sia ambientata a Livorno, e non a Venezia: la cautela era d’obbligo per evitare problemi con la censura e con la buona società lagunare, colpita nelle sue debolezze. Ma ciò non limita l’acutezza satirica dello sguardo di Goldoni, che dà prova di grande maestria nel raccontare i preparativi per la partenza, fra dubbi, litigi, intralci, ripicche.

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Vittoria, sorella di Leonardo, sta finalmente per ricevere il suo abito all’ultima moda francese, ordinato a un sarto che ha avuto il cattivo gusto (l’impertinenza, r. 17) di chiederle di pagare. Il suo temperamento è brioso e superficiale: ossessionata dalla reputazione e dal giudizio della gente, non ha alcuno spirito pratico. Addirittura, spera di saldare il debito con i soldi che conta di vincere giocando d’azzardo in villeggiatura. Paolo, servitore del fratello, cerca di farla ragionare, ma non ci riesce: giocare senza poste in danaro non la appassiona, anche perché teme che qualcuno possa pensare che sia in difficoltà economiche (è necessario che io giochi, per non far dire di me la conversazione, rr. 39-40). Di fronte a un simile rischio, giunge al paradosso di chiedere dei soldi in prestito al servitore, che rifiuta, essendo al verde e in arretrato di stipendio. Invano il cameriere, da buon rappresentante di un popolo parsimonioso e perciò attento all’economia domestica, si affanna a consigliarla, certo non di lavorare, ma almeno di ridurre le spese, lasciando perdere i costosi capricci della moda. La sua è la voce del buonsenso, che resta inascoltata.

Per aprire gli occhi a Vittoria, Paolo le dice senza mezzi termini che il fratello si trova in ristrettezze grandissime (rr. 55-56) e non è più in grado di far fronte a esborsi gravosi. La donna ribatte evocando le ricchezze della campagna, come il grano e l’uva: la moda della villeggiatura nacque in effetti dall’usanza dei nobili di trascorrere la fine dell’estate nelle proprie tenute, per sorvegliare i lavori agricoli, dai quali dipendeva la loro ricchezza.

Vittoria però non si rende conto che i tempi dell’abbondanza sono finiti, e di grano – le precisa duramente il servitore – Non ci sarà nemmeno il bisogno per fare il pane che occorre (rr. 59-60). Parole al vento per chi non può fare a meno di mantenere e, soprattutto, esibire un tenore di vita elevato. Di rinunciare alla villeggiatura, la frivola Vittoria non si sogna neppure. È una spesa inutile, ma necessaria per tacitare le male lingue, in una società nella quale conta innanzitutto apparire e che Goldoni ritrae nella sua frivola e sciocca mondanità. Lo incita dunque a riempire il baule con quanto necessario a una permanenza in campagna che dovrà essere da par nostro, grandiosa secondo il solito, e colla solita proprietà (rr. 79-80).

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. La scena si svolge

  • a in un albergo. 
  • b in una casa. 
  • c in una chiesa. 
  • d all’aperto. 


2. Che cosa stanno facendo Vittoria e Paolo?

  • a Preparano i bagagli per la partenza. 
  • b Puliscono il locale. 
  • c Chiacchierano prendendo il tè. 
  • d Provano un abito nuovo. 


3. Perché Vittoria si lamenta del sarto?

  • a Perché è troppo caro. 
  • b Perché il vestito non le sta bene. 
  • c Perché è stato sgarbato. 
  • d Perché ha voluto essere pagato alla consegna. 


4. Per quali motivi Vittoria in villeggiatura gioca spesso? (sono possibili più risposte)

  • a Perché ne è appassionata. 
  • b Perché vi è costretta. 
  • c Per stare in compagnia. 
  • d Perché spera di vincere dei soldi. 
  • e Perché è di moda. 


5. Il fratello di Vittoria

  • a è ricco sfondato. 
  • b è avaro. 
  • c è parsimonioso. 
  • d è in ristrettezze economiche. 

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ANALIZZARE E INTERPRETARE

6. Come viene interpretata da Vittoria la richiesta del sarto? Che tipo di atteggiamento rivela?


7. Individua nel testo tutte le frasi pronunciate da Vittoria che dimostrino quanto ella sia interessata soprattutto a far bella figura in società.


8. Nelle battute relative al gioco d’azzardo scambiate tra Vittoria e Paolo quali figure di ripetizione sono presenti? Che funzione hanno?


9. Perché Paolo rifiuta la richiesta di prestito di Vittoria? Quale situazione rivela la sua risposta?


10. Quale frase palesa appieno l’egoismo di Vittoria, completamente indifferente alla situazione economica della famiglia?

COMPETENZE LINGUISTICHE

11. Storia della lingua. Indica un equivalente delle seguenti espressioni presenti nel testo, che in italiano contemporaneo suonano inconsuete.


a) terminare il baule (r. 3)                                                                                                                             

b) è riuscito bellissimo (r. 13)                                                                                                                       

c) non far dire di me (rr. 39-40)                                                                                                                  

d) mi darà egli il bisogno (rr. 52-53)                                                                                                          

e) Se non ci rimedia (r. 72)                                                                                                                           

f) che possa durar lungo tempo (r. 81)                                                                                                      

g) Non lo mettiamo in melanconia (r. 87)                                                                                                 

PRODURRE

12. Scrivere per argomentare Paolo cerca con garbo di convincere Vittoria a evitare le spese eccessive, ma senza successo. Riprendi le parole di Paolo e le sue idee in un testo argomentativo che spieghi le sue ragioni in non più di 15 righe.

SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare

STORIA

È solo dall’inizio del Novecento che un gran numero di persone ha cominciato a recarsi abitualmente nei luoghi di villeggiatura: mare, montagna, laghi. Cerca in rete informazioni e fotografie che documentino il modo in cui ci si rilassava in vacanza cento anni fa.

EDUCAZIONE CIVICA

Il diritto al riposo dal lavoro e ad alcuni periodi di astensione da esso è stato uno dei primi obiettivi delle lotte dei lavoratori: come questo diritto è tutelato, oggi, in Italia? Come si acquisisce il diritto a “prendere ferie”? Fai una ricerca su questo argomento.

EDUCAZIONE CIVICA

Il gioco d’azzardo, e soprattutto le sue derive patologiche, è una delle piaghe sociali dei nostri tempi: in che modo sarebbe possibile contrastarlo? Svolgi una ricerca su questo argomento.

SPUNTI PER discutere IN CLASSE

Secondo Vittoria, l’immagine che si restituisce di se stessi durante la villeggiatura è più importante di quella che si dà nella quotidianità: tu che cosa ne pensi? In vacanza ti senti o ti comporti in modo diverso dal solito oppure no? Perché?

La dolce fiamma - volume B plus
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini