2. LA COMMEDIA GRECA
Come la tragedia, anche la commedia nasce nell’Atene del V secolo, e le sue origini si intrecciano con le antiche cerimonie religiose dedicate al dio Dioniso. La stessa parola “commedia” deriva dal greco komoidía, che stava a indicare i canti corali che accompagnavano i festosi cortei rituali in onore del dio per propiziare i raccolti.
Dall’evoluzione teatrale di queste processioni, si sviluppa la commedia attica, chiamata così dall’omonima storica regione greca dove prese piede. Costituitasi come un genere drammatico dotato di regole particolari, essa presenta una struttura divisibile in 5 parti.
1. Nel prologo un attore in maschera spiega al pubblico gli antefatti della commedia.
2. Nel pàrodo entra in scena il coro, composto da ventiquattro cantori e danzatori guidati da un corifeo. Al termine della sfilata, caratterizzata da un ritmo vivace e accompagnata da un canto in versi, i membri del coro vanno a collocarsi nell’orchestra, l’area circolare posta al centro del teatro.
3. Si svolge quindi l’agone drammatico, in cui il protagonista e l’antagonista si ricoprono vicendevolmente di insulti e minacce; qualche ragione esterna, tuttavia, interviene a raffreddare la loro rabbia.
4. Nella paràbasi gli attori si allontanano, e la scena viene occupata dai membri del coro che – toltisi le maschere e i mantelli – cominciano a rivolgersi direttamente al pubblico. Attraverso questa specie di intermezzo, fatto di parti cantate e recitate, l’autore comunica le proprie idee agli spettatori, difendendo dalle critiche le sue scelte artistiche.
5. Gli attori, nuovamente in scena, si impegnano nella recitazione di una serie di scene comiche, simili a sketch debolmente connessi tra loro, fino all’èsodo, con il canto conclusivo del coro.
I temi trattati dalla commedia attica spaziano dalla polemica politica a intrecci di tipo fantastico, fino al recupero parodico di motivi mitologici. Il suo rappresentante più importante è Aristofane (445 ca. a.C.-385 a.C.), l’unico tra i commediografi greci di cui possediamo opere complete. Le sue commedie sono improntate a un’acre vena satirica, spesso diretta contro singoli individui o contro gli autori tragici, sbeffeggiati per la loro ampollosa serietà.