T3 - Sono una creatura (da L’allegria)

T3

Sono una creatura

  • Tratto da L’allegria, 1931
  • Metro versi liberi

Siamo sul monte San Michele, una modesta altura che la Grande guerra trasformò in un luogo tragico e leggendario. Là migliaia di soldati italiani sacrificarono il proprio sangue, combattendo contro l’esercito austriaco in un’arida pietraia, perfetto correlato dello stato d’animo di Ungaretti.

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Audiolettura

Valloncello di Cima Quattro* il 5 agosto 1916


Come questa pietra

del S. Michele

così fredda

così dura

5      così prosciugata

così  refrattaria

così totalmente

disanimata


Come questa pietra

10    è il mio pianto

che non si vede


La morte

si sconta

vivendo


Giuseppe Ungaretti, Vita d’un uomo, ed. cit.

 >> pagina 391

A tu per tu con il testo

Come si esprime il dolore? Non la sofferenza fisica ma quella spirituale, che ci devasta il cuore. Abbandonarsi al pianto, ai singhiozzi, alla disperazione è la reazione più normale, che regala un sollievo immediato, sebbene non duraturo. Almeno quando siamo soli, perché di fronte agli altri spesso subentra la vergogna o la timidezza. Ma esistono forme di dolore che non trovano sfogo, persino quando siamo sicuri che nessuno ci veda. Capitano occasioni in cui non riusciamo nemmeno a ragionare, pietrificati dall’angoscia. Ungaretti ci insegna come in questi casi la scrittura possa offrire una valida mano a sciogliere i nodi che paralizzano le emozioni, a liberare da un peso impossibile da esprimere a voce.

Analisi

La poesia si apre con una prolungata similitudine, che occupa l’intera prima strofa, senza che il lettore venga a conoscere il secondo termine di paragone. L’immagine chiave è costituita dalla pietra, una delle tante che i soldati si trovavano intorno, combattendo nelle brulle vallate del Carso. Ungaretti la raccoglie, e sulle sensazioni che ricava dal contatto con essa, imposta un crescendo, scandito dal così, ripetuto ben cinque volte. L’anafora accompagna le qualità sensibili del sasso, progressivamente intensificate come se il poeta lo stringesse sempre più forte nella mano. La pietra è fredda, dura, prosciugata, refrattaria: una sequenza caratterizzata dalla prevalenza dei duri suoni dentali. Il picco del climax coincide con l’enjambement che separa l’avverbio totalmente (v. 7) dal termine a cui si riferisce, disanimata (v. 8), teso a sottolineare la totale assenza di vita.

La seconda strofa si apre con la ripetizione del verso iniziale, che finalmente chiude il paragone. Come questa pietra / è il mio pianto (vv. 9-10): la similitudine si risolve in un ossimoro spiazzante, che avvicina un oggetto arido a un elemento liquido, le lacrime. È un’opposizione che attraversa tutta L’allegria: in questo caso siamo di fronte a un’affinità paradossale, rimarcata dal legame fonico (tecnicamente, una paronomasia) fra pietra e pianto. Ungaretti si immedesima dunque in un oggetto senza traccia di vita per rappresentare il proprio stato d’animo: la sua metamorfosi non ha nulla a che fare con le euforiche immersioni nella natura proposte nel primo Novecento da Gabriele d’Annunzio nell’Alcyone. Il pianto del poe­ta c’è ma non si vede (v. 11), è prosciugato prima ancora di apparire, come l’acqua che viene assorbita dalle pietre porose del Carso per poi evaporare senza più manifestarsi.

La sofferenza continua invece ad accompagnare il cammino del poeta, come evidenzia la terza e ultima strofa, brevissima, formata da tre versi ternari, che si compongono in una sentenza di ardua comprensione. Probabilmente Ungaretti intende dire che, quando l’uomo giunge a rinnegare la sua natura, come accade in guerra, l’esistenza si trasforma in un itinerario di dolore, che trova la sua liberazione soltanto con la fine. Negativo e positivo si scambiano così i ruoli in un ulteriore ossimoro, che associa la vita, in genere connotata positivamente, alla morte, porto di pace e serenità.

 >> pagina 392

Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Quali tra le seguenti caratteristiche puoi associare alla pietra del S. Michele? (sono possibili più risposte)

  • a Aridità.
  • b Levigatezza.
  • c Porosità.
  • d Durezza.
  • e Pesantezza.
  • f Insensibilità.

2. Quale stato d’animo indica il pianto del poeta?


3. Il gerundio vivendo dell’ultimo verso significa

  • a “a causa della vita”.
  • b “durante la vita”.
  • c “grazie alla vita”.
  • d “per mezzo della vita”.

Analizzare e interpretare

4. Perché il poeta dice questa pietra (v. 1) e non “la pietra”?


5. Che effetto produce l’ultimo verso della prima strofa, costituito da una sola parola?


6. Perché il pianto del poeta non si vede?


7. Quale concezione della vita viene espressa nell’ultima strofa?

competenze linguistiche

8. Lessico. I significati figurati. Spesso, per rappresentare il carattere o l’atteggiamento di qualcuno, utilizziamo in modo figurato alcuni aggettivi che, in senso proprio, possono essere associati a oggetti e non a persone. Te ne diamo un elenco: dopo aver indicato un oggetto a cui ciascun aggettivo può essere accostato, scrivi una frase usando l’aggettivo in senso figurato, per descrivere una persona.


Aggettivo

Oggetto

Frase con uso figurato

a) Duro    
b) Freddo    
c) Arido    
d) Refrattario    
e) Dolce    
f) Ombroso    
g) Solido    
h) Flessibile    
i) Quadrato    
j) Chiuso    

PRODURRE

9. Scrivere per confrontare Confronta questa lirica con Veglia ( T1, p. 385): quali differenti concezioni della vita e della morte ne emergono? Sono conciliabili tra loro oppure no? Esponi le tue considerazioni in massimo 20 righe.

SPUNTI PER discutere IN CLASSE

Se dovessi scegliere un elemento naturale in cui immedesimarti, che cosa sceglieresti e perché?

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