T4 - Paolo Conte, Boogie (da Paris Milonga)

T4

Paolo Conte

Boogie

  • Tratto da Paris Milonga, 1981
Paolo Conte nasce ad Asti nel 1937, da una famiglia borghese. Dopo la maturità classica, si laurea in Giurisprudenza, ma la sua vera passione è la musica jazz che ama fin dall’infanzia, attraverso i dischi ascoltati dai genitori nonostante l’ostilità del regime fascista per la musica americana. Pur lavorando come avvocato, non rinuncia a comporre musica in prima persona: negli anni Sessanta è apprezzato autore di brani portati al successo da artisti famosi, come Adriano Celentano, che canta Azzurro (1968). Più tardi decide di diventare egli stesso interprete delle sue canzoni e al contempo lascia definitivamente la professione di avvocato. La sua fama supera i confini nazionali. Tra i numerosi riconoscimenti, ottiene il premio Librex Montale per l’alta qualità poetica dei suoi testi: in essi, infatti, Conte riesce a tratteggiare con raffinata eleganza figure e atmosfere insieme esotiche e provinciali, in un misto tutto particolare di ironia e malinconia.

Una coppia intreccia una turbinosa danza al centro di una sala da ballo. Accompagnati dai ritmi dell’orchestra, circondati da luci, suoni e odori, i due volteggiano agilmente sotto gli sguardi degli altri avventori.

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Audiolettura

Due note e il ritornello

era già nella pelle di quei due

il corpo di lei mandava vampate africane,

lui sembrava un coccodrillo…

5      I sax spingevano a fondo

come ciclisti gregari in fuga

e la canzone andava avanti

sempre più affondata nell’aria…

du da da da, du du di du da.

10    Quei due continuavano,

da lei saliva afrore di coloniali

che giungevano a lui come da una di quelle

drogherie di una volta

che tenevano la porta aperta

15    davanti alla primavera…

du da da, da da da du du.

Qualcuno nei paraggi

cominciava a sternutire,

il ventilatore ronzava immenso

20    dal soffitto esausto,

i sax ipnotizzati…

dai movimenti di lei si spandevano

rumore di gomma e di vernice,

da lui di cuoio…

25    du da da da, da du da da da da.

Le luci saettavano

sul volto pechinese della cassiera

che fumava al mentolo, altri

sternutivano senza  malizia

30    e la canzone andava elegante,

l’orchestra era partita, decollava, decollava…

I musicisti, un tutt’uno

col soffitto e il pavimento,

solo il batterista nell’ombra

35    guardava con sguardi cattivi…

Quei due danzavano bravi,

una nuova cassiera sostituiva la prima,

questa qui aveva gli occhi da lupa

e masticava caramelle alascane…

40    du da da da, du du di du du da.

Quella musica continuava,

era una canzone che diceva e non diceva,

l’orchestra si dondolava come un palmizio

davanti a un mare venerato…

45    Quei due sapevano a memoria

dove volevano arrivare…

Un quinto personaggio esitò

prima di sternutire,

poi si rifugiò nel nulla…

50    Era un mondo adulto,

si sbagliava da professionisti…


Paolo Conte, Boogie, in Stefano La Via, Poesia per musica e musica per poesia, Carocci, Roma 2006

 >> pagina 371

A tu per tu con il testo

Spirituale, ma anche frenetica e corporea; sacra e rituale, ma anche profana ed erotica; classica e composta, ma anche moderna e disarmonica: riassumere le molteplici forme della danza è davvero impossibile. Il ballo è infatti un’inesauribile risorsa espressiva: seguiamo passi rigidamente codificati o ci muoviamo liberi e istintivi; danziamo per divertimento, per passione, per integrarci con gli altri e per mille altri motivi. Si balla soprattutto in coppia: i ballerini comunicano costantemente tra loro e parlano con il corpo, attraverso sguardi e movimenti, attraendosi e respingendosi in un complesso gioco di seduzione. È soltanto un loro codice privato? No, perché la danza, come tutte le forme di espressione, ha una natura sociale ed è, pertanto, anche spettacolo: una coppia che balla, affiatata e sensuale, attira l’attenzione degli altri e suscita ora ammirazione ora invidia, ora desiderio ora rivalità. Paolo Conte evoca gli anni d’oro del jazz e ci trasporta nell’atmosfera esotica e vibrante di un dancing di New Orleans, trasformando la danza in una metafora della vita. Riusciremo a stare fermi?

Analisi

Una coppia balla con trasporto un vivace boogie-woogie, mentre l’orchestra, quasi in estasi, si dondolava (v. 43) nel suo swing (la parola inglese, letteralmente “dondolarsi”, indica il ritmo tipico del jazz), suonando una canzone che diceva e non diceva (v. 42). I due ballerini, posseduti da una passione irrefrenabile, sono ben consapevoli di dove volevano arrivare (v. 46): si tratta di una reticenza, ma non l’unica, visto che tutta la vicenda è calata in un contesto sfuggente.

Per capire dove ci troviamo e in quale periodo dobbiamo affidarci alle parole chiarificatrici dello stesso Conte: «Ho ambientato la canzone in un non ben precisato dancing nero americano all’epoca che mi piace tra gli anni Venti e Trenta». Siamo dunque nel Sud degli Stati Uniti e più precisamente a New Orleans, in Louisiana, culla della musica afroamericana, come lasciano intendere una serie di indizi: le vampate africane (v. 3) della danzatrice accaldata; il paragone con il coccodrillo (v. 4), abitante dei fiumi della zona; il calore soffocante che nemmeno il ventilatore […] immenso (v. 19) riesce a sconfiggere; il palmizio (v. 43); il mare (v. 44).

Nella coppia al centro della scena spicca la fisionomia sensuale della ragazza: da lei emanano le avvolgenti vampe e i profumi che seducono il suo partner il quale, predatorio e scattante come un coccodrillo, è stregato dalla sua presenza. Attorno ai due si aggira una piccola folla eterogenea di personaggi, messi insieme dal caso ma legati da un’invisibile geometria di sguardi, desideri e rivalità. Tra questi emergono, in una rapida sequenza di impronta cinematografica, una cassiera cinese, impassibile sotto le luci saettanti mentre fuma una sigaretta aromatizzata, e il batterista che osserva con sguardi cattivi (v. 35) i due sinuosi danzatori, costretto ad assistere alla scena nell’ombra (v. 34).

 >> pagina 372 

La concitazione dei ballerini e dell’orchestra cresce di minuto in minuto, quando il calore diventa insopportabile, gli odori si fanno pungenti, l’entusiasmo dei musicisti è convulso. In questa atmosfera esotica si coglie una volontà sfrenata di divertirsi e di accantonare le miserie della vita: il boogie di Paolo Conte è, in fin dei conti, un vero e proprio tuffo frenetico nella vitalità.

Gli ultimi due versi insinuano però una realtà diversa e inattesa: chi li pronuncia e di quale errore si parla? Il quinto personaggio (v. 47), comparso in precedenza, è una figura misteriosa e ambigua: perché lascia il dancing? È un pretendente della ragazza messo da parte? È un uomo che paga i suoi errori uscendo silenziosamente di scena? Il mondo, sembra dirci il cantautore, non è uno scherzo: anche se balliamo, è sempre una faccenda da adulti, e un solo errore può essere fatale. Così, mentre i due ballano smemorati, un’improvvisa nota di amarezza affiora al pensiero di chi, nella sala da ballo come nella vita, sta in disparte e si rifugia nel nulla (v. 49).

Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a) La donna ha un atteggiamento freddo e distante verso l’uomo.

  • V   F

b) L’uomo, nella danza, somiglia a un predatore.

  • V   F

c) La musica viene diffusa da una radio molto potente.

  • V   F

d) L’uomo lavora in una drogheria.

  • V   F

e) Tra i clienti del locale, qualcuno starnutisce.

  • V   F

f) Fa molto caldo.

  • V   F

g) La musica è così forte che è l’unico suono che si sente.

  • V   F

h) La cassiera sta fumando.

  • V   F

i) Il batterista ha una posizione privilegiata nell’orchestra e tutti lo vedono bene.

  • V   F

j) I ballerini sono molto abili.

  • V   F

k) Anche la seconda cassiera fuma pesantemente.

  • V   F

l) I due ballerini starnutiscono per il troppo fumo.

  • V   F

m) Durante la danza, l’uomo e la donna sono fortemente attratti.

  • V   F


2. Dov’è ambientata la vicenda?

  • a In una discoteca. 
  • b Nella sala da ballo di un palazzo nobiliare. 
  • c Nella sala da ballo di un locale americano. 
  • d In una scuola di ballo. 
  • e In una balera all’aperto. 


3. Quali elementi del brano richiamano il contesto storico-sociale dell’epoca in cui è ambientata la canzone?


4. Il testo parla di un quinto personaggio (v. 47) tra le persone che osservano i due ballerini. Chi sono gli altri quattro?

Analizzare e interpretare

5. I sax spingevano a fondo / come ciclisti gregari in fuga (vv. 5-6). Quale figura retorica si riconosce in questa frase?

  • a Una metafora.
  • b Una similitudine.
  • c Un paragone.
  • d Un’analogia.


Trova, nel testo, gli altri due esempi di questa figura retorica.


6. Normalmente, la poesia abbonda di percezioni visive e uditive. In questa canzone, accanto a vista e udito, abbiamo la vistosa presenza del gusto, dell’olfatto e del tatto. Trova i riferimenti e inseriscili nelle caselle corrette.


Gusto

Olfatto

Tatto

     
     
     

Competenze linguistiche

7. Il ballo e la danza sono presenti in numerose espressioni della lingua italiana. Te ne vengono segnalate quattro: una volta individuato il loro senso preciso, formula una frase con ciascuna di esse.


a) Entrare in ballo.

b) Essere in ballo.

c) Tirare in ballo.

d) Tenere in ballo.


8. Nel testo trovi la parola afrore (v. 11), che indica l’odore acre che viene emanato dai corpi, specialmente sudati. Associa i diversi sinonimi della parola “odore” al loro significato, e poi attribuiscile all’oggetto opportuno.

  • a) aroma
  • b) tanfo
  • c) fetore
  • d) miasma
  • e) fragranza
  • 1) odore forte e disgustoso
  • 2) odore gradevole e delicato ma persistente
  • 3) odore sgradevole di muffa e di umido, tipico di luoghi chiusi
  • 4) odore soave e gradevole per profumi o condimenti
  • 5) esalazione malsana, che appesta l’aria e sa di putrefazione
  • 1) una palude o una fognatura
  • 2) residui di cibo nella pattumiera
  • 3) rose o altri fiori
  • 4) una cantina
  • 5) alloro o altre spezie

Produrre

9. Scrivere per raccontare Sei il quinto personaggio. Racconta, in una pagina di diario, che cosa hai visto nella sala da ballo e perché te ne sei andato.

P@ROLE IN RETE

Ascolta la canzone di Paolo Conte e immagina di scrivere, su un blog di musica, la tua recensione di massimo 15 righe, sia sulla musica sia sul testo.

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