4. Il ritmo poetico
Le regole metriche non sono soltanto convenzioni teoriche e astratte: la scelta della tipologia dei versi e, soprattutto, la loro concreta realizzazione possono infatti incidere non poco su impressioni e significati evocati dalle poesie. La disposizione degli accenti interni al verso – cioè le posizioni occupate da tutte le sillabe toniche delle parole che lo compongono – genera una particolare sonorità e produce diversi effetti del ritmo, che può essere veloce e incalzante, oppure lento e pacato. In molti casi, tali effetti collaborano con le altre componenti formali (lessico, sintassi, registro, figure retoriche ecc.), veicolando i significati dei testi o contribuendo a creare determinate atmosfere, per esempio malinconiche, solenni o festose.
Ecco qualche esempio di effetto ritmico.
- Impeto: il seguente endecasillabo di Torquato Tasso (1544-1595) si riferisce alla scena di un duello. L’accentazione – che copre tutte le posizioni pari (2a-4a-6a-8a-10a) – determina un senso di concitazione, in linea con l’oggetto della narrazione.
Non danno i colpi or fìnti, or pieni, or scarsi
Non | dàn- | no i | còl- | pi^or | fìn- | ti, or | pié- | ni, or | scàr- | si
- Solennità: gli accenti del seguente endecasillabo di Dante Alighieri (1265-1321) sono distribuiti in modo che ci siano sempre due posizioni vuote tra le sillabe toniche (1a-4a-7a-10a). Questo schema conferisce una particolare solennità: giunto al culmine del Paradiso, Dante sta lodando le impareggiabili virtù della Madonna.
termine fisso d’etterno consiglio
tèr- | mi- | ne | fis- | so | d’et- | tèr- | no | con- | sì- | glio
- Ritmo cadenzato: l’accentazione fissa di questi versi di Alessandro Manzoni (1785-1873), formati ciascuno da due senari con accenti in 2a e 5a posizione, produce un effetto cantilenante e ben scandito.
Dagli atri muscosi, dai Fori cadenti
dai boschi, dall’arse fucine stridenti
Da- | gli^à- | tri | mu- | scò- | si, | dai | Fò- | ri | ca- | dèn- | ti
dai | bò- | schi, | dal- | l’àr- | se | fu- | cì- | ne | stri- | dèn- | ti
- Lentezza: in questo verso di Giovanni Pascoli (1855-1912), la presenza di quattro accenti, due dei quali ravvicinati (6a-7a), rallenta di molto la lettura.
Tra un lungo dei fanciulli urlo s’inalza
Tra^un | lùn- | go | dei | fan- | ciùl- | li^ùr- | lo | si^i- | nàl- | za
- Velocità: la scarsità di accenti e la lunghezza delle parole (composte da numerose sillabe) del seguente endecasillabo di Francesco Petrarca (1304-1374) creano un effetto di accelerazione.
Una dolcezza inusitata e nova
U- | na | dol- | cèz- | za^i- | nu- | si- | tà- | ta^e | nò- | va
- Somiglianza con la prosa: gli accenti dei due versi di Marino Moretti (1885-1979) non producono un effetto ritmico riconoscibile: il risultato è pertanto simile a quello di un testo in prosa.
Parli d’una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
Pàr- | li | d’u- | na | co- | gna- | ta | qua- | si^a- | và- | ra
che | viè- | ne | spès- | so | per | cà- | sa | col | fì- | glio