T3 - Man Ray, Poema ottico

T3

Man Ray

Poema ottico

  • Titolo originale Poem, 1924
  • poesia visiva
Man Ray (pseudonimo di Emmanuel Radinski) è stato un pittore, fotografo e regista, nato a Filadelfia, negli Stati Uniti, nel 1890. Lasciati gli studi di architettura, si dà alla pittura: nelle gallerie d’arte di New York incontra personalità di spicco dell’avanguardia artistica europea, e aderisce al Dadaismo, un movimento rivoluzionario e avverso a ogni schema creativo razionale. Nel 1921 si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con il Surrealismo, la corrente artistica che vuole scatenare la libera espressione dell’inconscio e del sogno. Nel 1940 torna negli Stati Uniti e vi resta fino al 1951, quando si ristabilisce a Parigi, dove muore nel 1976.

Trattini scuri di varia lunghezza prendono il posto delle parole di una poesia il cui testo sembra, in questo modo, cancellato. È solo la provocazione di un artista bizzarro, o l’assenza di significati ci comunica qualcosa?

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A tu per tu con il testo

Ricorrere alla gomma per rimuovere un errore, o usare la penna per oscurarlo, sono gesti che vanno scomparendo dalla nostra pratica di scrittura quotidiana. Certo, a scuola i metodi tradizionali non si sono ancora eclissati, nonostante la concorrenza del bianchetto, ma nella vita di tutti i giorni le cose sono cambiate di molto: la tecnologia, infatti, ci permette di sovrascrivere e oggi, per cancellare, premiamo i tasti del pc o dello smartphone, realizzando testi che non conservano alcuna traccia dei nostri ripensamenti. Ma proviamo a ragionare: che cosa rappresenta un segno materiale di cancellatura? È, a sua volta, un “segno” che significa qualcosa, oppure non comunica niente? Se ci pensiamo, c’è qualcosa di molto personale in una cancellatura: è l’effetto di una nostra esitazione, di un errore, e manifesta, sulla carta, la nostra mutevolezza interiore e, forse, anche la nostra debolezza. Ma che cosa succede allora se l’atto di cancellare viene pubblicamente esibito? Se, invece di restare confinato nella brutta, dilaga in bella copia sulla pagina stampata?

Analisi

Instancabile sperimentatore e attratto dalle novità artistiche, Man Ray aderisce giovanissimo al Dadaismo, un movimento artistico d’avanguardia, nato nel 1916 a Zurigo e diffuso a New York, Berlino e Parigi. Il fondatore, il poeta Tristan Tzara (1896-1963), scelse la parola onomatopeica “dada”, usata dai bambini francesi, come nome del movimento perché, disse, «non significa nulla». Il Dadaismo, infatti, scandalizzava il pubblico proponendo una libertà espressiva assoluta, fino al nonsense, per contestare la cultura tradizionale e le sue rigide convenzioni, comprese quelle legate alle leggi della lingua e della logica: per esempio, secondo Tzara, si può fare poesia estraendo a caso parole ritagliate da un giornale e mescolate in un sacchetto.

Anche Man Ray ricerca con questo suo Poema un effetto sconcertante e, possiamo dire, contraddittorio: nonostante sia fonetico, infatti, esso è completamente privo di suoni e gioca tutti i suoi effetti sul piano ottico, sconfessando il suo stesso titolo. Simili a linee e punti dell’alfabeto Morse, trattini di diversa lunghezza si succedono nel verso della scrittura, come cancellature: ma che cosa è stato cancellato? Una poesia? O forse, la Poesia nella sua totalità? O addirittura l’Arte e le sue regole?

Inizialmente, nell’opera colpisce soprattutto ciò che manca, visto che, a dispetto del titolo, non troviamo neppure una parola. Se non ci sono le parole, non c’è nemmeno un testo, e se non c’è un testo, non esiste nemmeno la poesia.

Tuttavia, nel comporre un testo poetico, le parole sono necessarie ma non sufficienti: accanto ai significati linguistici, infatti, la poesia è fatta di ritmi, di un’alternanza di detto e di taciuto, di denotato e di connotato. In ogni poesia si nasconde così una sorta di vibrazione musicale che, integrando il significato dei vocaboli, arricchisce il testo e rende piacevole la sua lettura. Anche se può sembrare assurdo, nonostante l’assenza delle parole, qui un ritmo si percepisce chiaramente: seguendo i segni grafici, infatti, si può cogliere il susseguirsi di tempi lunghi e brevi, intervallati dai silenzi tra un segno e l’altro, a fine verso e fra le strofe. Come le note di una partitura, le cancellature di Man Ray producono l’impressione di uno scorrere più o meno regolato del tempo. Ciò non ha senso, se ricerchiamo un contenuto razionale; ma lo ha se riusciamo ad ascoltare, seguendo i “versi” con lo sguardo, l’onda emotiva che, anche in assenza di parola, emerge dalla pagina.

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Le immagini che vediamo sono semplici linee nere, che hanno tutto l’aspetto delle cancellature. Cancellature di una poesia, evidentemente, dal momento che l’autore allinea le righe a sinistra, come se fossero versi, e raggruppa i “versi” in gruppi di tre o quattro, come se fossero strofe, rifacendo, insomma, la struttura assunta dalla poesia nella cultura occidentale, nel corso dei secoli, nell’era della carta stampata. In base alle nostre abitudini, quella che abbiamo sotto gli occhi non può che essere perciò una poesia cancellata: ma lo è davvero?

L’operazione di Ray è però più complessa: egli, da autentico artista d’avanguardia, gioca con le regole, e ci tende tranelli per ingannare le nostre percezioni: come un bambino dispettoso, prende in giro chi lo guarda. Ma dietro la sua provocazione c’è un messaggio serio, ovvero che il modo in cui vediamo le cose è frutto di una nostra costruzione culturale, e può dunque mutare nel tempo e nello spazio. Il Poema, infatti, non sarebbe comprensibile nella Cina classica, dove i versi si scrivevano in verticale; o nelle lingue che, come l’arabo o l’ebraico, si scrivono da destra verso sinistra. Ma nemmeno nella cultura occidentale del Medioevo, quando i versi si scrivevano senza andare a capo. La realtà è largamente frutto di convenzioni: attenzione a credere che il nostro modo di vedere sia l’unico possibile e l’unico accettabile.

Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a) L’opera inizia all’improvviso, con il primo verso cancellato.

  • V   F

b) I versi sono tutti della stessa lunghezza.

  • V   F

c) Le strofe sono irregolari.

  • V   F

d) Ci sono versi di una sola parola.

  • V   F

e) Le righe del testo compongono una figura ben riconoscibile.

  • V   F

f) Le cancellature sono tutte dello stesso colore.

  • V   F

g) Sappiamo di quante parole è composta la poesia.

  • V   F

h) Non sappiamo quando è stata cancellata la poesia.

  • V   F

i) Sappiamo dove è stata cancellata la poesia.

  • V   F

Analizzare e interpretare

2. Quale tipo di forma metrica ti suggerisce l’immagine?

  • a Un sonetto. 
  • b Una canzone. 
  • c Alcune terzine dantesche. 
  • d Una sequenza di versi sciolti. 
  • e Una sequenza di versi liberi. 
  • f Altro. 

3. Osserva la lunghezza dei versi, il loro raggruppamento in strofe, il numero delle strofe. Quale delle seguenti affermazioni potrebbe corrispondere al testo cancellato?

  • a Si tratta di un poema epico che racconta la storia di una guerra infinita, con decine di personaggi e lunghe digressioni narrative.
  • b Si tratta di una filastrocca per bambini, dal ritmo cantilenante e ben scandito, come quelle per le conte o per il girotondo.
  • c Si tratta di una poesia lirica contemporanea, libera nella forma ma equilibrata e composta nell’espressione.
  • d Si tratta di una poesia sperimentale contemporanea, fantasiosa nel contenuto e ricca di sconcertanti squilibri formali, provocatori e inediti.


4. Anche se è visiva, la poesia comunica un suo ritmo. Come lo descriveresti?

  • a Più mosso inizialmente, poi più uniforme ma non monotono.
  • b Solenne e grave, uniforme dall’inizio alla fine.
  • c Instabile e in costante mutamento, a tratti velocissimo e subito dopo lentissimo.
  • d Più uniforme all’inizio, e poi sempre più mosso verso la fine.


5. Nell’opera d’arte ogni elemento si fa portatore di un senso. Che impressioni ti comunica il colore con cui l’autore ha deciso di cancellare le parole della poesia?

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Competenze linguistiche

6. Quattro dei seguenti verbi sono sinonimi di “cancellare”. Quali?

  • a depennare 
  • b espungere 
  • c deplorare 
  • d espugnare 
  • e cassare 
  • f incassare 
  • g disdire 
  • h dispensare 


Ai quattro verbi che hai individuato come sinonimi di “cancellare” corrispondono altrettanti sostantivi che significano:

1. cancellazione di un nome da un elenco con un tratto di penna;

2. cancellazione di una sentenza del tribunale;

3. cancellazione di un contratto;

4. cancellazione di una parte di testo, per esempio un verso o un capitolo.


Trova questi sostantivi e scrivi una frase con ciascuno di essi.


7. La parola “cancellare” deriva dalla parola latina cancellus: i segni verticali e orizzontali lasciati dalla cancellatura somigliavano infatti alle sbarre di un cancello. Attorno a “cancello” e “cancellare” c’è una piccola famiglia di parole: associale al loro significato corrente.

  • a) cancelliere
  • b) cancellata
  • c) cancelleria
  • d) cancellazione
  • e) cancellatura


1) Un segno che si lascia quando si cancella qualcosa, con la gomma o in un altro modo, da un foglio di carta.

2) Un funzionario della pubblica amministrazione; in Germania la parola identifica il Primo ministro.

3) Un ufficio della pubblica amministrazione. La parola indica anche tutto il materiale che si usa per scrivere: penne, carta, gomme, matite e altro.

4) Una recinzione simile a un lungo cancello.

5) Annullamento, effetto del cancellare.

Produrre

8. Scrivere per esprimere Che cosa ti suscita l’opera di Man Ray? Sorpresa? Irritazione? Indifferenza? Esprimi le tue reazioni emotive e spiega in un testo di circa 20 righe perché, secondo te, l’opera provoca i sentimenti che senti.

La dolce fiamma - volume B plus
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