T5 - Derek Walcott, Arcipelaghi (da Il viaggiatore fortunato)

T5

Derek Walcott

Arcipelaghi

  • Tratto da Il viaggiatore fortunato
  • Titolo originale The Fortunate Traveller, 1981
  • Lingua originale inglese
  • Metro versi liberi
Derek Walcott nasce nel 1930 a Castries, capitale dell’isola caraibica di Santa Lucia (all’epoca colonia britannica), da una famiglia di origine inglese, olandese e africana. Da adolescente inizia a dipingere e compone i primi versi. Studia in Giamaica e si trasferisce negli anni Cinquanta a Trinidad, dove fonda una compagnia teatrale, per la quale scrive numerosi drammi. Esce intanto a Londra la raccolta poetica In una notte verde (1962), che gli dà fama internazionale. Dagli anni Ottanta insegna Letteratura e tecniche di scrittura all’Università di Boston. Nel 1990 pubblica il poema Omeros, ispirato all’epica greca, che ottiene grande eco e contribuisce al conseguimento del premio Nobel per la letteratura nel 1992. La sua ultima raccolta, Egrette bianche, è del 2010. Walcott muore nella sua isola nel 2017.

C’è un filo segreto che unisce la Grecia antica di Omero ai moderni Caraibi di Walcott. È un filo di pioggia, che trasforma i ricordi in poesia.

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Audiolettura

Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.

All’orlo della pioggia una vela.


Lenta la vela perderà di vista le isole;

in una foschia se ne andrà la fede nei porti

5      di un’intera razza.


La guerra dei dieci anni è finita.

La chioma di Elena, una nuvola grigia.

Troia, un bianco accumulo di cenere

vicino al gocciolar del mare.


10    Il gocciolio si tende come le corde di un’arpa.

Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia

 pizzica il primo verso dell’Odissea.


Derek Walcott, Mappa del nuovo mondo, trad. di B. Bianchi, Adelphi, Milano 1987

 >> pagina 320 

A tu per tu con il testo

Tutto cambiò quando l’uomo, migliaia di anni fa, avendo notato che il legno galleggiava, spinse in acqua la prima zattera, affidandosi ai venti e alle correnti. Da lì in poi il mare divenne il fondale attraente e temuto di guerre, migrazioni, commerci, tramandati da storie, leggende e poemi epici. Fenici e Greci fondarono città in tutto il bacino del Mediterraneo, spesso lottando con le popolazioni indigene. Fecero lo stesso Vichinghi e Normanni nel Medioevo, e tanti popoli europei in età moderna, spingendosi oltre le colonne d’Ercole, nel Pacifico e nell’Atlantico. Santa Lucia, l’isola dei Caraibi in cui nacque Walcott, in origine fu abitata da indigeni (Aruachi e Caribi), sterminati da francesi e inglesi, che per secoli si diedero battaglia per stabilire il proprio dominio nelle Piccole Antille. Nel tempo deportarono migliaia di schiavi africani, dai quali discende il 90% della popolazione attuale. Questa storia complessa, che si riflette nelle origini della sua famiglia, è il tema centrale sul quale insiste Walcott, mostrando l’anima antica di quello che gli occidentali chiamarono Nuovo Mondo. Gli arcipelaghi dei Caraibi non sono quelli dell’Egeo in cui navigò Ulisse, ma il cuore degli uomini che li abitano è lo stesso.

 >> pagina 321

Analisi

L’inizio della poesia propone un’affermazione spiazzante: Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia (v. 1). La letteratura è in grado di evocare con poche parole le immagini più diverse, mondi remotissimi e suggestivi. In questo caso Walcott con una pennellata rapidissima si limita a nominare una vela, che scompare nella foschia. Alla pioggia si mescolano forse le lacrime di chi abbandona le proprie “isole”, disperando di tornare o trovare in futuro una nuova patria. Dopo la lettura dei primi versi, di più non sappiamo.
La terza strofa introduce una serie di riferimenti all’epica greca, sulla quale Walcott qualche anno dopo tornerà nel poema Omeros, facendo di Ettore e Achille due pescatori caraibici, entrambi innamorati di Elena, una sensuale cameriera di Santa Lucia. Sono solo alcuni richiami fulminei, ma che permettono al poeta di riflettere sulla precarietà delle cose alle quali l’uomo tiene di più: la gloria e l’amore. La bellezza e le azioni umane sono infatti destinate a un’inevitabile consunzione. Ogni cosa è caduca: dopo la lunga guerra, la meravigliosa capigliatura di Elena – quella per cui nacquero lutti e contese – è infatti ridotta a una nuvola grigia (v. 7), e Troia, per la quale si batterono coraggiosamente tanti guerrieri, altro non è che un bianco accumulo di cenere / vicino al gocciolar del mare (vv. 8-9). Questi riferimenti ci aiutano a decifrare le allusioni del poeta: l’uomo che in apertura aveva abbandonato le sue “isole” è dunque Ulisse, il simbolo del viaggio e dello spirito di avventura. A che cosa è servito abbandonare la patria, versare tanto sangue, ordire infiniti intrighi? Il tempo è un avversario inesorabile.

La poesia sembrerebbe risolversi in un classico lamento sul passare degli anni, che spegne i sentimenti e annebbia la memoria, ma ancora una volta Walcott ci sorprende. Con una mossa geniale trasforma i fili di pioggia nelle corde di un’arpa, e ne rovescia il percorso. Non dal cielo verso il mare, ma dal mare agli occhi annuvolati (v. 11) di un uomo, che raccoglie la pioggia nel suo sguardo e pizzica il primo verso dell’Odissea (v. 12). Chi è quest’uomo? È Omero, ma anche lo stesso Walcott: è qualunque poeta che si incarichi di preservare memoria di ciò che ha visto o gli è stato narrato. Solo grazie a lui le imprese degli uomini vincono il tempo e la morte. Il grigio che dilaga nei versi potrà così trasformarsi nei colori squillanti dell’Egeo e dei Caraibi, destinati a vivere nei secoli anche per i lettori che non li hanno mai conosciuti. La fine si riconnette dunque all’inizio: dalla voce all’occhio, dall’occhio alla voce. Terminata la pioggia, è iniziata la poesia, che racconta di navi giunte da chissà dove, a portare guerra, spezie, nuove usanze, genti mai viste prima, minacciose e affascinanti.

Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a) Una nave avanza sotto la pioggia.

  • V   F

b) La nave si sta avvicinando ad alcune isole.

  • V   F

c) Per i naviganti sarà difficile trovare una nuova patria.

  • V   F

d) La nave sta andando a combattere a Troia.

  • V   F

e) La bella Elena è ormai invecchiata.

  • V   F

f) Troia è un cumulo di rovine.

  • V   F

g) Il poeta è in grado di suonare la pioggia.

  • V   F

h) Il poeta è il cieco Omero.

  • V   F

i) Il poeta comincia a cantare l’Iliade.

  • V   F

 >> pagina 322 

ANALIZZARE E INTERPRETARE

2. Dicendo vela (v. 2) al posto di “nave”, il poeta sta usando una

  • a metonimia.
  • b sineddoche.
  • c metafora.
  • d sinestesia.


3. Quale procedimento retorico collega la prima e la seconda strofa, la terza e la quarta?


4. Che tipo di viaggio sta compiendo la nave che naviga sotto la pioggia? Ha una meta o un obiettivo ben definito?


5. Da quali colori è indicato lo scorrere del tempo? Perché, secondo te?


6. Qual è il compito che si assume il poeta, nella figura di Omero, ma anche in quella di Walcott?

COMPETENZE LINGUISTICHE

7. Il linguaggio figurato. “Perdere di vista” è un’espressione figurata che indica “non vedere più”. Ti diamo una serie di queste espressioni: dopo averne controllato il significato sul dizionario, scrivi una frase per ciascuna di esse.


a) Fare caso:                                                                                                                                                            

b) Tenere in pugno:                                                                                                                                                

c) Tenere sott’occhio:                                                                                                                                            

d) Fare fuori:                                                                                                                                                            

e) Farsi avanti:                                                                                                                                                         

f) Tenere in piedi:                                                                                                                                                    

PRODURRE

8. Scrivere per raccontare Prendendo spunto dall’immagine della bella Elena ormai invecchiata e con i capelli ingrigiti, racconta, in massimo 20 righe, che cosa le accadde dopo la caduta della città di Troia.

spunti di ricerca interdisciplinare

storia e geografia

Le isole caraibiche, dove per primo approdò Cristoforo Colombo, convinto di essere arrivato nelle Indie, sono un universo vasto e multiforme, dove i discendenti delle popolazioni locali si sono mescolati con gli schiavi africani deportati nelle piantagioni di canna da zucchero e tabacco e con i discendenti dei colonizzatori europei: spagnoli, inglesi, francesi, olandesi… Dividetevi in gruppi e fate una ricerca sull’ambiente e sulla storia di queste isole.

La dolce fiamma - volume B plus
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini