T4 - Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici (da Giorno dopo giorno)
T4
Salvatore Quasimodo
Alle fronde dei salici
- Tratto da Giorno dopo giorno, 1947
- Metro endecasillabi sciolti
All’indomani della Seconda guerra mondiale Quasimodo rievoca gli orrori nei quali l’Italia era sprofondata. Di fronte a una tragedia di tali proporzioni, i poeti non possono fare altro che tacere, costretti dall’angoscia al silenzio.
Audiolettura
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
5 d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per ▶ voto,
anche le nostre cetre erano appese,
10 oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2011
A tu per tu con il testo
Ci sono dei casi, nella vita, in cui il silenzio diventa un obbligo morale, per sottrarre la propria voce al coro che inneggia a qualcosa che sentiamo come ingiusto. È ciò che accade sotto le dittature, quando il poeta sa che esprimere liberamente le proprie convinzioni potrebbe avere conseguenze nefaste. E tuttavia non si sente di concentrarsi solo sulle proprie vicende private, spolverando ricordi, mentre fuori il mondo va in fiamme. Meglio tacere, dunque. Ma qualcuno potrebbe scambiare il silenzio con colpevole indifferenza, o peggio con complicità. Quasimodo nega con forza questa ipotesi e denuncia in toni vibranti gli orrori ai quali ha assistito. È una situazione che non ci riguarda? Fino a un certo punto. Guerra e violenza forse non ci hanno mai toccato personalmente, ma è sempre più difficile chiudere gli occhi di fronte al disagio che monta intorno a noi. Per fortuna viviamo in una società democratica e nessuno ci impedisce di scriverne o parlarne. Questo però induce a un’ulteriore considerazione. Oggi criminali e terroristi sfruttano il fatto che un singolo colpo di coltello, sferrato a un ignaro passante, può garantire un’eco mediatica planetaria, rimbalzando dai telegiornali alla rete con ossessiva insistenza. Che fare, di fronte a questa dinamica perversa? Certo non si può chiedere ai mass media di censurare le notizie. D’altra parte è sempre più raro imbattersi nella cronaca di eventi positivi, che pure non mancherebbero. Alla gente non interessano, dicono i giornalisti. Ma è davvero così?
Analisi
Laboratorio sul testo
COMPRENDERE
1. Quali valori simbolici possono essere attribuiti al cuore calpestato dal piede straniero (v. 2)? (sono possibili più risposte)
- a La vita.
- b La patria.
- c I corpi dei morti.
- d Gli affetti.
- e Il coraggio.
2. L’agnello è simbolo di
- a giovinezza.
- b innocenza.
- c timidezza.
- d timore.
3. L’urlo nero (v. 5) indica
- a paura.
- b angoscia.
- c disperazione.
- d ribellione.
ANALIZZARE E INTERPRETARE
4. Il componimento è direttamente ispirato da un salmo: oltre all’immagine delle cetre appese ai salici, quali altri elementi del testo rimandano al linguaggio e a immagini bibliche? A quale concetto fanno riferimento?
5. A quale stagione fa riferimento l’erba dura di ghiaccio (v. 4)? Perché, secondo te, il poeta sceglie proprio questa stagione?
6. Nella poesia sono utilizzati tre termini afferenti al campo semantico della voce umana: quali? Quali osservazioni puoi fare sulla loro presenza, collegandola con il significato complessivo del testo?
7. L’espressione piede straniero (v. 2) è
- a una sinestesia.
- b una metafora.
- c una metonimia.
- d un ossimoro.
8. Quali concezioni del poeta e della poesia emergono dal testo? Ti sembra che il poeta sia un essere superiore e senza contatti con ciò che accade nel mondo? Esponi le tue considerazioni.
COMPETENZE LINGUISTICHE
9. I complementi. Stabilisci di che tipo sono i complementi evidenziati in grassetto.
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze ( )
sull’erba dura di ghiaccio ( ), al lamento ( )
d’agnello ( ) dei fanciulli, all’urlo nero
della madre ( ) che andava incontro al figlio ( )
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto ( ),
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi ( ) al triste vento.
PRODURRE
10. Scrivere per argomentare Esponi in modo chiaro le motivazioni che spingono il poeta ad astenersi dall’esercizio della poesia (massimo 15 righe).
11. Scrivere per persuadere Rivolgiti al poeta per convincerlo che, anche in un momento difficile come quello della guerra, è importante che egli levi la sua voce per confortare gli oppressi e denunciare le ingiustizie e la violenza (massimo 15 righe).
SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare
Storia
Che cosa sai del periodo dell’occupazione nazista dell’Italia centrosettentrionale durante la Seconda guerra mondiale? Svolgi una ricerca su questo argomento, chiedendo, se possibile, anche a qualche testimone diretto. Prepara una relazione orale di circa cinque minuti.
SPUNTI PER discutere IN CLASSE
È giusto che i poeti, e più in generale gli intellettuali, stiano in silenzio, per rispetto e compassione, durante le grandi tragedie della Storia? Oppure dovrebbero alzare la voce per denunciare violenze e ingiustizie?
La dolce fiamma - volume B plus
Poesia e teatro - Letteratura delle origini