T6 - Pablo Neruda, Le tue mani (da I versi del Capitano)

T6

Pablo Neruda

Le tue mani

  • Tratto da I versi del Capitano, 1952
  • Titolo originale Tus manos
  • Lingua originale spagnolo
  • Metro versi liberi
Pablo Neruda, pseudonimo di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, nasce nel 1904 a Parral, in Cile. Cresce a Temuco e si sposta nella capitale, Santiago, per frequentare l’università. Nel 1924 incontra il successo grazie alla raccolta di Venti poesie d’amore e una canzone disperata, in cui spiccano già alcuni dei suoi temi tipici quali l’amore e il paesaggio natale. In seguito intraprende la carriera di diplomatico, esercitata prima nel Sudest asiatico e poi in Europa. È in Spagna quando scoppia la Guerra civile: si schiera dalla parte dei repubblicani e pubblica varie poesie a sostegno della loro lotta contro le truppe del generale nazionalista Franco (Spagna nel cuore, 1937). Tornato in Cile, aderisce al Partito comunista e viene eletto senatore, ma è costretto a fuggire nel 1948, perseguitato dal dittatore Videla. Viaggia allora in vari paesi del mondo, compresa l’Italia, dove soggiorna lungamente a Capri. Tornato in patria nel 1953, si stabilisce nei pressi di Valparaiso e nel 1970 è nominato ambasciatore a Parigi dal presidente Salvador Allende. Nel 1971 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Poco dopo il suo ritorno in Cile, nel 1973, assiste al colpo di stato del generale Pinochet. Da tempo malato, muore nello stesso anno.

Le mani dell’amata accarezzano il petto del poeta. È un’esplosione di sensualità che, in un alato volo della fantasia, si traduce in una serie di immagini appassionate.

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Audiolettura

Quando le tue mani vengono,

amore, verso le mie,

cosa mi recano volando?

Perché si son fermate

5      sulla mia bocca, d’improvviso,

perché le riconosco

come se allora, anzi,

le avessi toccate,

come se prima d’essere

10    avessero percorso

la mia fronte, il mio fianco?


La loro morbidezza veniva

volando sopra il tempo,

sopra il mare, sopra il fumo,

15    sopra la primavera,

e quando tu posasti

le mani sul mio petto,

riconobbi quelle ali

di colomba dorata,

20    riconobbi quella  creta

e quel colore di frumento.


Gli anni della mia vita

camminai cercandole.

Salii le scale,

25    attraversai le scogliere,

mi portarono i treni,

le acque mi condussero,

e nella pelle dell’uva

mi sembrò di toccarti.


30    Il legno d’improvviso

mi recò il tuo contatto,

la mandorla m’annunciava

la tua morbidezza concreta,

finché si chiusero

35    le tue mani sul mio petto

e lì come due ali

terminarono il loro viaggio.


Pablo Neruda, I versi del capitano, trad. di G. Bellini, Passigli, Firenze 1995

 >> pagina 188 

A tu per tu con il testo

Quando amiamo appassionatamente, il corpo della persona amata ci appare unico, stupendo, fatato. Ora il colore degli occhi, ora il profumo dei capelli, ora il timbro della voce: colei o colui che amiamo diventa per noi l’unità di misura della bellezza e della meraviglia del mondo che, continuamente, mettiamo a confronto con il nostro amore. Non solo le altre persone, ma addirittura il mare, le stagioni, il cibo e la natura: tutto ci parla della persona di cui siamo innamorati. Sotto l’impulso di un entusiasmo amoroso incontenibile, il poeta canta a voce spiegata la gioia dell’incontro con la sua donna: o meglio con le sue mani, che in una morbida carezza esprimono il senso dell’intera vita.

 >> pagina 189

Analisi

La poesia si apre con una metafora: rivolto direttamente all’amata, il poeta le domanda quale sia il dono che le sue mani gli recano volando (v. 3). L’immagine del volo esprime tutta l’esitazione e il fremito del loro primo incontro, suscitando un senso di leggerezza e di delicata fragilità; ma poi, con un improvviso gesto di accesa sensualità, la donna chiude la bocca del poeta affinché i loro corpi parlino direttamente. Al momento del primo contatto, è come se il tempo si fermasse: l’io lirico ha l’impressione di riconoscere qualcosa a lui già noto da molto tempo. Ma come è possibile che addirittura prima d’essere (v. 9), prima di esistere per lui, le mani della donna avessero percorso (v. 10) il suo corpo? Volando sopra il tempo (v. 13), e sopra le mille avventure della vita – cui alludono il mare (v. 14), il fumo (v. 14) e la gioventù della primavera (v. 15) –, finalmente le mani dell’amata sono giunte al suo petto (v. 17): come a dire che finalmente i due si sono conosciuti e incontrati, destinati da sempre a essere l’uno l’anima gemella dell’altro.

Nella terza e nella quarta strofa, l’io lirico ripercorre la propria storia, presentandola come la costante ricerca, finalmente compiuta, dell’amore. Gli anni della mia vita (v. 22), egli dice, camminai (v. 23) cercando le tue mani: ho attraversato le difficoltà (le scale, v. 24, o le scogliere, v. 25), ho viaggiato e mi sono fatto trasportare dal corso delle cose (i treni, v. 26, le acque, v. 27) e ho percepito, nelle cose dolci e delicate (pelle dell’uva, v. 28), il tuo tocco, ancora prima di conoscerti. L’incontro con la donna ha il potere di ridare all’esistenza del poeta un nuovo significato: indipendentemente da come interpretiamo le sue metafore, egli sottolinea con insistenza che l’intero corso della sua vita è stato una lunga preparazione all’amore per questa donna, la cui presenza egli già presentiva nelle cose.

Negli ultimi versi è addirittura la natura, rappresentata dal legno (v. 30) e dalla mandorla (v. 32), a rievocare la forma delle unghie femminili e a farsi portatrice della presenza dell’amata. L’intera realtà, così, appare disseminata dei segni della presenza della donna che, ponendo le sue mani come due ali (v. 36) sul petto dell’amato, mette fine all’affannosa ricerca di entrambi.

Il Cantico dei Cantici, uno dei libri della Bibbia, immagina una coppia di sposi che, guardando ciascuno la bellezza dell’altro, la esaltano a turno, trasfigurando il corpo dell’amato attraverso una serie di ardite metafore. La metafora in effetti è la risorsa retorica che maggiormente ricorre nel testo di Neruda: il suo lessico è semplice, ma il poeta è capace di spargere nel testo immagini suggestive e inaspettate. Con la sua lingua comunicativa ed evocativa al tempo stesso, egli riesce a esprimere una traboccante sensualità: protagonista del componimento è infatti il piacere dei sensi, principalmente il tatto, come attesta la fitta presenza di vocaboli quali contatto (v. 31), morbidezza (v. 12; v. 33) e del verbo “toccare”. Il tema sensuale, inoltre, viene sublimato dalla speciale intonazione del testo: lo si nota nelle numerose figure di ripetizione che conferiscono alla poesia un’intonazione quasi sacrale.

Laboratorio sul testo

Comprendere

1. A chi si rivolge il poeta?

  • a A una donna immaginaria, frutto della sua fantasia.
  • b A una donna reale, che egli realmente ama.
  • c A una figura simbolica, perché la poesia è allegorica.
  • d A nessuno dei soggetti precedenti.

2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.


a) Il poeta ha l’impressione di conoscere da sempre le mani della sua amata.

  • V   F

b) Le mani della donna sono paragonate ad ali di colomba.

  • V   F

c) L’amore di cui si parla nella poesia è rarefatto e puramente spirituale.

  • V   F

d) Il poeta dice che nulla al mondo gli ricorda il corpo dell’amata.

  • V   F

e) La donna di cui si parla è il primo amore del poeta.

  • V   F

f) L’amore del poeta è felicemente corrisposto.

  • V   F

g) Le mani della donna vengono paragonate a cose rapide come i treni.

  • V   F

3. Nella frase come se prima d’essere (v. 9), chi è il soggetto di essere?

 >> pagina 190 

Analizzare e interpretare

4. L’analisi accenna alla presenza di numerose figure di ripetizione nel testo. Sottolineale nella seconda strofa, riportata qui di seguito:


5. Il lessico e la sintassi della poesia sono molto facili, ma le figure retoriche abbondano. Indica il tipo di quelle qui esemplificate.


a) La loro morbidezza veniva (v. 12)

b) veniva / volando (vv. 12-13)

c) sopra il tempo / sopra il mare, sopra il fumo, / sopra la primavera (vv. 13-15)

d) riconobbi quella creta (v. 20)

e) mi portarono i treni, / le acque mi condussero (vv. 26-27)

f) come due ali (v. 36)


6. Le mani della donna sono trasfigurate da diverse metafore, riferite a precise realtà naturali. Quali?

Competenze linguistiche

7. L’autore parla di morbidezza concreta (v. 33): completa la tabella seguente con i sostantivi e gli aggettivi corretti.


nome

morbidezza

 

aggettivo


concreta

sinonimo del nome

   

sinonimo dell’aggettivo

   

contrario del nome

   

contrario dell’aggettivo

   


8. Scrivere per descrivere Riguarda l’esercizio 6 e, sulla base delle sensazioni che ti trasmettono gli oggetti associati alle mani della donna, prova a descriverle. Cerca di figurarti: forma; carnagione; sensazione al tocco; profumo; consistenza della pelle.

Produrre

9. Scrivere per esprimere Scegli una persona a cui pensi spesso. Non dev’essere necessariamente la ragazza o il ragazzo che ti piace: può essere un compagno, un amico, un familiare. Considerando l’aspetto e il carattere di questa persona, immagina che cosa sarebbe se fosse: 1) un animale; 2) un colore; 3) un elemento del paesaggio naturale; 4) una canzone; 5) un personaggio storico; 6) un piatto; 7) qualcosa che ora immagini tu. Quindi spiega i motivi di queste associazioni in un testo di circa 30 righe.

La dolce fiamma - volume B plus
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Poesia e teatro - Letteratura delle origini