T4 - Paul Verlaine, Noi saremo (da La bonne chanson)

T4

Paul Verlaine

Noi saremo

  • Tratto da La bonne chanson, 1870
  • Titolo originale Nous serons
  • Lingua originale francese
  • Metro terzine non rimate di doppi settenari
Paul Verlaine nasce a Metz, in Francia, nel 1844 da famiglia borghese. Dopo gli studi liceali a Parigi trova impiego presso il municipio della città e comincia a frequentare gli ambienti letterari. Pubblica i primi versi, in buona parte indirizzati alla fidanzata, che sposa nel 1870; in questo periodo, inizia a vivere in modo anticonvenzionale, frequentando i salotti bohémien e abbandonandosi al vizio dell’alcol. Il matrimonio fallisce a seguito della conoscenza di un giovanissimo poeta, Arthur Rimbaud, con il quale intreccia una relazione che desta scandalo. Nel corso di un litigio, però, Verlaine lo ferisce sparandogli: è condannato a due anni di carcere, durante i quali si avvicina alla religione cattolica. Dopo un lungo periodo di vagabondaggi e povertà, il poeta si stabilisce definitivamente a Parigi, godendo negli ultimi anni di vita di un generale riconoscimento letterario come uno dei maestri del Simbolismo, lo stile evocativo e musicale che esprime le suggestioni della fantasia e del sogno. Muore nella capitale francese nel 1896.

Scritta nel 1870, la poesia è rivolta a Mathilde Mauté, la fresca sposa dell’autore, rappresentata come una creatura dolce e ingenua. A lei l’io lirico promette un’unione tenera e protettiva, contro la meschinità degli altri e le avversità del destino.

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Audiolettura

Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi

che certo guarderanno male la nostra gioia,

talvolta fieri e sempre  indulgenti. È vero?


Andremo allegri e lenti sulla strada modesta

5      che la Speranza, lieta, mostra senza badare

a chi ci ignora o a chi ci sta a guardare. Vero?


Nascosti nell’amore come in un bosco nero,

i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,

saranno due usignoli che cantano la sera.


10    Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,

non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene

accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.


Uniti dal più forte e più caro legame,

e inoltre ricoperti di una dura corazza,

15    sorrideremo a tutti, non temeremo nulla.


Senza preoccuparci di quello che il destino

ha disposto per noi, cammineremo insieme

tenendoci per mano, con l’anima infantile


di quelli che si amano in modo puro. Vero?


Paul Verlaine, Poesie d’amore, trad. di A. Quattrone, Giunti Demetra, Firenze 2018

 >> pagina 181 

A tu per tu con il testo

Quando siamo felicemente innamorati, viviamo un’esaltazione che ci fa sentire superiori agli altri: più nobili, più puri, più sicuri e forti. Non ci curiamo del giudizio della gente, irridiamo i pettegolezzi e le insinuazioni, ci sentiamo capaci di fronteggiare con serenità ogni invidia e ogni riprovazione. È una sensazione inebriante, e ci dona un fervido entusiasmo; in presenza dell’amato o dell’amata, avvertiamo un pieno appagamento e siamo privi di timori: finché restiamo insieme, possiamo respingere qualsiasi brutto tiro della sorte. Allora, ci domandiamo da dove viene quell’ansia indefinibile, quel dubbio sottile che serpeggia, di tanto in tanto, a incrinare impercettibilmente la nostra felicità perfetta: non è forse vero che la nostra estasi non finirà mai? Non è vero forse che ci ameremo sempre con lo stesso fervore? C’è una nota stonata nella nostra armonia? Il poeta, con immagini delicate e suggestive, coglie la trepidazione che si cela anche nella felicità più piena e, con acuta penetrazione psicologica, esprime l’esitante timore che può sorgere nei cuori innamorati, anche al culmine dell’euforia.

Analisi

Le immagini evocate dal poeta tratteggiano un amore soave e di carattere spirituale. Mancano infatti riferimenti alla sensualità del sentimento, visto che nessun cenno è riservato alle bellezze dell’amata o all’ardente passione della carne. L’amore esercita qui gli effetti di una virtù morale, e rende gli innamorati talvolta fieri e sempre indulgenti (v. 3), sollevandoli sopra le meschinità degli sciocchi e dei malvagi, compatiti per la loro miseria interiore.

Come una coppia romantica, serenamente a passeggio nei boulevard di Parigi, i due amanti camminano allegri e lenti (v. 4) sulla strada della Speranza (v. 5), diretti a un futuro di semplici gioie: Verlaine celebra il sentimento come la quieta tenerezza (v. 8) che unisce un fratello e una sorella, due teneri bambini che si tengono per mano (v. 18). Una rappresentazione di questo tipo suggerisce visioni di ingenuità e di candore: sono proprio le doti che, presenti nell’anima infantile (v. 18) dell’amata, si trasmettono anche al poeta, conquistandone il cuore. Egli trova così, nella dolcezza della fanciulla, un modo puro (v. 19) di amare, che contraddistingue l’affetto della coppia e la tiene felicemente unita.

 >> pagina 182 

Verlaine contrappone la purezza della passione e lo squallore della società che, tutt’altro che candida e sincera, sembra tendere insidie velenose all’amore. Non a caso l’io lirico si propone di resistere all’azione di stolti e di cattivi / che certo guarderanno male la nostra gioia (vv. 1-2) e al tempo stesso rassicura la sua compagna servendosi di un’immagine fiabesca: come un impenetrabile bosco nero (v. 7), il loro amore proteggerà da ogni cattiveria i due amanti, che saranno liberi di esprimere il proprio affetto reciproco, lasciando gorgheggiare i cuori come due usignoli (v. 9).

L’ostilità collettiva, vista come minaccia ai delicati sentimenti dei due sposi, viene così sconfitta proprio dall’amore: rappresentato come una tenace corazza (v. 14), che nasconde e che protegge, esso è in grado di isolare e difendere gli innamorati dagli attacchi malevoli del destino (v. 16).

Nonostante l’autenticità dei sentimenti provati dall’autore, il componimento però comunica a ben vedere un tremito nascosto, una vibrazione misteriosa che sembra contraddire ogni certezza e una libera o gioiosa effusione amorosa. S’insinua infatti, durante la lettura, l’impressione di una leggera sfasatura, come se qualcosa, nelle parole alate di Verlaine, ogni tanto s’inceppasse. È una sensazione che si percepisce quasi subito, alla fine della prima terzina: il poeta, rivolto alla fanciulla, le chiede conferma di quanto ha appena dichiarato: È vero? (v. 3). Non si tratta di una domanda retorica perché, poco dopo, alla fine della seconda terzina, il quesito viene ripetuto. Come mai tanta insistenza? È solo un espediente di stile o rivela un’inquietudine persistente? Verlaine vuole davvero che qualcuno gli risponda, rassicurandolo sulla verità di ciò che dice? O forse è proprio se stesso che sta cercando di convincere?

Noi lettori non possiamo avere verità assolute: del resto, la peculiarità del linguaggio poetico sta anche nel suscitare domande più che nel dare risposte. È però un fatto che, momentaneamente sospeso, l’interrogativo ritorni inaspettato alla fine della poesia, lasciando risuonare, nel vuoto che segue l’ultima parola dell’ultimo verso, un fremito di irrequietezza, che resiste nell’animo a lettura terminata.

Laboratorio sul testo

Comprendere

1. Rispondi alle seguenti domande e poi fai la parafrasi del componimento.


a) Rileggi la prima terzina: come dovranno essere, a detta del poeta, i due amanti?

b) Rileggi la seconda terzina: in Andremo allegri e lenti sulla strada modesta / che la Speranza, lieta, mostra qual è il soggetto di “mostra”?

c) Nella seconda terzina, in senza badare / a chi ci ignora o a chi ci sta a guardare qual è il soggetto di “badare”?

d) Rileggi la terza terzina: a chi o a che cosa si riferisce l’aggettivo Nascosti?

e) Rileggi la quarta terzina: qual è il soggetto di che sia con noi dolce o irascibile?

f) Rileggi la quinta terzina: che cos’è il più forte e più caro legame?

g) Rileggi la sesta terzina e il verso finale: a chi appartiene l’anima infantile?


2. Indica con un sì o un no se le seguenti affermazioni sono presenti nel testo.


a) Sicuramente qualcuno guarderà male i due innamorati.

  •    No

b) I due innamorati sentono una positiva speranza per il futuro.

  •    No

c) L’amore nasconderà gli innamorati dagli sguardi malevoli.

  •    No

d) Gli usignoli cantano al mattino.

  •    No

e) I due innamorati staranno attenti a come il mondo accoglierà il loro amore.

  •    No

f) I due innamorati faranno lunghe passeggiate nel centro di Parigi.

  •    No

g) Chi si ama in modo puro è come un bambino innocente.

  •    No

 >> pagina 183 

Analizzare e interpretare

3. Rispondi alle seguenti domande sulla presenza delle figure retoriche nel componimento.


a) La domanda vero? torna tre volte alla fine della terzina. Come si chiama questa figura retorica di posizione?

b) Andremo allegri e lenti: quale figura retorica di pensiero noti?

c) I due innamorati dicono che procederanno sulla strada che la Speranza, lieta, mostra. Perché c’è la maiuscola?

d) I nostri cuori insieme […] saranno due usignoli che cantano. Qual è il tropo contenuto nella frase?

e) Il verso Nascosti nell’amore come in un bosco nero contiene una figura di pensiero e un tropo: quali?


4. Quale delle seguenti affermazione sugli en­jam­bement è corretta?

  • a Non ce ne sono. 
  • b Sono presenti ma solo all’interno delle singole terzine. 
  • c Sono presenti all’interno delle singole terzine e in qualche caso anche fra una terzina e l’altra. 
  • d Sono presenti solo all’interno delle terzine, ma uno unisce l’ultima terzina al verso conclusivo. 
  • e Sono presenti all’interno delle terzine e legano tutte le terzine tra loro. 

Competenze linguistiche

5. Scegli, dall’elenco sottostante, i giusti sinonimi e contrari dei seguenti aggettivi presenti nel testo.


fanciullesco sciocco tollerante esperto saggio modesto collerico orgoglioso mite severo


Aggettivo

Sinonimo

Contrario

a) stolto

   

b) fiero

   

c) indulgente

   

d) irascibile

   

e) infantile

   


6. Individua le funzioni di “che” nelle seguenti frasi tratte dal testo. Rileggi le frasi nel loro contesto per individuare la funzione. Attenzione: non tutte le funzioni indicate sono rappresentate.


1) che certo guarderanno male la nostra gioia

2) che la Speranza, lieta, mostra

3) che sia dolce o irascibile


  • a) Pronome relativo soggetto
  • b) Pronome relativo complemento oggetto
  • c) Congiunzione che introduce subordinata soggettiva esplicita
  • d) Congiunzione che introduce subordinata oggettiva esplicita

Scrivere correttamente

7. Trasforma i seguenti versi in un discorso indiretto. Inizia con “Il poeta disse che…” e rendi esplicito ciò che ritieni necessario per rendere comprensibile il nuovo testo.


Senza preoccuparci di quello che il destino

ha disposto per noi, cammineremo insieme

tenendoci per mano, con l’anima infantile

di quelli che si amano in modo puro.

Produrre

8. Scrivere per riassumere Un tuo amico ti chiede di che cosa parla la poesia che hai letto. Sintetizza la visione dell’amore che emerge dal testo, in circa 40 parole, senza citare le parole di Verlaine.


9. Scrivere per raccontare Immagina di essere a Parigi negli anni Settanta dell’Ottocento. Vedi passare Verlaine e Mathilde mano nella mano. Scrivi una pagina di diario in cui rappresenti l’episodio. Se ti è utile, documentati con immagini del poeta e della Parigi dell’epoca. Dedica la prima parte alla descrizione del luogo che scegli – un bistrot, un parco, un boulevard affollato, un teatro – e poi racconta in un testo di circa 20 righe che cosa fanno: senti ciò che dicono? Come reagisce la gente? Che cosa pensi tu?

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